Ci sono destini che si intrecciano prima che le persone ne siano consapevoli.
E vite destinate a incontrarsi prima che due cuori si fondano in uno solo.
Ci sono amori che sfidano le barriere del tempo per riallacciare anime che si sono perse e vogliono ritrovarsi.
Joaqun e Cora si amano e non conta per nessuno dei due che lei sia la moglie di un altro. Un meraviglioso anello di rubini sigilla la loro promessa di non lasciarsi più, senza immaginare ciò che li attende al varco.
Duecento anni dopo Drake e Berenice, diretti discendenti dei due amanti, dovranno affrontare insieme uno sconvolgente mistero e rivelazioni che sembrano addirittura trascendere la realtà…

TITOLO: Il talismano della dea.
AUTRICE: Mariangela Camocardi.
GENERE: Fantasy storico.
EDITORE: Self-Publishing.
PREZZO: euro 1,99 (eBook); euro 12.00 (cartaceo).

Due assaggi…

Joaquin si diresse alla camera di lei e si accorse, varcata la soglia, che si era addormentata. Si avvicinò al letto e la osservò con l’amore che provava per lei. Com’era bella quando dormiva! Il suo viso si ammorbidiva in una dolcezza che lo ammaliava, assumendo un non so che di sottilmente sensuale. Colpiva soprattutto il contrasto tra l’espressione angelica e la voluttà di un corpo che sembrava creato per il peccato. Aveva addosso una sottile, virginale camicia da notte e il tessuto rivelava il turgore dei seni e la curva ormai accentuata dell’addome. Il rubino dell’anello, che di notte portava all’anulare come una fede nuziale, aveva sprazzi di luce cuprea nel tenue baluginare della candela posata sul comodino. La stanza era avvolta in una penombra che sfumava i contorni degli arredi e nell’aria si percepiva il suo profumo floreale. Joaquin si spogliò e le si sdraiò accanto. Le sue dita si posarono delicatamente sui nastri della scollatura per aprirli, insinuandosi sotto il tessuto per toccarle la pelle e farle scivolare l’indumento dalle spalle. La scoprì fino alla vita e i seni parvero sbocciare dalla seta dell’indumento. Il desiderio gli sferzò i sensi, spingendolo a sfiorarli con le dita: il corpo di lei fremette e le ciglia si schiusero. Si fissarono brevemente, prima che lui si chinasse a catturarle la bocca.

OoO

«Santo cielo, figliola» esclamò la nonna, sorpresa da quell’esordio. «Noi siamo ormai avvezze alle tue… straordinarie facoltà extrasensoriali e non ci facciamo caso, ma se ci fosse ancora il tribunale dell’Inquisizione saresti spacciata.»
L’altra fece un gesto incurante con le mani facendo tintinnare l’argento dei cerchietti ai polsi. «Non ci sono più le persecuzioni religiose, e nessuno viene più bruciato su un rogo per le proprie convinzioni in materia di fede, né deve subire torture e sevizie fisiche dai funzionari di un tribunale ecclesiastico.»
«Questo è proprio vero, per tua fortuna» ammise Marta.
«Fortuna o meno, ciascuno è quello che è, dopotutto» la mulatta alzò le spalle ma, a dispetto delle parole, non poté reprimere un intimo spasimo quando, con il terzo occhio andò a ritroso nel passato e si vide avvolta dalle fiamme, oltre due secoli prima, mentre la bruciavano a piazza della Vetra davanti a una folla che si divertiva a vederla morire.
«Sì, ciascuno è quello che è» ribadì Luisa «e tu possiedi un dono concesso a pochi esseri umani, Likadhema. Tua madre ha avuto una figlia speciale.»
«Grazie, farei comunque ciò che va fatto anche ci fosse ancora l’Inquisizione. Non ho certo scelto io di essere una sensitiva, né di dover fare da tramite a chi non può far sentire la sua voce» spiegò con semplicità. «Il dono proviene da Ruth, lei lo ricevette dalla propria madre, e non ci è dato di poterlo rifiutare, per quanto dolore l’accettazione comporti.»