Gli uomini lo fanno meglio. Sì, è vero, è inutile girarci intorno. Gli uomini fanno tutto meglio. E voi vi starete chiedendo se la D’Ascani non sia impazzita a mettere nero su bianco questa bomba proprio il giorno della festa della donna. Certo, perché l’8 marzo, in fin dei conti, anche se tutte state lì a mettere sulle vostre bacheche che è una data insulsa, “keep calm and odiamo tutti insieme appassionatamente la festa della donna” e i vari “che palle, che schifo, quando arriva domani e via discorrendo”, è la festa della donna: c’è ed è innegabile. E vi piace pure, perché comunque la aspettate. Un po’ come gli atei che dicono di non credere in Dio e sono i primi a farsela sotto e a pregare quando giunge IL momento (perché non crederci va bene, però in fondo che male può fare sperare?) Dunque, dicevamo: gli uomini lo fanno meglio.
Cosa?
Tutto, no?
Tutto, dalle cose più insignificanti a quelle più importanti. E non sono impazzita, dico le cose come stanno. Dico le cose che una differenza di genere, come quella che viene perpetrata ogni giorno dalle donne stesse, presuppone. Che voglio dire? Voglio dire che nel momento in cui una donna si differenzia in quanto tale è lei stessa che sta distinguendo il proprio genere da quello maschile, non viceversa. Non è la società, non è il contesto culturale: è lei e nessun altro.
Ma andiamo con ordine. Dicevamo che gli uomini lo fanno meglio.
Quando sono amici, gli uomini, lo sono per davvero, per esempio. Sapete quella diceria della scazzottata e poi tutti amici? È vera.
Quando decidono di andare dritti per la loro strada perseguendo un obiettivo, lo fanno senza calcolare gli ostacoli, senza fermarsi a vari pit stop che poi alla fine, tutto sommato, sai che ti dico?, io mi fermo qua. Quando sentono di essere in grado di fare qualcosa, alzano la mano e si propongono. Non aspettano che qualcuno li coinvolga, lo fanno di loro iniziativa. Molti potrebbero dire che è perché hanno dalla loro la sicurezza di essere il sesso forte, che non hanno secoli alle spalle densi di affossamenti, pregiudizi e barbari divieti. Molti potrebbero presupporre che il loro spirito di coesione sia dipeso dalla legge del branco. (Non fraintendete, questo discorso varrebbe anche a parti inverse per molti di loro, ma siamo donne, è la festa della donna, ergo…)
La motivazione per la quale gli uomini lo fanno meglio è solo uno: le donne parlano, parlano, ma alla fine amano quello che hanno e non ne fanno mistero. Amano essere quelle incomprese, amano essere vittime, quelle che devono stare a casa a tirare la calzetta, a cucinare mentre fuori il marito gioca a calcetto. Le donne amano la loro condizione di essere inferiore, perché ci si comportano e non sono in grado di fare altro se non scendere ancora più giù, alzando però un cartello con su scritto “Torno eh? Torno presto, sto solo guardando se qui sotto c’è qualcosa. Ma voi intanto andate pure avanti, lottate per me, che io… che io torno!”.
Avete mai partecipato a un’associazione composta di soli uomini? Be’, io sì. Cosa ho visto? Organizzazione, pragmatismo, senso del dovere, spirito di condivisione, voglia di giungere tutti a un fine aiutando chi è in difficoltà… (ho visto anche idiozia, tanto testosterone, competizione e tanto, tanto egoismo, ma il finale è che loro stanno là e noi sempre qua).
Avete mai partecipato a un’associazione composta da sole donne? Sì e anche io (a me piace essere dalla parte dell’essere umano, quindi non mi faccio mancare nulla). E non vedete tutti gli ormoni in circolo ogni tre per due? Non vedete quanto sia difficile lavorare senza l’ulcera perforante a farla da padrona?
Spirito di condivisione? E che cosa è? Ognuna ha una sua personale visione del concetto. Pragmatismo? Ma quando? Se non abbiamo sviscerato per bene il concetto, non ci si può muovere da qua. Senso del dovere? Sì, certo, anche se sono certa che ci sarà qualcuno di sicuro più in gamba di me che adesso non ha tutte le mille mila cose da fare che ho io (superdonna io, come me: nessuno mai). Organizzazione? Sì, quella c’è. Ma non ce n’è solo una. Dopo essere approdati a una soluzione ci sarà sempre chi ha un modo migliore, più veloce, più figo, più diretto…
Tutte “prime donne” (vedi poi la differenza di genere quanto è fastidiosa?) e nessuna con il senso vero che lo spirito di un’associazione richiederebbe. Mi viene sempre in mente una canzone di tanti anni fa, “Tu vuò fa’ l’americano”, in questi casi, perché è così che vorrebbero le donne. Vorrebbero essere sempre come le altre. L’erba del vicino è sempre quella più verde, ma quando si tratta di curarla, annaffiarla e farla germogliare, allora, tutte si dileguano trincerandosi dietro a quegli “io io io” che non costruiscono ma sviliscono, abbrutiscono, abbattono. Donne che odiano le donne. Gira che ti rigira siamo sempre là.
La festa della donna… Mentre tutte sono impegnate a fare qualsiasi cosa tranne che festeggiare un giorno che l’uomo (inteso come essere umano) non ha sentito il bisogno di fare per il maschio, ma solo per lei, perché potrebbe essere così speciale da annullare tutto il resto con un battito di ciglia, c’è chi si rimbocca le maniche per rendere la lotta della parità qualcosa di concreto, c’è chi grida il proprio diritto alla parola, a esistere, a condividere, a informare. Mentre tutte pensano a tenere la propria bacheca Facebook pulita dalle parole altrui, c’è chi se la sporca con i discorsi di chi sta lottando anche per il loro silenzio.
La festa della donna ha un senso se la donna smette di fare l’idiota come la differenza di genere vorrebbe e inizia a essere quella meravigliosa creatura che la natura ha creato. Perché basta la società a renderla una nullità, non serve che proprio lei sia autolesionista fino al punto di distruggere la propria persona.
Condivido ogni parola, D’Ascani. Brava e buon 8 marzo a te, a Babette e a tutte le amiche che frequentano questa bella pagina virtuale.
Grazie Queen, augurissimi!
Bellissimo articolo e molte verità… Purtroppo.
Finché le donne non si decideranno a rispettare se stesse, indipendentemente da qualsiasi altra cosa, non ci sarà “trippa pe’ gatti”.
E lo fanno in poche, pochissime.
Vero, verissssssimo…
Parole sacrosante! Questo è parlare chiaro!
Ogni tanto ci sta no? 😉
La donna è la prima, troppo spesso, ad avere poco rispetto di se stessa. Se non rispetti te stessa, non sarai rispettata. Soprattutto, donne, ricordiamoci cosa sia la solidarietà femminile, ogni tanto…
Grande Fede!
Simo@