Silvia Ami ci ha mandato REAL LOVE per una recensione (leggetela QUI). Come “chicca” per i lettori, ha scritto questa “scheggia”, i cui protagonisti compaiono nel romanzo. Che volete di più?
Il primo tutto
«Marghe, sei tu?»
Tesa, come il branzino surgelato che tengo in mano, cerco di far mente locale e associare un volto alla voce che mi ha appena chiamato. Baritonale, sexy, morbida come il velluto.
Ma, ahimè, sconosciuta.
Potrei girarmi e controllare subito, ma la posizione in cui mi trovo mi impone di cercare di recuperare almeno un po’ dello svantaggio.
Perché se qualcuno ti riconosce dal lato B, o è qualcuno che conosci intimamente, o nella peggior delle ipotesi è uno stalker.
Un maniaco non avrebbe tentato un primo approccio mentre sono con la testa infilata nel congelatore del supermercato, cercando di afferrare l’ultima confezione disponibile di pesce in offerta, no?
Quindi deve essere per forza una mia conoscenza. «Ma chi?» chiedo al pesciolone che mi fissa con occhio vitreo.
Possibile che io abbia dimenticato una voce simile? Una voce che potrebbe benissimo appartenere a un doppiatore di strafighi tipo Giorgino Clooney o il vampirello glitterato.
Oddio, Edward un po’ stalker lo era davvero. Voce-sexy sarà mica uno psicopatico?
«Tutto bene là dentro?»
Naaa. Uno psicopatico non si preoccuperebbe del mio benessere, ma allungherebbe le mani.
Tempo di smettere di fare lo struzzo e di tirar fuori la testa dalle temperature artiche del frigo del super. «Sì» rispondo, tentando di imitare il suo tono seducente. Solo che col diaframma schiacciato dal bordo del congelatore mi esce fuori un verso molto più simile a quello di un’anatra sfiatata.
Mi rialzo e sistemo il vestito prima di voltarmi. Voce-sexy è proprio dietro di me e come mi giro mi ritrovo tra le sue braccia.
«Marghe!» esclama stringendomi in un abbraccio super avvolgente.
Okay, ci conosciamo. Però io ancora brancolo nel buio e continuo a non sapere chi sia. Alzo lo sguardo, ma la visuale è limitata. Lui mi avrà pure riconosciuta dando un sguardo al mio derriere, in fondo è normale che lì ci cada l’occhio, però sfido chiunque a riconoscere un uomo dal suo pomo d’Adamo.
È anche vero che al sottomento di un uomo non faccio mai caso. A meno che non sia una cosa esagerata e quello di Voce-sexy non lo è di certo. Anzi, ha proprio un bel collo. E profuma di buono. Bergamotto.
Socchiudo gli occhi, sporgendomi leggermente all’indietro per sbirciare il suo volto. Familiare, sì. Ma mi si deve essere congelato il cervello a stare a testa in giù tra gli amici di Capitan Findus, perché non so proprio chi sia. «Oh. Ciao» gli dico, fingendo il contrario, «che sorpresa!»
«Incredibile. Sono appena tornato e Bam! Eccoti qua.» Voce-sexy fa un passo indietro, ma non molla la presa. Le sue mani scivolano delicatamente lungo le mie braccia e si intrecciano con le mie. Wow! Il contatto palmo a palmo mi dà la scossa.
«Non mi crederai, ma da quando ho ottenuto il trasferimento non faccio altro che pensare a te.»
Gli occhi mi escono fuori dalle orbite. «Mi prendi in giro?» gli chiedo esterrefatta. Deve essere uno scherzo orchestrato da quella peste della mia amica Viola. Non so dove abbia trovato questo gnocco del giovedì o cosa gli abbia promesso in cambio, ma la probabilità che costui abbia passato giorni a struggersi per me è grande quanto quella che un asteroide distrugga la Terra.
Voce-sexy corruga la fronte e fissa i suoi occhi azzurrissimi nei miei. «Come?»
Decido di prenderlo in contropiede. «Come hai fatto a riconoscermi mentre tenevo la testa ficcata là dentro?» gli chiedo socchiudendo le palpebre, perché non voglio farmi imbambolare da quelle iridi color del mare.
«Quante ragazze vuoi che girino qua intorno vestite di rosa da capo a piedi e soprattutto con la sottogonna in crinolina?» ribatte, invitandomi a fare una piroetta.
Ah! Risposta sbagliata. Chiunque mi conosca sa della mia mania per gli anni Cinquanta e il colore rosa, ma soprattutto, quanti uomini conoscono la parola crinolina e sanno che è il materiale di cui è fatta la mia sottogonna? Zero. Ecco quanti.
Matematico, Voce-sexy è uno scagnozzo della Viola.
«Non so, di solito non vado in giro a guardare sotto le gonne delle altre ragazze» rispondo, mettendomi le mani sui fianchi.
Improvvisamente il viso di Voce-sexy si illumina e lui scoppia in una fragorosa risata. E io mi ritrovo nuovamente avviluppata tra le sue forti braccia. «Marghe, non sei cambiata di una virgola.» Mi bacia sulla fronte e poi mormora: «Dio, come mi sei mancata.»
Seee, come no. Cerco di divincolarmi. «Scusa, non riesco a respirare» mento, cercando di recuperare un po’ del mio spazio vitale e di rimanere coi piedi ben piantati per terra. Francamente non mi capita tutti i giorni di venire abbracciata da un fusto di più un metro e ottanta nel bel mezzo del supermercato e la cosa mi fa un certo effetto.
«Scusa tu. Mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo… non so neanche se sei ancora arrabbiata con me.»
Per un’inspiegabile ragione questa volta gli credo. Non sono una sensitiva, né ho premonizioni. Ma in qualche modo so che Voce-sexy mi sta dicendo la verità. Decido di non perdere altro tempo e di confessare che non so assolutamente di cosa stia parlando, né tantomeno chi sia lui.
«Senti, io…»
Improvvisamente dagli altoparlanti esce un suono strano e poi una voce metallica annuncia: «Si prega il proprietario delle FORD Kuga XX222AA di spostare il veicolo immediatamente.»
«Cazzo, è la mia» esclama Voce-sexy, passandosi una mano tra i folti capelli neri. «Marghe, non ti muovere. Aspettami qui» mi ordina. Però prima di correr via mi dà un bacio sulle labbra.
Rapido, veloce… familiare.
E come in un flashback mi ritrovo catapultata nel passato. Dieci anni prima, l’estate della maturità. Quelle stesse labbra sulle mie.
Il mio primo bacio.
Pietro.
Il mio primo tutto.
Pietro dagli occhi blu color del mare che mi ha lasciato per trasferirsi con la famiglia in Giappone. Pietro che con gli anni non ho più sentito dopo aver perso contatto con lui nonostante l’era dei social network e delle chiamate intercontinentali gratis.
Pietro, che da ragazzino timido e dinoccolato si è trasformato in un uomo. E che pezzo d’uomo!
Pietro, che dopo qualche minuto torna da me, sorridente e felice di avermi ritrovata.
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