Mariangela Camocardi e Federico Spinozzi sono gli autori di un testo che andrà in scena domani, al Teatro “Il Maggiore” di Verbania, in occasione del 117° compleanno di Emma Morano, la donna che ha attraversato tre secoli della storia del nostro Paese.
La vita di Emma, nella sua normalità, è straordinaria. È l’ultima persona al mondo nata nel 1800, e la sua incredibile, bella longevità rappresenta di per sé la prima delle cose che fanno di lei un unicum inimitabile, un record che difficilmente potrà essere superato.
Ma non è solo questo: Emma è una donna dal carattere forte e dalle idee chiare, con uno spiccato senso della dignità personale che la rende un esempio per tutte le donne. È orgogliosa di aver lavorato fin da quando aveva 13 anni, perché alla propria indipendenza economica ci ha sempre tenuto parecchio. Non ha mai chiesto nulla a nessuno, e anzi non si è mai tirata indietro quando si è trattato di aiutare gli altri. Lo ha fatto in silenzio, senza sbandierare i gesti caritatevoli o il sostegno che riservava al suo prossimo. E questa, permettetemi di sottolinearlo, è una caratteristica che va a suo onore.
Il primo e forse unico amore di lei, Augusto, non tornò dalla Grande Guerra, spezzandole il cuore. Emma Morano è stata inoltre una moglie che ha saputo e voluto ribellarsi alla violenza domestica in un’epoca nella quale era il marito a spadroneggiare. La figura maschile era predominante, e le consorti difficilmente reagivano ai soprusi coniugali. Si separò da Giovanni, l’uomo che aveva sposato credendo di realizzare un sogno di felicità, infischiandosene di come i benpensanti del suo tempo l’avrebbero giudicata. È per l’ammirazione che entrambi, io e Federico Spinozzi, proviamo per Emma Morano che abbiamo creduto doveroso renderle l’omaggio che le era dovuto, raccontando qualche episodio significativo della sua lunga esistenza.
“Correva l’anno…” è un viaggio storico-musicale che si snoda sul filo dei tre secoli attraversati da Emma. Federico traccia gli eventi storici, anche drammatici, che si snodano sotto gli occhi di Emma, e che hanno cambiato questo Paese, mentre io, in punta di piedi, ho inserito dei cammei concernenti la quotidianità della Signora Morano che spero facciano capire la volitiva personalità di lei. Per cui passo la parola all’amico Federico affinché possa spiegare a sua volta come sia stato stimolante scrivere a quattro mani la storia di Emma.
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Come già premesso da Mariangela Camocardi, scrivere di Emma Morano, oltre che estremamente interessante, è stato come fare un tuffo nel passato.
Considero la donna più longeva del mondo una sorta di “capsula del tempo” in quanto, ripercorrendone la vita, il nostro sguardo si apre su una visione critica e soprattutto attenta dei tre secoli che abbiamo percorso. Emma era una splendida diciassettenne quando mio nonno subì l’onta della sconfitta a Caporetto, ed era una magnifica quarantaduenne quando mio padre partì per combattere nella seconda guerra mondiale. Voglio aggiungere che anche mia mamma si chiamava Emma.
Oggi mio nonno, mio padre e mia madre non sono più fra noi ma, osservando il viso antico e simpatico di Emma, mi accorgo che ancora vivono fra quelle sinuose rughe e mi sorridono anche, osservandomi con dolcezza, attraverso i suoi occhi. È bello avere memoria del passato, ma ancor più bello è poter parlare con qualcuno che l’ha vissuto realmente e osservato con i propri occhi.
L’idea dello spettacolo è nata parlando con Mariangela di come dovesse essere una vita che era slittata dalle arcaiche strutture della società ottocentesca, alle moderne innovazioni: un passaggio inizialmente lento, e che poi è progredito sempre più velocemente sino ai giorni nostri.
Ci siamo così divisi i compiti: lei si sarebbe occupata della vita di Emma con dialoghi e aneddoti, io, appassionato storico, avrei invece curato ogni dettaglio della cronaca storica e la parte “generalista”, dando voce a tutto quello che ha contraddistinto le vicissitudini, buone o cattive, che hanno accompagnato la Nazione, la sua gente e il territorio, dalla fine dell’Ottocento sino ai giorni nostri, inserendole in alcuni periodi della vita della nostra ultracentenaria Emma.
È così che è partita l’avventura.
Un gruppetto di “coraggiosi” ha cominciato a pensare di poter mettere in scena la vita di Emma Morano, supportati da un’amministrazione comunale audace che ha affidato la realizzazione del progetto all’Associazione77. Di conseguenza, come un sogno che si trasforma giorno dopo giorno in qualcosa di concreto, lo spettacolo teatrale “CORREVA L’ANNO …” dedicato a EMMA MORANO per il 117° compleanno è diventato una fantastica realtà.
Liana (*) detta Kat, diminutivo di caterpillar, con la sua grande capacità organizzativa si è occupata di aggregare un’armata variegata e ricca di talenti, di buoni propositi e di passione. Così un regista e il suo gruppo di valenti attori, due affermate maestre di canto con i loro meravigliosi ragazzi, una valida scuola di giovani e talentuosi ballerini per le coreografie si sono messi al lavoro con entusiasmo e volontà, dando il meglio di loro stessi. Le prove sono state allestite nei ritagli di tempo, le canzoni, arrangiate e preparate con cura sino a notte fonda, hanno creato un contrappunto ai dialoghi; i balletti sono stati provati a chilometri di distanza da un regista che spingeva gli attori a calarsi in un copione che man mano si evolveva. Malumori, errori, intuizioni ad hoc… l’insieme di tutto ciò darà vita al viaggio storico-musicale che andrà in scena la sera del 29 novembre, compleanno di Emma, nella splendida cornice del teatro IL MAGGIORE di Verbania.
(*) Liana, in continuo movimento, interviene, cerca sponsor, organizza, smussa, aiuta, animata da una forza inarrestabile che tutto trascina e tutto coinvolge. Liana: mia moglie, il motore della mia vita.
Nell’immagine di copertina: Mariangela Camocardi e Federico Spinozzi.
Grazie Babette, dita incrociatissime per l’andata in scena di domani, 29 novembre 2016 e 117° compleanno di Emma Morano.