Ho dato in mano a Grumina Rossi, totalmente digiuna di romance M/M, “Sidecar”, di Amy Lane. Leggete un po’ che cosa è venuto fuori da questo incontro!
Titolo: Sidecar.
Autrice: Amy Lane.
Traduzione: Veronica Rotondo.
Genere: Romance M/M.
Editore: Dreamspinner Press (novembre 2015).
Prezzo: euro 6,39
È il 1987. I ragazzi indossano camicie rosa della Izod, le ragazze hanno capelli vaporosi e tutti possiedono una scatola del fumo; AIDS è solo una brutta parola che rimbomba dalle città come un temporale. Un adolescente scappato di casa vaga su un lato della strada, a un battito di ciglia dalla disperazione, ed è salvato da un angelo con i capelli lunghi su una Harley.
Ma questo è solo l’inizio della loro storia.
Josiah Daniels voleva pace, tranquillità e una vita semplice, e l’ha avuta finché non ha salvato Casey dalla fame, dal freddo e dallo sfinimento. Da quel momento la vita di Joe è tutt’altro che semplice e il suo nuovo pupillo naviga un mondo che sta cambiando più rapidamente delle persone che ci vivono. Joe vuole far diventare Casey un adulto felice e produttivo, e ci riesce. Ma anche da grande, Casey non riesce a concepire una vita felice senza Joe. Il problema è far accettare a Joe che il ragazzo che ha allevato è all’improvviso l’uomo che lo vuole.
La loro relazione potrebbe morire o cambiare il mondo attorno a loro. Mentre costruiscono una casa, negoziano le nuove regole del crescere assieme e schivano le insidie della vita moderna, Casey impara che l’età adulta è più che il sesso, Joe impara che non ci sono compromessi se si vuole vivere per sempre felici e contenti, e sono entrambi costretti a capire l’unica cosa che un uomo non dovrebbe mai fare: vivere da solo.
È la prima volta che leggo un romance M/M e devo dire che “Sidecar” mi è piaciuto davvero.
Ci sono molti riferimenti agli anni ’80: film come Top Gun, oggetti come i videoregistratori e musica che ho conosciuto bene come quella degli U2, degli INXS e dei Guns’n Roses.
Nonostante questo, l’America degli anni 80/90 mi sembra poco “raccontata”; trovo anche poca interazione tra i personaggi principali e l’ambiente in cui vivono.
Ma la cosa che mi ha spiazzata è stato il fatto di non conoscere le leggi californiane sull’affidamento e sull’adozione dei minori da parte di coppie omosessuali: non sapevo che in California fosse possibile già negli anni ‘90.
I caratteri dei protagonisti sono ben delineati: Joe è un uomo talmente meraviglioso che commuove, tanto che certe volte non mi è sembrato vero. Casey invece, che dovrebbe essere un ragazzo pieno di problemi, si adatta rapidamente al nuovo ritmo di vita come se non avesse aspettato altro. Ricordo che, dopo essere stato cacciato di casa dai genitori, ha vagato e dormito per strada senza soldi, è stato costretto a prostituirsi. Eppure, niente sbandate, niente alzate di testa adolescenziali, niente ribellioni insensate tipiche dell’età, niente di niente: proprio un bravo ragazzo e francamente qualche volta appare un tantino ingenuo soprattutto dopo il suo passato (… Joe non è la città. Sono le colline. E c’è la neve. Cioè, non quella cosa melmosa che era per terra a La Guardia….).
Considerato che è il mio primo M/M, trovo la storia ben sviluppata; il rapporto tra Joe e Casey che si trasforma in una bellissima storia d’amore mi ha commosso. La descrizione del loro primo incontro e della prima volta che fanno l’amore è bellissima e intensa.
Il linguaggio mi sembra esagerato: la parola “cazzo” viene ripetuta continuamente anche 5/6 volte in una frase di due righe e anche per me che non ho problemi è troppo, lo trovo ridondante e non serve, neanche gli adolescenti “infilano” così spesso questa parola nelle frasi.
Una nota veramente negativa è la traduzione. Ho trovato punti dove i maschili e i femminili sono tutti mischiati e confusi, interi periodi che si capiscono poco e alcune volte sembra che chi traduce sia una persone inglese che ha poca dimestichezza con alcuni modi di dire della lingua italiana.
Ho finito di leggerlo oggi, devo dire che la storia è una di quelle che lasciano il segno, l’autrice ci presenta due personaggi con una fisicità e un carattere propri, che inizi a conoscere e crescono nella storia, toccando le fasi salienti della loro vita ci regalano anche qualche pennellata nostalgica dell’epoca 80 e 90, dalla musica ai mezzi di trasporto, dai progressi tecnologici quali computer e internet, fino a quelli dell’Aids e le adozioni da parte dei gay, sono tracce tra una riga e l’altra, una pagina e l’altra, forse solo rievocative e più “pesanti” nei ricordi di chi ha passato i quaranta. Joe è un uomo raro, non impossibile, ha una giusta morale, e idee piuttosto larghe per l’epoca, Casey è un bravo ragazzo, si ritrova sulla strada perché vuole essere se stesso, l’ingenuità dei suoi anni non gli impedisce di comprendere il valore umano di Joe, che è un porto sicuro che gli lascia comunque vivere la sua età, lasciandogli spazio per il sesso, per le cose che gli piacciono come la musica più moderna, il videoregistratore, un cane. Credo sia questa comprensione a dare a Casey la forza di superare l’orrore del passato, oltre al sogno di avere lui come compagno per sempre, perché nel profondo è un ragazzo che ha dovuto crescere in fretta, e desidera una stabilità che Joe incarna come uomo in modo completo, anche fisicamente. Tra i due è Joe quello che cresce nel tempo, non fisicamente o moralmente, ma in un rapporto che prima è protettivo e amichevole verso quello che ritiene un bambino, dopo diventa un vero e proprio compagno di vita e di scelte, e se lo ritrova uomo. In lui c’è il conflitto in cui si è imposto padre pur non sentendosi tale, e l’attrazione che è solo una metamorfosi di un affetto per qualcuno che diventa nel tempo amore. La magia del libro si srotola e ci avvolge in questi cambiamenti, forse l’unica cosa che avrei voluto nel libro è una figura femminile positiva con un certo rilievo, ci sono figure di questo tipo, ma sono troppo passeggere, e molte sono invece molto negative, ne avrei evitato qualcuna. La traduzione anche io l’ho trovata scarsa, ci sono errori, ma anche intere frasi poco comprensibili o con troppe ripetizioni, ed è ovviamente un peccato.
Grazie, Laura, per la tua opinione.