Oggi, facciamo due chiacchiere con Maria Concetta Distefano, fresca collaboratrice nel nostro Blog e già molto apprezzata dai lettori e dalle lettrici con i suoi articoli sulle case famose.
Il curriculum è lungo come la Quaresima, quindi ve lo mettiamo in fondo in fondo…

Due righe per presentarti?
Ops. Provo a essere sintetica: nata in Sicilia, università a Pisa, lavoro – come insegnante d’inglese – a Torino.
Dal 2016 in pensione da scuola con Opzione Donna.
Scrivo da sempre. Ok, lo so, è un’espressione abusata ma veramente vera per me, tant’è che sia la maestra delle elementari sia i proff d’italiano delle medie e del liceo (classico) mi redarguivano per i miei temi più somiglianti a storie inventate – fiction! – che a composizioni scolastiche…
Ho tradotto per Mondadori (gialli); per l’Editoriale Corno (rosa) e ho cominciato, più di trent’anni fa, delle collaborazioni con riviste femminili quali Confessioni Donna, Confidenze, Intimità; ho scritto racconti per varie antologie letterarie e tre romanzi.
Ultimamente disegno animali fantastici e piante bizzarre.
Vivo col marito a Torino, ho una figlia e due nipotini.
Occasionalmente strimpello il pianoforte.

Che genere scrivi?
Di tutto un po’, ma il mio genere preferito è “costume e società” (esiste?) e prediligo temi femminili, usando, di solito, toni molto ironici e autoironici come, ad esempio, nei miei due primi romanzi Le amiche del ventaglio e La vita in piazza.
Nell’ultimo romanzo – Telefona, qualche volta… – ho sì affrontato temi femminili (cancro al seno e rapporto conflittuale con la madre), ma i toni sono meno ironici del solito, seppur presenti.

Come scrivi? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Nella fase number one dell’idea in nuce uso penna e quaderno con schizzi che vorrebbero essere Spidergram o Flowchart e a volte evolvono in… disegni e arabeschi vari… Poi al computer con Word.
Nella fase di stesura, sì, tecnologia. Soprattutto nella fase di ricerca Google mi è di grandissimo aiuto! Lo uso nelle sue varie declinazioni: Maps, Earth, Meteo, eccetera per “regolarmi” con abbigliamento dei protagonisti, paesaggi, effemeridi, specialità culinarie, botanica, medicina… Prima, in illo tempore, facevo queste ricerche in biblioteca e sulle enciclopedie varie. Ora è più semplice, lo ammetto. Thank you, Internet!

Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Preferisco scrivere al mattino quando ho ancora fresche in mente le idee “geniali” che mi vengono di notte se mi capita di svegliarmi per un rumore, per bere, per…

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Coinvolta e distaccata. Mi spiego: se devo descrivere, ad esempio, una scena con protagonista in movimento, metti che lui/lei stia dipingendo, allora comincio a fare anch’io una specie di danza dei sette veli per capire/descrivere i movimenti della mano col pennello sulla tela; o sulla tastiera di un pianoforte; o mentre innaffia una pianta; o…
Poi, distaccatamente, uso i verbi giusti e descrivo la scena. Per certe scene su scale dei pompieri mi affido all’immaginazione, ché ho una certa età. E non ho amici pompieri, anche.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Sono più per una scaletta ferrea. Dicevo prima di Spidergram e Flowchart. Li uso davvero. Devo sapere dove vado a parare, anche se il come un personaggio si muove e il come “parla” per arrivare al suo scopo o l’arrivare dal punto A al punto B è, naturalmente, un processo di scrittura che avviene in fieri. Cioè, non so mai esattamente cosa dirà X quando gli cadrà addosso una tazza di caffè caldo, ma so che questo episodio lo porterà in ospedale e che lì… eccetera.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Dipende. Se ho una scadenza, scrivo/riscrivo almeno tre ore al giorno, al mattino, preferibilmente. Se invece lavoro “per me”, cioè se sono alle prese con la stesura di un romanzo che finirò quando finirò, tendo a seguire ritmi più personali guidati dalla famosa ispirazione.

Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei una self pura?
Per ora solo con casa editrice. In particolare i tre romanzi – Le amiche del ventaglio, La vita in piazza e Telefona, qualche volta… – con la stessa casa editrice, Edizioni Hogwords, che ha creduto nel mio primo romanzo.
I vari racconti che ho pubblicato sono confluiti invece in antologie edite da varie case editrici: Sperling e Kupfer, Baldini e Castoldi, Mondadori, Edizioni della Sera, Giulio Perrone Editore, I Parolanti, Meligrana Editore, SEB27, Le Mezzelane ecc.

Ti servi di beta reader e di un/una editor, prima di mandare il testo alla casa editrice?
Sì! Ho degli amici fidatissimi e lettori forti che fanno le pulci ai miei testi. Proprio bravi perché non me le mandano a dire e stroncano che è un piacere!
Poi sono gli editor delle varie CE che rifanno le pulci e con loro il lavoro è più capillare, tant’è vero che, ad esempio, ogni romanzo, prima di vedere la luce, ha richiesto un anno intero di editing. Sob sob!

I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri? Se sì: quali sono i tuoi preferiti? Perché?
Li uso. Più che altro Facebook perché più adatto al mio modo di comunicare. Vi posso pubblicare foto e link ma, anche e soprattutto,  posso scrivere dei commenti alle foto, illustrandole, per così dire. Per quanto riguarda il marketing sui social, se così vogliamo definirlo, trovo che per me Facebook sia l’unico mezzo, sempre perché è un social che mi permette di scrivere, commentare, spiegare. So che hai dei limiti. Purtroppo non so ancora usare al meglio Tik Tok e Instagram.

Quali riscontri hai notato?
Ho notato dei buoni riscontri che mi hanno permesso di farmi conoscere come scrittrice e come persona. I miei romanzi stanno “viaggiando” bene su Facebook e sui vari gruppi di lettura e scrittura e sono molto grata a chi mi legge.
Vi racconto questa: un noto museo artistico di Torino ha visto i miei disegni su Facebook e mi ha invitato a partecipare a una mostra nella galleria del museo.
Quindi credo che FB dia visibilità a chi, come me, non aspira ai grandi numeri, ad avere chissà quanti follower, non vuole diventare un’influencer (mi basta non prendermi l’influenza) e… va bene così.

Hai una newsletter? Se sì, ogni quanto invii un aggiornamento? Hai un sito web? Se sì: è home made, oppure ti sei rivolta a un/una professionista?
No newsletter, no sito web, al momento.

Progetti per il futuro?
Yes! Un bel noir divertente il giusto con molte riflessioni “costume e società”! Ho quasi ultimato la fase di ricerca e quasi finita la scaletta (mancano giusto due o tre gradini).
Grazie mille per questa opportunità!

L’ultimo nato in casa Distefano è TELEFONA QUALCHE VOLTA (Edizioni Hogwords. Per acquistarlo, fate click QUI).

Può una telefonata rimettere in gioco certezze e incertezze di una vita?
Se arriva da un centro oncologico per fissare un appuntamento di approfondimento per “vederci chiaro”, sì.
È quello che succede alla protagonista del romanzo che, nei tre giorni che la separano dall’appuntamento, in uno stato di comprensibile ansia, rivede tutta la propria vita concentrandosi soprattutto sul legame conflittuale con la madre e si sforza di trovare alibi alle colpe e agli errori di entrambe.

Maria Concetta Distefano è nata a Ragusa, ha frequentato il Liceo Classico “G. Carducci” di Comiso e si è laureata in Lingue e Letterature Straniere a Pisa. Per circa trent’anni ha insegnato inglese presso l’istituto tecnico “Russell-Moro” di Torino. Da qualche anno è in pensione anticipata per dedicarsi pienamente alla scrittura, sua grande passione, e alla pittura. Vive con il marito a Torino. Già traduttrice dall’inglese di “gialli” Mondadori e di “rosa”, già collaboratrice di Confidenze e Confessioni Donna, scrive da più di trenta anni per la rivista Intimità e per la rivista online Atlante delle Residenze Creative dove pubblica articoli su caffè letterari e luoghi artistici. Suoi racconti e poesie sono presenti in varie antologie di premi letterari quali, ad esempio, “Voci di Donne” di Savona, “Fascino, Mistero e Seduzione” di Sassello (SV), “D come Donna” di Segrate, “Ninfa Camarina”, “Sotto i cieli di Torino”, “Premio città di Rivoli, Club des Poètes”, “Ossi di seppia”. Nel novembre del 2003 una sua storia, La stanza etnica, è stata inserita in una raccolta di dieci storie al femminile – Confidenze del cuore – nella Collana Oscar Mondadori Varia; nel dicembre 2004 un’altra è stata pubblicata in una raccolta, Io allo specchio, racconti di donna, a cura di Natalia Aspesi e Vincenzo Cerami, edita dalla Sperling & Kupfer; nel 2007 un suo racconto è stato pubblicato nel volume Il prima e il dopo edito da Baldini Castoldi Dalai. Nel 2010 ha scritto il leporello della “befana” della Ferrero. Tre sue lettere sono state finaliste al Festival delle lettere di Milano e, nell’edizione 2013 del Festival, la sua “Lettera dal cassetto” è stata vincitrice del primo premio. Il suo racconto Ci vediamo a Chisinau è stato pubblicato nell’antologia Lingua Madre 2008; Le rrughe di Tanusha nell’antologia Lingua Madre 2012, Registro del professore nell’antologia Lingua Madre 2015. Sue fotografie sono state selezionate per mostre itineranti sempre nell’ambito del Concorso Lingua Madre (2017, 2019,2020, 2021, 2022). Un suo racconto, Seduto sedato, si trova nella raccolta Ti amo, ti odio. (Confidenze/Mondadori, giugno 2015). Emma e il gigot d’agnau è stato inserito nell’Antologia La pelle non dimentica 2018 per Le Mezzelane Casa Editrice, Emilia detta Emy nell’antologia La pelle non dimentica 2019 e Tragedia in due atti nell’antologia Oscure Presenze 2019 sempre edita da Le Mezzelane Casa Editrice. Liberty a Torino nell’antologia di AA.VV. Racconti dal Piemonte 2018 per la casa editrice Historica. Dopo la pioggia nell’antologia Il grande racconto di Klimt, Edizioni della Sera, maggio 2019. Vendesi nell’antologia Il grande racconto di Renoir, Edizioni della sera, ottobre 2019. Tokyo nell’antologia Cinquantatré vedute del Giappone, Idrovolante Edizioni, 2020 e Erectus… Sapiens… Volans… in I figli di Icaro, Idrovolante Edizioni, 2020; Io e il ‘virius’ in Bambini in pausa, Meligrana Editore, dicembre 2020; “tre drabble” nell’antologia #drabble: 60 storie in 100 parole, edizione iParolanti 2020; Carthago delenda est in Estate in 100 parole, Giulio Perrone Editore, giugno 2022; il racconto Delinquenti! nell’antologia Una storia al giorno, Giulio Perrone Editore, novembre 2022; il racconto Il rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento in Cartoline da Torino, Giulio Perrone editore; il racconto Mango (CN) nell’antologia Piemonte Sulle vie del vino, Giulio Perrone Editore, ottobre 2023. Occasionalmente collabora con la casa editrice Edisco di Torino per la produzione di Easy Readers (Letture semplificate di capolavori della letteratura inglese e americana). Ad aprile 2017 è uscito il suo primo romanzo, Le amiche del ventaglio, Edizioni Hogwords. La vita in piazza, sequel/non sequel de Le amiche del ventaglio, è uscito nell’agosto 2019, sempre con Edizioni Hogwords. Questo non è un libro sul Covid, scritto a sei mani con due amiche scrittrici e con illustrazioni originali di un’amica pittrice, è uscito a maggio 2021 per i tipi de Le Mezzelane Casa Editrice. Telefona, qualche volta… è uscito a settembre 2023 con Edizioni Hogwords. A ottobre 2023 ha partecipato, con una serie di suoi disegni colorati con tecnica mista, a una mostra collettiva di pittura a tema Secret Garden, presso la sede torinese del MAU – Museo di Arte Urbana.