Qui si racconta la storia di Germain, lo “scemo del villaggio”. Centodieci chili di muscoli per sorreggere una testa selvatica, un passato di mancata educazione sentimentale e un presente di conta dei piccioni e pomeriggi spesi al bar. Qui si racconta di un incontro straordinario nel più ordinario dei luoghi, un parco pubblico. Si traccia il delicato resoconto della più improbabile delle complicità, quella tra un gigante semi analfabeta e una vecchina con i capelli viola e la passione per i libri. Si dimostra che l’intelligenza è altra cosa dalla cultura. Quando le vite di Germain e Margueritte si accomodano sulla medesima panchina, ogni cosa, dentro e fuori, comincia a cambiare. E così questa può anche essere una storia che parla di avventure o di amore… o di indiani. Perché no? I sentimenti, come le parole, non sono innati. Bisogna acquisirli, piano piano. E quando sbocciano non conta più il vuoto che c’è ancora da riempire, ma tutto il pieno che invade il cuore e la testa come gramigna che non si può più estirpare. Il mondo in cui pianta le sue radici un’altra selvatichezza, fatta di affetti, fatta di parole. Come quella di Germain e Margueritte, e del vocabolario che ne riscrive i destini.

TITOLO: Una testa selvatica.
AUTRICE: Marie-Sabine Roger,
TRADUZIONE: Francesco Bruno.
GENERE: Narrativa contemporanea.
EDITORE: Ponte alle Grazie (2009).
PREZZO: euro 20,00 (brossura).
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Questo piccolo libro sconosciuto, letto da poco, ce l’avevo in casa da anni, comprato d’istinto durante una visita in libreria. E il mio istinto quella volta ha funzionato, cosa che non sempre accade.
La storia è raccontata in prima persona da Germain, 45 anni, grande, grosso e semianalfabeta, considerato lo “scemo del villaggio” poiché, fin da piccolo, è sempre stato un po’ tardo nel capire le cose. In realtà, il suo problema è stato accentuato da una madre fuori di testa e da educatori più interessati a schernirlo che a occuparsi di lui. In un modo o nell’altro, se l’è cavata. Vive di lavoretti, ha degli amici, ha pure una ragazza, tutto sommato non si lamenta. Però l’incontro con Margueritte segna un cambiamento profondo.
Quella vecchietta incontrata al parco lo tratta con molto rispetto e gli parla di libri, oggetti con cui Germain non ha molta dimestichezza. L’ascolta per educazione, ma poi continuerà ad ascoltarla e a volerne sapere di più. Fino a quando si renderà conto che lui, quella donnina minuta che gli ha fatto scoprire un mondo che gli era negato, la vuole nella sua vita.
Un libro piacevolissimo, narrato con le parole di un uomo semplice che sta imparando il piacere della lettura e della cultura. Germain ti conquista con la sua schiettezza e le sue insicurezze, con il racconto delle angherie subite e delle occasioni sprecate. Tutto sommato, quando incontra Margueritte, dentro di lui c’è ancora un ragazzo che si fa trascinare dalla vita, ma sarà grazie all’amicizia con la simpatica vecchietta che nel suo animo affiorerà l’uomo.
Una bella storia, adatta a chi vuole concedersi un momento di relax immergendosi in una trama insolita e piena di umanità.

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