La “Scheggia impazzita” ha letto “Versus” di Lucia Guglielminetti e ci racconta cosa ne pensa.
Titolo: Versus.
Autrice: Lucia Guglielminetti.
Genere: Horror.
Editore: Lucia Guglielminetti.
Prezzo: euro 3,49 (e-book).
Beatrice è una sedicenne grassottella e apparentemente insignificante, con una famiglia altrettanto scialba alle spalle. L’unica cosa che anima le sue giornate è la passione per i Rip n’Tear, gruppo heavy metal americano capitanato dall’affascinante e magnetico Johnny Lee Kerr. Quando la band arriva in Italia per un tour mondiale, Bea riesce a procurarsi il biglietto per il concerto della data di Torino e fa di tutto per incontrare il suo idolo nell’albergo che li ospita. Delusa e ferita per l’esito dell’incontro, Bea – che ha scoperto in sé doti paranormali che non pensava di possedere – architetta una spietata vendetta nei confronti di Johnny Lee. Risucchiato in un incubo da cui sembra impossibile sfuggire, il cantante dovrà affrontare eventi che lo condurranno sull’orlo della pazzia… o forse oltre.
Che Lucia Guglielminetti sappia raccontare belle storie, è un dato di fatto. Che ami raccontarle, pure. Voglio dire, si percepisce in ogni suo scritto il gusto di portarti con sé nel cuore di una vicenda che, come il centro di un labirinto, si apre su ulteriori, infinite vicende, che scorrono in rigagnoli insidiosi a irretire l’incauto lettore. Si sa, dai labirinti è difficile uscire, soprattutto se non hai idea di come ci sei arrivato in mezzo. Ma, in certi casi, perdersi non è poi così male.
In questa nuova fatica letteraria, Lucia lascia il personaggio che le ha donato la giusta celebrità, il vampiro olandese Raistan Van Hoeck, per cimentarsi in una sua personale rivisitazione del genere horror. Versus vanta contaminazioni importanti, e tuttavia si caratterizza fin da subito per l’originalità dello stile e soprattutto del punto di vista con cui viene presentata la vicenda.
La trama è semplice, nella sua brutalità: Beatrice, ragazzina complessata, succube di una madre asfissiante, riversa tutti i propri sogni e le proprie emozioni in Johnny Lee Kerr, leader di una rock band americana. A lui immagina di confidare i propri segreti, con lui sogna di potersi affrancare da una vita grigia e senza speranza. Nulla di nuovo, dunque. Una tragedia adolescenziale come tante, anzi, una tragicommedia, dal momento che lo stile ironico e graffiante di Lucia dipinge la vita borghese e alienante della sua giovane protagonista con feroce comicità.
Ma niente è come sembra, nel cuore dei labirinti. Dopo un incipit tutto sommato rassicurante, il romanzo ci regala una prima sorpresa, perché, a dispetto dei presupposti, Beatrice incontra davvero il suo Johnny. Certo, gli esiti di questo incontro non sono quelli sperati. Un problema ricorrente quando si tenta di tramutare in realtà sogni troppo a lungo sognati.
E le sorprese non sono finite. Rapidamente si passa dai toni delicati e ironici della commedia adolescenziale, all’amarezza di una realtà impietosa e dura, che non conosce sconti, per poi scivolare, con un nuovo colpo di scena, in una dimensione definitivamente horror.
Questo caleidoscopico cambiamento di registri e toni, che potrebbe risultare pericoloso in mano a un autore meno navigato, viene gestito da Lucia in modo tale da portare il lettore esattamente dove lei vuole, e senza fargliene rendere conto, conducendolo gradualmente nello stesso incubo che trascina Johnny in una deriva sempre più psicotica.
Missione compiuta, dunque? Forse. Tutto dipende da quali intenzioni avesse Lucia fin dall’inizio. Ma al di là delle sue imperscrutabili ragioni, il romanzo è godibile, mai scontato, si legge tutto d’un fiato e ti tiene col fiato sospeso fino all’imprevedibile finale. E questo è quello che dovrebbe fare un buon horror.
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