CHARLOTTE SOGNANDOTRALERIGHE: Solo se abbinato all’aroma muschiato della pelle sudata.
BABETTE BROWN: E al sapore di miele della… quella cosa lì, insomma… La prima volta che trovai quell’espressione, cara la mia Margaret, ero ancora ragazzina. Si parla, quindi, del Pleistocene. L’espressione era riferita all’Uomo Mascherato (settanta chili di muscoli guizzanti. O erano ottanta? La memoria fa cilecca).
STEFANIA AUCI: E al verbo “vezzeggiare”. Mi causa l’istantanea trasformazione in un Hulk incazzoso e irsuto.
MONICA LOMBARDI: Ma come, Margaret, i tuoi muscoli non guizzano? Ahi-Ahi-Ahi.
STEFANIA AUCI: Babette Brown, quelli erano totani. Guizzanti e tentacolari anche loro.
MONICA LOMBARDI: Giocando d’anticipo, spezzo però una lancia in favore del verbo “grugnire”, se il romance è tradotto dall’inglese. “Grunt” nell’originale dà molto meno fastidio. Su, aiutiamo le traduttrici a trovare qualcosa di più carino di “grugnire” per “grunt”…
STEFANIA AUCI: Se durante l’attività l’uomo grugnisce… non so voi, ma a me viene da ridere!
MARGARET GAIOTTINA: E perché, l’odore di sandalo? Vi prego, basta sandalo! Monica, anche se qualche volta i miei muscoli hanno guizzato, sono una pentita del “guizzamento”.
SILVIA AMI: E miagolare? Voi miagolate quando succhiano il vostro miele?
MARGARET GAIOTTINA: Miagolare è quasi oltraggioso. Grugnire non ne parliamo proprio.
STEFANIA AUCI: Cos’è, l’arca di Noè?
SILVIA AMI: No, è la vecchia fattoria.
MONICA LOMBARDI: Altro incubo del traduttore, immagino: “snort”. E vi assicuro che sia snort che grunt suonano bene in inglese. Capite perché leggo in lingua? Ancora non ho trovato un’alternativa al grugnire, però… Dovremmo creare noi un glossario. E no, Silvia, niente miagolamenti.
MARGARET GAIOTTINA: Se scrissi mai qualcosa in tal modo, sono pentita, in ginocchio sui ceci. Ma non mi pare…
SILVIA AMI: Questo post cade a fagiolo, proprio ieri sera scrivevo una scena hot e mi chiedevo che “versi” far fare ai protagonisti…
MONICA LOMBARDI: Scusate, ma sto traducendo un testo sui legumi. Non scherzo.
SILVIA AMI: Monica Lombardi, infatti! Io leggo in lingua e ho pure scritto il primo libro in inglese. Ora che sto scrivendo in italiano, non faccio altro che darmi le bacchettate sulle mani da sola, quando penso a sgrunt, snort, moan, eccetera.
MONICA LOMBARDI: E stamani, traducendo quel testo, arrivata al calibro dei piselli mi sono schiantata dalle risate.
SILVIA AMI: Monica, Mendel ti fa un baffo!
MONICA LOMBARDI; Moan… altro termine bellissimo in inglese e tradotto orrendamente in italiano. Pure io scrivevo in inglese, all’inizio, Silvia, ma era una fanfiction.
STEFANIA AUCI: Davvero dobbiamo usare quei termini? Nelle scene di sesso evito di mettere i “versi”. Battute di dialogo? Pochissime.
BABETTE BROWN: Quando faccio editing, cancello “grugnire” e lo cambio con “ringhiare”. Non mi dispiace l’idea di un maschio che mi ringhia all’orecchio mentre…
SILVIA AMI: Non c’era EWWA, quando mi sono buttata nell’avventura di scrivere, e ho cercato oltreoceano.
CHARLOTTE SOGNANDOTRALERIGHE: Viva il sesso composto e taciturno, insomma!
MONICA LOMBARDI: Io sono sul poco plastico e sul poco figurato, sensazioni… sensazioni… sensazioni! Parole poche, ma giuste. Silvia, a Mendel fra un po’ potrò dare ripetizioni! Lui e il suo pisello odoroso…
SILVIA AMI: Ringhiare no, trovo accettabile ansimare, sbuffare… robetta “leggera”, insomma. Ho bisogno di suoni forti.
STEFANIA AUCI: No al sesso composto.
BABETTE BROWN: No, Charlotte! Il sesso composto e taciturno, no!
MONICA LOMBARDI: Ma nemmeno quello autoritario, alla Dom, Babette! Dimmi che capisci senza che debba farti degli esempi…
BABETTE BROWN: Capisco, Monica, capisco.
STEFANIA AUCI: Personalmente, lavoro molto sulle sensazioni. Se la lettrice deve immedesimarsi, deve trovare certe emozioni che siano “facilmente riconoscibili” e per questo, almeno a mio avviso, la sensualità diventa più coinvolgente e meno “ginecologica”. Quanto ai versi… anche lì… non li uso, non ne sento il bisogno. Ma riguarda il mio modo di scrivere e concepire le scene di sesso. Sarò cerebrale, che devo dire…
MONICA LOMBARDI: E i mille “baby” che qualche autrice usa, come li tradurreste?
BABETTE BROWN: Io userei “piccola”.
MONICA LOMBARDI: “Sessualità ginecologica” mi piace come espressione (non come concetto). Anche “sesso Ikea”, usato tempo fa da una ragazza sulla lista delle Roselle, mi ha fatto schiantare dalle risate. Stefania, credo di essere cerebrale anch’io. Il punto è: per un lettore che è “nel” nostro libro perché ama le parole, niente è eccitante quanto le parole stesse. “Piccola” non è male, Babette, se non se ne abusa.
STEFANIA AUCI: Molto più di un testo dove sembra che la protagonista si dimeni come se avesse le pulci e pare che sia uscita da un video di 50 Cents, mentre fino a due pagine prima era una pudica verginella inconsapevole del proprio fascino.
MONICA LOMBARDI: Ragazze, vi devo salutare. La traduzione del testo su piselli, ceci e fagioli mi aspetta. È stato un piacere!
STEFANIA AUCI: Dipende molto dalle storie. In una può andare bene la tenerezza, nell’altra il turpiloquio. Tutto cum grano salis, perché se stai lì a parlare… come diciamo a Roma “nun se batte chiodo”!
BABETTE BROWN: Esattamente. Dipende dalla storia. Una scena di sesso sporco (non saprei come altro definirlo senza usare troppe parole) ci sta se il contesto e la vicenda lo richiedono. Altrimenti, stona e fa ridere i polli.
SILVIA AMI: Pausa per la cena. Torno dopo con un link che mi ha fatto ribaltare dalla sedia per il gran ridere.
STEFANIA AUCI: Allora… In un Romantic Suspense il sesso rude, accompagnato da un congruo linguaggio, ci sta. Ma se siamo in un Regency e lei è una fragile verginella, come la mettiamo? Un lui che grugnisce mi lascia perplessa. A meno che non sia un guardiacaccia tipo quello di Lady Chatterley!
BABETTE BROWM: Concordo, Stefania. Nel Regency niente grugniti. Solo sospiri e (si spera) stupore e timore verginali da parte della donzella di turno. A me son piaciute le pagine di sesso scaturite dalla penna di Kleypas, per esempio. Le prime che mi vengono in mente. Lì è anche l’abilità del traduttore (e si torna al discorso iniziale) a farla da padrona.
PATRIZIA BALDACCI: Ho abbandonato l’italiano anche per questo, purtroppo. Le traduzioni perdono, soprattutto in un genere come il romance.
BABETTE BROWN: Non è detto. Ricordo con reverenza le sorelle Zazo che traducevano con penna sublime i romance di Heyer. Bravissime.
SILVIA AMI: Prima di leggere questo post, dovete sapere che è in inglese. Vi farà ridere a crepapelle. Leggete anche i commenti, meritano. Non leggerete più una scena d’amore con gli stessi sentimenti di prima.
http://smartbitchestrashybooks.com/blog/10-things-i-hate-about-sex-scenes
STEFANIA AUCI: Conosco quel post, è geniale!
BABETTE BROWN: Con il mio povero inglese ho capito metà di quello che c’è scritto. È bastata, comunque, per ribaltarmi dal ridere. Eccezionale!
PATRIZIA BALDACCI: Io abolirei anche la parola “possente”, ovunque. L’ho trovata anche tre volte nella stessa frase.
BABETTE BROWN: Oh no, possente (faccina da vomito).
LUCILLA GENOVESI: Divertentissimo! Il sesso sul cavallo mi ha fatto scompisciare! Dunque, ricapitolando: lei e lui si concedono una nottata di sesso sulla schiena di un povero cavallo (omissis, siamo nel porno più spinto. Andate nel gruppo su Facebook)… e il tutto è condito da ringhi, grugniti, gemiti e incitamenti al sesso estremo da parte di lei. Non so voi, ma io associo “snort, grunt e moan” alle esclamazioni di Paperino.
BABETTE BROWN: “Moan”… l’espressione la usa anche Enrico la Talpa (personaggio del fumetto di Lupo Alberto, N.D.R.).
LUCILLA GENOVESI: Anche l’acciaio coperto di velluto è vagamente inquietante.
SILVIA AMI: Ho i crampi quando leggo di poveri uteri pressati da verghe d’acciaio coperte di velluto.
BABETTE BROWN: Crampi. Confermo.
LUCILLA GENOVESI: Giunone benedetta! Mi associo ai crampi.
TERESA SICILIANO: Mi avete fatto morire dal ridere!
ELENA TARONI DARDI: A me la scena in apnea non piace, specie se ci sono solo ringhi, sospiri, gemiti… che devo dirvi? Non la trovo realistica. Come se tutto si sospendesse: zitti, lo fanno!
LUCILLA GENOVESI: Sì, zitti e respirate piano altrimenti non si sentono i grugniti!
MONICA LOMBARDI (che deve avere abbandonato piselli, ceci e fagioli): Silvia, stavo già ridendo qui… “And the orgasm were always simultaneous”. LOL.
LUCILLA GENOVESI: Già, simultanei… proprio come nella realtà. Soprattutto le donne lo provano sempre, nei romance. Mai una volta che lui dica “Scusa cara, ma non ce la facevo più!”
LETIZIA DRAGHI: Oh, come mi piace questo post! Spero solo di non essermi macchiata di adesione al conformismo erotico letterario.
Finisco qui questa specie di radiocronaca. Spero che vi siate divertiti.
(L’immagine è stata reperita su Internet, n.d.r.).
Ossì signora Babette, mi sono divertita.
E se posso dire la mia, famolo strano, ma non ridicolo. Ironico semmai. Allora ci può star dentro anche un grunt.
È facile cadere nel ridicolo, soprattutto scrivendo un erotico e volendo strafare.
Un sentito “grazie” a tutte le amiche che hanno partecipato all’incontro sui muscoli possenti (e sull’aroma muschiato).
Riletto, sempre divertente. Grazie Babette.
Miagolo felice. 🙂
Snort, sgrunt, moan…
Che direste se io, ehm…grufolassi? ..
Suinamente? Può essere, Dario. Questo tuo commento apre nuove possibilità al linguaggio da camera da letto (dei romance, ovvio).
Troppo divertente, Babette!!
Divertente leggere l’articolo, ok. Ma sapessi quanto abbiamo riso noi a scrivere quelle frasi!