Fuori dall’isola non c’è nulla: il mondo è stato distrutto da una fitta nebbia che ha invaso il pianeta, devastando ogni cosa e annientando ogni forma di vita. Sull’isola, invece, ogni cosa è idilliaca: la natura è rigogliosa, l’aria pulita e centoventidue persone vivono in perfetta armonia, sorvegliati da Niema, suo figlio Hephaestus e Thea, tre scienziati che sono stati in grado di proteggere quel luogo paradisiaco dalle insidie esterne. Gli abitanti del villaggio hanno poche pretese, si accontentano di pescare, coltivare i campi e godere dei frutti della terra e se hanno un dubbio possono appellarsi ad Abi, un’entità ognuno di loro sente nella propria mente. L’importante è che rispettino sempre il coprifuoco e le regole imposte dagli scienziati. Fino al giorno in cui, con orrore degli isolani, Niema, la scienziata più anziana, viene trovata brutalmente uccisa. Oltre ad aver lasciato l’intera isola sotto shock, l’omicidio ha innescato un abbassamento del sistema di sicurezza intorno all’isola, l’unica cosa che teneva a bada la nebbia. Se il caso non verrà risolto entro 107 ore, la nebbia soffocherà l’isola e tutti i suoi abitanti. Ad aggravare la situazione c’è che il guasto nel sistema ha anche cancellato la memoria di tutti gli abitanti: nessuno ricorda più ciò che è accaduto la notte precedente, il che significa che qualcuno sull’isola è un assassino e non sa di esserlo. Nel frattempo, il tempo stringe.

Titolo: L’ultimo omicidio alla fine del mondo.
Autore: Stuart Turton.
Traduzione: Christian Pastore.
Genere: Fantascienza post apocalittica. Thriller distopico.
Editore: Neri Pozza.
Prezzo: euro 9,99 (eBook); euro 19,00 (copertina flessibile).
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In un mondo post apocalittico totalmente avvolto da una nebbia nera ricolma di insetti, una comunità di superstiti conduce la propria esistenza su un’isola greca, sede di un avanzato laboratorio. Tuttavia, nonostante all’apparenza sia mite e dotato di un proprio equilibrio, questo ecosistema è destinato a rompersi.
Da questa premessa, Stuart Turton dà vita al proprio thriller distopico, in un’ambientazione forse non originalissima, ma di certo molto evocativa. E se una prosa fluida e semplice rende molto scorrevole la lettura, la modalità alternativa di narrazione (un sapiente alternarsi di prima e terza persona) la rende molto interessante.
I misteri, le domande e colpi di scena sono diversi nel lungo dipanarsi della trama, e se anche a una certa possa apparire che l’autore abbia fatto (tecnicamente parlando) il passo più lungo della gamba, l’ultimo chiarimento rimette a posto ogni tassello, in modo da appagare anche il lettore/scrittore più puntiglioso (tra i quali immagino possa essere annoverato anche io).
In conclusione, mi sento di consigliare vivamente questo autore, non solo per il libro in sé, ma anche per la postfazione in cui dichiara l’intenzione di scrivere sempre libri diversi, nonostante le comprensibili difficoltà editoriali che la scelta gli possa comportare. Questo, signori, è scrivere. Tanta stima.

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Copertina creata con Canva mediante utilizzo della cover del romanzo e di una fotografia inviata da Alessandro Giannotta.

In calce all’articolo, collage di cover dei romanzi di Alessandro Giannotta.