BREVE (E NON PRETENZIOSO) DIVAGARE SUL LINGUAGGIO FISICO E SESSUALE NEI ROMANZI MALE TO MALE.

Scrivere d’amore e di sesso non è mai facile, sia che si tratti di un Harmony innocuo o di un erotico lussurioso. Forse è un mio personale sentire, ma io ho sempre avuto l’impressione che su certe scene le autrici femminili ci diano “dentro”. Provate a leggere il libro di un autore e quello di un’autrice: tranne qualche eccezione, gli uomini sono plastificati. Se nella vita quotidiana sono tutto un ammiccamento e una parolaccia, al dunque di metterlo per iscritto si vergognano e ridacchiano come bambini. Oppure preferiscono sorvolare e sublimare la scena, con l’alibi che quella “non sarebbe vera letteratura”.

Non sono (né mi sento) una scrittrice erotica e non mi azzardo a discettare sull’argomento, però vorrei dare un contributo con un punto di vista molto particolare.

Mesi fa, proprio su questo blog, si è discusso di “aroma muschiato e muscoli possenti”, ovvero del linguaggio in camera da letto (trovate il post nell’elenco dei “più popolari”: tanto per far capire quanto sia alto l’interesse, magari in segreto,  verso la materia).

Il post riguardava il linguaggio cosiddetto “classico”. Di recente però è venuto alla ribalta un genere letterario di nicchia che ha costretto gli autori, in primis le donne, a misurarsi con un nuovo utilizzo del linguaggio fisico e sessuale: il romance m/m.

Dico “donne” perché è risaputo che gran parte degli scrittori (almeno qui in Italia) sono donne, come lo sono le lettrici e come lo sono le traduttrici. Dico “sfida” perché scrivere e descrivere attributi “altrui”, così come immedesimarsi nelle sensazioni fisiche di un corpo diverso da quello proprio, è un’impresa che richiede curiosità, intraprendenza, spirito d’osservazione e capacità di risultare credibili.

Io, ad esempio, all’inizio ho dovuto superare l’ostacolo di accedere a fonti dirette per reperimento informazioni. La prima volta che ho chiesto a mio marito: “mi descrivi nel dettaglio le sensazioni dell’orgasmo durante una masturbazione autoindotta?” per motivi di mero studio (preciso che non vi era alcuna atmosfera pruriginosa: lui stava leggendo un libro e io ero seduta alla scrivania con il computer acceso), la mia dolce metà è diventata paonazza, ha rischiato di strangolarsi per la sorpresa e ha fermamente deciso di non volere avere niente a che fare con i miei appunti, i miei dubbi, le mie pubblicazioni e le mie letture di questo genere.

Ho dovuto risolvere con amici più comprensivi e più disposti a divenire cavie per il fine supremo della letteratura (ricordo ancora i vari test per la verosimiglianza delle scene di “Nuvole”. Quando la mia cavia sentenziò “Durante la lettura della scena mi sono eccitato”, fu il raggiungimento di un traguardo ambito, festeggiato con uno spritz nelle piazze di Padova).

Si tratta pertanto di un argomento non facile, che però tenteremo di approfondire. Se siete pronti a seguire Lara, preannunzio già che il divagare avrà alcune tappe di massima, e precisamente:

1)     Approccio generale ai testi con esempi concreti;

2)     L’opinione degli autori;

3)     L’opinione dei traduttori e editor;

4)     L’opinione dei lettori.