Elisa e Liam: due storie, due mondi diversi.
Liam viene da lontano, dall’Irlanda del VI secolo d.C ed è stato destinato a una vita innaturalmente lunga, di sofferenza e rinuncia, in cui c’è posto solo per la vendetta e il sangue. Una promessa, fatta a Cathal, il suo amico fraterno, lo accompagnerà lungo il suo doloroso percorso, finché il cerchio non si chiuderà. Sarà la morte che finalmente metterà fine alla sua nostalgia e alla sua attesa? Il suo progetto viene sconvolto dall’amore e da un nemico implacabile che minaccia tutto ciò che ora, imprevedibilmente, è giunto ad amare davvero. Nella suggestiva vecchia villa sul mare Mediterraneo, con gli occhi fissi sulla linea dell’orizzonte, qualcuno attende in tormentosa solitudine che la sua lunga vita finisca … o inizi, finalmente.
Elisa è una ragazza moderna, che vive in una città del sud dei nostri tempi, la cui vita s’intreccerà a quella di Liam, grazie alla magia della musica. Il suo assistente di etnomusicologia all’università non sembra un ragazzo come gli altri: chi è quest’uomo ombroso e ironico? Qualcuno che metterà la sua vita in pericolo oppure la risposta del destino alla sua inquietudine?
Negli occhi pensosi e azzurri di questo giovane uomo si nascondono molte vite: musicista nell’Alto Medioevo, orafo provetto alla corte di Bisanzio, cacciatore di lupi nel regno di Giovanni Senza Terra, mercenario nella Francia del Seicento, fabbro nella Taranto settecentesca, violoncellista nella Chicago anni Venti, studioso di musica a Woodstock. Liam è un vampiro; ma soprattutto un uomo disperatamente in cerca di pace.
Elisa ascolta la voce della ragione, le raccomandazioni delle sue amiche e di suo nonno, Saverio, ma, quando guarda Liam, vede qualcuno che è legato alla sua anima da una forza così antica e profonda che non può contrastare, dovesse costarle la vita.
Come potrà Cathal mantenere la sua promessa? Lui, morto da secoli, come potrà riabbracciare il suo amico? Eppure il vampiro è atteso al varco. Fra i mosaici preziosi della cattedrale, fra i vicoli tortuosi di una Taranto millenaria, qualcuno è in attesa, per la vita o per la morte. Tra rivelazioni, pericoli, intrighi e rapimenti, i due protagonisti vivranno una storia drammatica, in cui più volte la loro vita sarà a repentaglio, e dove l’unica, vera forza redentrice non potrà che essere quella dell’Amore.
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Quando ho cominciato a scrivere questo romanzo non avevo idea di quel che sarebbe successo dopo. Avevo solo due parole: “Elisa camminava.” La protagonista che procedeva, come spesso faccio io, per il lungomare ventoso della mia città, Taranto. Da qui è cominciato tutto e la mia fantasia ha cominciato a sbizzarrirsi senza limiti, seguendo gli input che in quel momento mi provocavano, ed erano indubbiamente la lettura di Twilight, che mi aveva colpita, nonostante ne vedessi con chiarezza le pecche, e poi anche tanti elementi della mia vita che trovavano spazio nella narrazione, una pagina dopo l’altra, con una facilità che mi sconvolgeva.
Avevo tenuto repressa la mia vena creativa per tanto tempo, ritenendo di non essere nessuno per poter dire la mia. Poi, a un tratto, qualcosa è successo: ho cominciato a scrivere, un torrente ha rotto gli argini, ed era facile, era meraviglioso. Scrivevo e leggevo a mio marito, che non vedeva l’ora di sapere quel che sarebbe successo. Il senso di esaltazione che ho provato quella prima volta non potrò mai dimenticarlo.
Certo non sapevo che sarebbe stato solo l’inizio, ma poi, tutta la fatica fatta, le cose che ho imparato, questo nuovo mondo che ho conosciuto mi hanno dato davvero tanto.
Capitemi, non sono una ragazza, e poter imparare tanto alla mia età è stato splendido, e continuo a farlo. Spero, scrivendo, di ritrovare la naturalezza con cui mi sono innamorata di Liam, il mio protagonista. Vampiro, ma uomo soprattutto: una persona inquieta, irrisolta, reduce da un combattimento interiore che ha fatto di lui qualcuno che vuole essere buono, ma che sa di contenere un’oscurità insopprimibile. Questo dualismo è dei vampiri, ok, ma non è forse di tutti gli uomini? E sostanzialmente di ciò volevo parlare in questo romanzo.
“Io, Liam” ha spiazzato i lettori. Le appassionate del paranormal romance lo hanno forse trovato un po’ strano: i due protagonisti si innamorano subito! E allora che gusto c’è? C’è la musica, c’è un sacco di religiosità… ma che c’entrano? Alcune blogger specializzate sono rimaste perplesse. Gli “adulti”, tanti miei coetanei, che storcevano il naso solo a sentire “vampiri”, ne sono rimasti conquistati solo a posteriori, dopo aver letto fino in fondo – e soprattutto quelli capaci per indole e disposizione d’animo ad andare a fondo delle cose, quelli con la mente aperta.
Insomma ho scritto un romanzo “a cavallo” dei generi, strano per tutti. E “strano” era nato già dall’inizio, dato che l’avevo immaginato come un enhanced book, come un libro multimediale, nel quale si potessero ascoltare le musiche mentre si leggeva, vedere le immagini dei luoghi dei tanti flashback, e questo sogno – quello di poter dare una dimensione multimediale alla mia prima creatura – in effetti ce l’ho ancora.
Ho preso un cliché, Twilight all’italiana, e l’ho trasformato in un contenitore di tutte le cose importanti della mia vita, infatti c’è tutto di me: io sono Elisa, la mamma di Elisa, sono il cattivo – così perso nell’illusione del potere, così iroso contro il tempo che scorre inesorabile – sono Cathal, l’amico di Liam, con la sua inestirpabile speranza, ma soprattutto io sono Liam.
Già, perché la mia storia non è innanzi tutto una storia d’amore – anche se lo è, e tantissimo – quanto la storia di un’amicizia, la storia di una crescita, un romanzo di formazione.
Capisco che detto così pare che io pensi di aver scritto il romanzo del secolo: non è affatto così. Ne conosco i limiti, so di poter crescere come scrittrice – che mi sento male solo a dirla, questa parola – so che la trama poteva essere perfezionata, che leggendo si capiva un po’ troppo facilmente chi era il cattivo (queste sono critiche costruttive che ho raccolto dalle numerose recensioni), eppure tutti hanno detto che scrivo molto bene: cioè, vi pare poco per un romanzo d’esordio? E poi molte persone – molte non in assoluto, ma molte per me – hanno colto il cuore di ciò che volevo dire e hanno amato questa mia creatura.
Per questo e per tutta l’avventura complessiva che è stata scrivere, trovare la casa editrice, editare, poi di nuovo editare, trovare la cover perfetta (grazie, Petra Zari), fare le presentazioni, convincere i miei vecchi, coriacei amici a leggermi, io sono stata felicissima, graziata, travolta da un’esperienza che non mi ha lasciata la stessa. Liam, il vampiro con gli occhi di ghiaccio e dal cuore nostalgico, Elisa, con il suo desiderio di trovare se stessa e un buon motivo per vivere, e tutti gli altri personaggi, compreso il gran Terranova Baldassarre, sono parte di me, sono me: sono quella parte di me che va in giro per il mondo e vuole parlare alla gente, di musica, di nostalgia e d’amore.
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