RM 37 – L’ULTIMA MISSIONE, DI OLIVIER MARCHAL (2008).

Wikipedia ci regala una trama molto dettagliata.

Louis Schneider è un poliziotto di Marsiglia divenuto alcolizzato in seguito al trauma per un incidente stradale a causa del quale la figlia è morta e la moglie giace tetraplegica in un letto d’ospedale. Un tempo abile investigatore, sta seguendo il caso di uno spietato serial killer, ma una sera, completamente ubriaco, arma in pugno dirotta un autobus per farsi portare a casa.

Visto il suo ottimo stato di servizio e consapevoli del dramma che sta vivendo, i suoi superiori non lo denunciano ma gli tolgono il caso e l’arma d’ordinanza e lo spostano ad un servizio d’ufficio notturno. Schneider non si rassegna, in una sorta di ossessione, tra la lucidità dell’investigatore e l’offuscamento dell’alcol, continua ad indagare. I rapporti con i colleghi corrotti si fanno complessi e la sua ostinazione aggrava ulteriormente la situazione.

Risolve il caso del serial killer pur impossibilitato ad agire in prima persona, mentre il collega che lui stesso ha convinto a concludere l’arresto rimane ucciso nell’operazione. I vertici della polizia insabbiano l’inchiesta per non compromettere la carriera del padre dell’omicida, futuro direttore aggiunto dei Servizi informativi francesi. Con la complicità della sua superiore ed ex amante Marie, Schneider cerca nuove prove per dimostrare il vero colpevole, ma è scoperto dal collega corrotto Kowalski, attuale compagno di lei e suo acerrimo nemico. Schneider dà in escandescenze e viene così rinchiuso a scontare la sua pena in un istituto psichiatrico.

Quando ne esce, l’unica persona che si è ricordata di lui è Justine, una ragazza che da venticinque anni è traumatizzata per aver perso in un doppio efferato omicidio i genitori per mano di un terribile assassino che ora, a sessantanove anni, è stato rimesso in libertà. Schneider, avvicinato tempo prima dalla ragazza ora sola e incinta, era tra i poliziotti che parteciparono all’arresto di quell’uomo e si incarica di portare a termine un’ultima missione. Dopo aver ucciso il collega corrotto Kowalski, si procura il revolver del collega rimasto ucciso nel precedente caso e, avuto dalla ex amante Marie l’indirizzo del vecchio serial killer, solo all’apparenza convertitosi alla fede, lo raggiunge e lo giustizia con un colpo di pistola alla testa. Si reca poi dalla moglie, nel frattempo aggravatasi e incosciente, e la uccide per poi suicidarsi abbandonandosi sopra di lei.

Justine, assistita dalla sorella con la quale si è riconciliata, dà al mondo un bambino e lo chiama Louis.

Un noir durissimo come in Italia nessuno osa filmare e pochissimi scrivere. Daneil Auteil in una delle sue prove migliori, ma ci sono anche Catherine Marchal e Philippe Nahon che molti forse ricordano nella stagione migliore del polar (*). Marsiglia, i vicoli e l’entroterra, poliziotti corrotti e disperati in cerca di redenzione. Senza sconti per nessuno. la sigla poco comprensibile per il pubblico italiano si riferisce alla pistola Manhurin 73.

(*) Il polar è un genere cinematografico e letterario, neologismo francese nato dalla fusione dei termini poliziesco (policier) e noir.
Identifica un genere di romanzi e film dalle note cupe ed introspettive caratteristiche del noir, i cui protagonisti però sono tipicamente appartenenti alle forze dell’ordine, spesso coinvolti in un percorso catartico o di mutamento della propria esistenza. Il termine è stato coniato dalla critica francese per definire il noir nazionale di quel paese dagli anni quaranta agli anni settanta. Alcuni critici parlano di “polar noir”. (Wikipedia)

TRAIN TO BUSAN, DI YEON SANG-HO (2016).

Santa Wikipedia accorre in nostro soccorso.

Un virus di origine ignota che trasforma le persone in zombi si diffonde rapidamente in Corea del Sud, costringendo il governo a mettere in atto una legge marziale.

Seok-woo è un agente di borsa, dedito al lavoro e divorziato che vive con la piccola figlia Soo-an. Come regalo di compleanno, Soo-an gli chiede di portarla a Busan, per incontrare la madre. Salgono su un treno della Korea Train Express, sul quale si trovano anche l’operaio Sang-hwa e sua moglie incinta Seong-kyeong, una squadra liceale di baseball (tra cui Yong-guk e la cheerleader Jin-hee), il ricco ed egoista amministratore delegato Yon-suk, le anziane sorelle In-gil e Jong-gil e un senzatetto traumatizzato dopo aver assistito ad un attacco di zombi. Alla partenza del treno, una giovane donna inizia ad avere forti convulsioni a causa di un morso sulla gamba; in breve tempo diventa una zombi e attacca un’assistente del treno, diffondendo rapidamente l’infezione.

Dopo che diversi passeggeri riescono a fuggire, Sang-hwa barrica la porta essendosi reso conto che gli zombi non riescono ad aprirla; poiché gli zombi si agitano alla vista delle persone, Seong-kyeong copre il vetro con fogli di giornale, impedendo agli zombi di vedere oltre la porta. Il macchinista avvisa che il treno devierà verso la stazione di Daejeon, presidiata dall’esercito, dove tutti i passeggeri verranno messi in quarantena; Seok-woo chiama un militare di sua conoscenza per fare in modo che né lui né sua figlia debbano andarci. Quando il treno si ferma a Daejeon, Seok-woo, Soo-an si dirigono verso un’uscita alternativa, seguiti dal senzatetto. Gli altri passeggeri, arrivati all’uscita della stazione, scoprono che sia la polizia sia i soldati sono stati infettati e cercano di mettersi in salvo tornando di corsa sul treno. Nel caos che ne consegue, il gruppo si separa.

Soo-an, Seong-kyeong, In-gil e il senzatetto riescono a trovare un riparo. Il macchinista fa ripartire il treno verso Busan, l’unica città che ha debellato con successo l’epidemia, rimanendo l’unico faro di speranza per coloro che non sono ancora stati infettati. Seok-woo, Sang-hwa e Yong-guk si fanno strada tra gli zombi per salvare Soo-an, In-gil e Seong-kyeong, e nel mentre scoprono che gli zombi non possono vedere le persone al buio, reagendo solo agli stimoli sonori. Sfruttando questo vantaggio, li salvano e si dirigono insieme negli scompartimenti anteriori sperando di riunirsi agli altri sopravvissuti.

In questo gruppo c’è anche Yon-suk, che istiga gli altri a non fare entrare Seok-woo e gli altri dato che saranno sicuramente infetti. Mentre Seok-woo, aiutato da Yong-guk cerca in tutti i modi di entrare nel vagone dei sopravvissuti, dall’altra parte Sang-hwa cerca di fermare l’orda degli zombi, anche se viene morso da uno di loro, sperando che la giovane moglie riesca a mettersi in salvo. Il gruppo riesce alla fine a passare tranne l’anziana In-gil troppo debole per correre, che non ha voluto mettere in pericolo il gruppo.

Yon-Suk continua a sostenere che il gruppo guidato da Seok-woo sia infetto e obbliga tutti a trasferirsi nel vestibolo più avanti, questa volta seguiti anche da Jin-hee, la fidanzata di Yong-guk. La porta del vestibolo viene bloccata e poco dopo Jong-gil, che ha osservato la sorella divenuta una zombi, infuriata con Yon-suk e incapace di accettare il suo destino, apre la porta permettendo all’orda di zombi di infettare tutti i passeggeri sopravvissuti nel vano principale.

Il treno viene bloccato alla stazione ferroviaria di Daegu, il macchinista avvisa i passeggeri che avrebbe messo in moto una locomotiva con la quale avrebbero raggiunto Busan. I sopravvissuti devono però superare i binari dove sostano altri treni, carichi di gente infetta. Seok-woo, Seong-kyeong, Soo-an e il senzatetto si separano da Yong-guk e Jin-hee. Seok-woo riceve una telefonata dal suo analista, il quale gli confessa che il virus era un progetto sfuggito dai laboratori della YT Biotech, società alla quale lo stesso Seok-woo era in qualche modo legato, e che non aveva ricevuto adeguate misure di sicurezza. Yon-suk, che è sopravvissuto insieme ad un assistente del treno, riesce a fuggire spingendo l’assistente tra gli zombi.

Dopo essere entrato nel treno in cui si nascondono Yong-guk e Jin-hee, Yon-suk getta la ragazza verso l’apertura, cosicché ella viene morsa da uno zombi. Con il cuore spezzato, Yong-guk rimane accanto a Jin-hee, finché non viene morso dalla stessa. Il macchinista, nel tentativo di aiutare Yon-suk, soccombe. Un treno in corsa si schianta contro il treno infettato, intrappolando i quattro superstiti. Il senzatetto si sacrifica in modo che Soo-an e Seong-kyeong possano sfuggire con Seok-woo e raggiungere la locomotiva già partita e salvarsi quindi dall’orda di zombie che li insegue.

Sulla locomotiva era già salito anche un infetto Yon-suk, che attacca Seok-woo mordendolo ad una mano, prima di essere gettato dal treno. Seok-woo, resosi conto della gravità della ferita, porta Soo-an e Seong-kyeong all’interno della sala macchine, mostra alla donna come frenare il motore, infine dà l’addio a sua figlia. Uscito dalla sala, durante il mutamento, Seok-woo si ricorda della prima volta in cui tenne in braccio la figlia neonata, poi si lascia cadere dalla parte posteriore della locomotiva.

Mentre si avvicinano a Busan, Soo-an e Seong-kyeong sono costrette a fermarsi ad un posto di blocco e a camminare attraverso un tunnel. Dall’altro lato ci sono dei soldati che difendono il perimetro contro gli zombi. Incapaci di distinguere chiaramente le due figure nel buio, i soldati si preparano a sparare ad entrambe. Poco prima che il grilletto venga premuto, i soldati sentono vagamente Soo-an cantare fra le lacrime Aloha ‘Oe, la stessa canzone che aveva portato ad una recita scolastica e che non era riuscita a terminare perché il padre non era presente. Rendendosi conto che sono sopravvissute, i soldati mandano dei rinforzi per soccorrerle.

E’ ancora possibile fare bei film sugli zombi? con ritardo recupero questo film coreano che arriva accreditatissimo sul mio lettore. Bello vero. Benché una certa dose di moralismo orientale sia irrinunciabile (tutto va esattamente come deve), è una storia semplice, lineare, ben filmata con alcune idee davvero buone (la cascata di zombi) e interpreti adeguati. l’attraversamento del treno è una delle idee cardini della narrativa avventurosa orientale al cinema nelle ultime stagioni. anche se il minutaggio forse è un po’ eccessivo, la storia non si ferma un minuto dopo un inizio in cui, logicamente, dobbiamo conoscere i personaggi. decisamente consigliato.