Non ero pronta per lui, ma questo non gli importò.
Entrò come un tornado nella mia vita,
la stravolse spezzandomi il fiato
e mi rese donna,
a dispetto di tutto e tutti.
Il giorno del mio diciottesimo compleanno, spiando quel ragazzaccio condannato ai lavori socialmente utili, pensai che la vita stesse per sorridermi, lungi dall’immaginare cosa in realtà stesse per serbarmi. Qualcosa più grande di me mi avrebbe presto travolta, scossa alle fondamenta, gettando il mio corpo e il mio cuore in pasto a una persona con l’animo di un lupo selvatico. Per tutti sarebbe stato uno scandalo e una vergogna: nessuno avrebbe compreso, perché nessuno conosceva le molteplici verità che quel lupo era stato così bravo a celare.
Forse un cuore, seppur logoro, l’aveva anche lui.
E forse, se avessi lottato e ignorato le apparenze, prima o poi lo avrei scoperto.
Quando vorrai odiarmi, ricordati che ti amo.
Ho letto per la prima volta un romanzo di Anna Chillon l’anno scorso. Il libro “Nobili parole nobili abusi” mi aveva colpito per la scrittura raffinata, lo scavo psicologico dei personaggi, la storia non banale, pur inserita in un filone consolidato.
L’impressione positiva si ripresenta con “Giada un amore colpevole”. E con le stesse motivazioni.
Questa volta, l’autrice si cimenta con un genere per lei nuovo, il romance erotico, e lo fa con uno stile magistrale, che lascia intuire un talento da seguire con molto interesse.
La trama è scabrosa: Giada, diciotto anni; Vincent, quarantatré. Un abisso. Lei ragazza alle prese con i turbamenti per il bad boy della scuola; lui, amico di famiglia, un lupo sotto vesti umane. Capace di grandi generosità, capace di grandi bassezze.
Eppure, la passione non guarda a queste miserie; si insinua sotto la pelle, tormenta e lenisce, graffia e accarezza.
Non aspettatevi cuoricini a piè di pagina: la storia è dura, come sempre nei romanzi di Anna Chillon, in cui se c’è un lieto fine arriva solo quando i protagonisti hanno toccato il fondo della malinconia, della solitudine.
Molti passaggi ci lasciano con l’amaro in bocca, temperato subito dopo da frasi smozzicate, che dicono qualcosa di tenero, di dolce, che lasciano presagire una speranza.
Il personaggio di Vincent è quello più “facile”: Chillon ne evidenza la matura virilità, capace di far presa su una ragazza che vuole crescere nell’amore. Se di amore si tratta e non solo di sesso. La sua crescita e redenzione ci appaiono lineari, perché lui è un uomo, sa quello che vuole, sa riconoscere in se stesso i germi della sconfitta e dell’abbandono.
Non è così per Giada, secondo me il personaggio più riuscito. Una classica adolescente, afferrata da una storia più grande di lei. Presa, intrappolata in sentimenti che le sono sconosciuti, che le fanno paura. Deve crescere e crescere in fretta, perché il lupo divora l’agnello, anche se morire tra quelle fauci dona un piacere inesprimibile.
Giada accetta la sfida della passione e poi quella dell’amore. Ricambiato? A ogni pagina se lo chiede. A ogni pagina ne dubita. Paga un prezzo altissimo di lacrime, di conoscenza del sé più profondo per diventare adulta, per essere amata e insieme libera.
Le scene di sesso sono semplicemente strepitose: sensazioni! Sensazioni! Sensazioni! Il modo migliore e il più difficile per esprimere questo legame di carne e sangue che si stringe attorno ai polsi di Giada e al cuore di Vincent. La sensualità è sempre presente, dalla scena più torbida al colloquio più innocente. Permea di sé l’intero racconto e lo esalta.
Lasciatevi guidare da Anna Chillon attraverso questa vicenda e fatelo con animo sgombro da preconcetti.
P. S. Ho perdonato qualche “piccolo” svarione (esempio: “feci la sedia indietro”).
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