Che cosa può accadere a un affascinante nobile se incontra la donna più bella che abbia mai visto, ma non può fare altro che tenerla come amante?
Eh sì, perché Jude Arkell FitzRoy, fratello del duca di Grafton, ha una posizione troppo in vista, troppo importante per poter pensare di avere accanto a sé una giovane proveniente dalla più bassa cerchia popolana: una randagia senza passato. Una bellissima, meravigliosa donna dalla reputazione compromessa: lo “smeraldo di Londra”.
Evangeline Rosewood è certamente un gioiello di rara bellezza, ma le sue origini sono miserabili, segnate da violenza e soprusi. Per giunta, è l’amante di Brock Grummermore, un pericoloso malvivente con le mani invischiate nella cerchia del re. Sa che potrà essere solo la concubina di Jude, sempre se riuscirà a restare viva sfuggendo agli intrighi di corte e alla vendetta di Brock…
Una storia tagliente, fatta di emozioni forti, di tristezza e gioia, di amore e…

Con queste parole, Simona Liubicich ha presentati il suo nuovo romance storico, “Lo smeraldo di Londra”, che uscirà in edicola il 29 settembre per la Casa editrice HarperCollins Italia. Dal 16 settembre, lo trovate sul sito della CE. Noi siamo curiose e abbiamo sbirciato la sinossi…

Londra, 1904 – È una notte di pensieri, quella di Jude Arkell di FitzRoy, fratello del duca di Grafton. Di ritorno da una battuta di caccia nell’Hampshire, presta soccorso a una carrozza incidentata. Non crede ai suoi occhi quando, aprendo lo sportello, si trova dinnanzi la donna più bella su cui abbia mai posato lo sguardo. Lei è Evangeline Rosewood ed è in fuga da Londra e dal suo ex amante, Brock Grummermore, un malvivente della peggior specie che la considerava di sua proprietà. Evangeline ha bisogno di un posto dove passare la notte e Jude si offre di ospitarla nella villa di proprietà del fratello. Da subito tra i due la passione è palpabile, tanto che esplode selvaggia appena rimangono soli nelle lussuose stanze. Lei si lascia trascinare in un turbine irrefrenabile di sensazioni mai provato, convinta che, sebbene con rammarico, non rivedrà mai più Jude. Ma il crudele Brock rivuole a ogni costo il suo smeraldo prezioso, la donna che ha avuto l’ardire di lasciarlo, e per questo Evangeline avrà bisogno di tutto l’aiuto possibile per salvarsi.

Invece di punirci, Simona Liubicich ci ha regalato un estratto…

Era il primo giorno che il camino rimaneva spento. Le finestre del salotto erano aperte sul parco e il profumo della primavera entrava in casa, permeando ogni cosa. Il sole splendeva e i colori iniziavano ad assumere tonalità più vivide. Evangeline osservava il panorama ameno, tuttavia senza vederlo. Sapeva che, anche se avessero incastrato Brock, per lei non ci sarebbe stata speranza. Certo, avrebbe condotto una vita libera dalla paura di quell’uomo e non era certo cosa da poco, ma Jude… non avrebbe avuto Jude. Avrebbe potuto passeggiare indisturbata nel centro di Londra, frequentare sartorie e gioiellerie che l’avrebbero riverita ogni volta, perfino attraversare Hyde Park sul landò e, forse, acquistare un’auto – era il suo sogno – ma sarebbe stata sempre e inesorabilmente sola, perché nessun uomo che si rispetti l’avrebbe mai voluta in moglie. D’altronde, lei stessa non ne desiderava che uno soltanto: Jude Arkell. Lui, però, avrebbe sposato Corinna Queensbury e sarebbe stata lei a divenire la nuova, tronfia Duchessa di Grafton, un titolo nobiliare così altisonante da far venire la pelle d’oca. A lei, d’altronde, il titolo non interessava; non erano i possedimenti o il potere ai quali anelava, lei voleva l’uomo al di là del ruolo, solo lui, e non avrebbe potuto averlo mai.

Lo stomaco stretto in una morsa, socchiuse gli occhi, poggiando la testa sul bracciolo del sofà e cercando di rilassarsi, in qualche modo. Lui le aveva giurato amore eterno, ma davvero avrebbe potuto mantenere quella solenne promessa? Nora Queensbury avrebbe fatto di tutto per metterla fuori gioco, non aveva alcun dubbio al riguardo: era stata una minaccia seria quella che le aveva rivolto quando aveva avuto l’ardire di presentarsi al suo cospetto nella proprietà di Jude. Era certamente una donna forte e determinata, pensò, non avrebbe permesso che la figlia soccombesse. Non a un’amante ufficiale. I pensieri che turbinavano nella sua mente non le permettevano di riposare e rimase sdraiata, dunque, le palpebre socchiuse, un fastidioso cerchio alla testa, certa di non chiudere occhio.