A N T E P R I M A

Come sempre, la verità è nascosta sotto molteplici veli. Come sempre, Londra è una dei protagonisti di questa vicenda: una città piena di ombre e di sudiciume morale. In cui si muovono, simili a larve, i personaggi di questo racconto. Maschere che coprono altre maschere, volti che non vengono alla luce se non quando ormai è tardi. L’ultimo racconto della serie “Victorian Solstice” ripropone la magia dei capitoli precedenti.


è tempo di
finire la storia che abbiamo iniziato ben oltre un anno fa, suddivisa in 4
capitoli, che sono storie indipendenti, ma contenute tutte nello stesso arco
narrativo:
1 -La Società degli Spiriti (settembre 1890)
2 – La Lega dei Gentiluomini Rossi (ottobre 1890)
3- I Figli del Pozzo di Carne (Novembre 1890)

4 – I Fantasmi dei Natali Passati (dicembre 1890 –
gennaio 1891)



Titolo: I fantasmi dei Natali
passati (Serie Victorian Solstice, n° 4).
Autore: Vittoria Corella e
Federica Soprani.
Editore: Lite Editions (24
luglio 2014).
Prezzo: euro 1,99.
La mia valutazione: cinque stelline.

Come in ogni Vigilia di
Natale Vittoriana che si rispetti, i fantasmi fanno visita ai vivi allo
scoccare della mezzanotte. Ma nella Londra gotica e maledetta di Victorian
Solstice gli spiriti si lasciano dietro i cadaveri di chi conta poco o niente.
Per la J&J Investigations
però tutti sono importanti. Tutti meritano giustizia.

Per gli ‘innominabili’ di
Londra, Jericho e Jonas sono disposti a guardare in faccia i loro vecchi
fantasmi.

E così il vero miracolo di quel Natale era vedere
Jericho Marmaduke Shelmardine seduto nella platea di un teatro a tre anni
esatti dalla morte di Christophe Safire, avvenuta sul palco del Drury Lane.
Probabilmente nessuno tra i gentiluomini e le gentildonne che affollavano
l’Alhambra poteva rendersi conto della portata di quell’evento. Ricordavano
ancora il Mago scomparso, certo. Come dimenticare? Ma nessuno ricordava
Jericho. Nessuno sapeva che erano morti in due, quella sera.


Il primo incontro con la
prosa barocca di Corella e Soprani è travolgente: una lingua così ricca e
sonora, quasi una musica. Ecco, il racconto si dipana come una partitura
musicale. I personaggi sono le note e l’estrosa penna delle autrici li fa
muovere sul pentagramma in una danza di sofferenza, d’amore e di morte.
Ombre con la maschera,
maschere che si nascondono nell’ombra. Nulla è come sembra in questa storia
sofferta e malinconica.

La soluzione dell’enigma
porta una momentanea serenità, ma il dolore è sempre dietro l’angolo. Non ha
fretta. Può aspettare.

Bellissimo. Straziante.
Maestoso e inesorabile, Iil Big Ben batté la
mezzanotte. Uno, due, tre. Dodici. Era il Natale milleottocentonovanta. Erano
tre anni che Cristophe Safire era morto. Tre mesi da che Jericho Marmaduke
Shelmardine aveva conosciuto Jonas Marlowe.
“Va tutto benissimo!” Jonas sorrise a Jericho, mentre
gli invitati dell’Alhambra sollevavano i calici e brindavano al Natale. Lo
scoppio di un Christmas Cracker fece girare molte teste. Poi un altro e un
altro ancora. Una salva festosa in mezzo a un fiorire di coppe di champagne
Pommery.



http://youtu.be/wC0WJ6p_tms