Raffaella V. Poggi parla di “scrittura responsabile”.

II problema, secondo me, è che potendo bypassare la figura dell’editore che sceglie anche eticamente che cosa proporre al pubblico e se ne assume la responsabilità, dobbiamo darci un codice di autoregolamentazione self, tipo quello che fa Chiara Cilli che avvisa nelle prime pagine in modo molto chiaro, e non lo fa solo lei. E magari evitare il termine romance quando esso sia fuorviante.

Un’altra considerazione l’ho fatta ieri sera guardando Gomorra, dove i cattivi – che cattivi sono davvero, incarnano tutto ciò che odio e compiono atti deplorevoli – sono i soli protagonisti. Amati e odiati e poi di nuovo amati. Non ci sono figure positive, non ci sono poliziotti, giudici, gente che segua i valori comuni del diritto civile e viene dipinta solo la sottocultura criminale. Ciro l’Immortale perpetra delitti atroci, uccide la donna che ama, ma lo spettatore parteggia per lui. Che fare?

Io sono una spettatrice consapevole e distinguo nettamente fiction da realtà, ma so che molti rifletteranno nella realtà certi atteggiamenti e faranno di queste figure criminali dei miti da seguire. Dopo la messa in onda di Romanzo Criminale si è notata una recrudescenza di atti criminali a Roma sulla falsariga dei delitti della banda della Magliana. Ripeto, che fare?

Io ho alcuni limiti che non oltrepasso né come autore né come lettore, ma sono i “miei” limiti e non li impongo a nessun altro che non siano le mie figlie: la piccola è piccola e posso imporre divieti, con la grande ne discuto.

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RAFFAELLA VELONERO

Raffaella V. Poggi la conosciamo da tempo come Raffaella VeloNero.

A lei dobbiamo i tutorial della Rubrica SelfHelp.