È un’inchiesta delicata quella del commissario Manuel Castigliego, un poliziotto italo-spagnolo assegnato alla Squadra Mobile di Roma. Un’indagine su uno dei cinque vescovi ausiliari di Roma, Domenico Casiraghi, sospettato di aver abusato, insieme a un altro monsignore, di alcuni bambini fatti adottare in Brasile. È una questione delicata perché di mezzo non c’è solo un alto prelato pedofilo che pratica anche esorcismi, ma la sorte stessa del papato e intanto il vecchio pontefice sta morendo. Tra i più forti candidati alla sua successione c’è il vicario di Roma, Severino Croce, diretto superiore del vescovo Casiraghi ma le accuse al suo sottoposto gettano un’ombra pesante su di lui e minano la possibilità di arrivare al trono di Pietro… La mano di Dio pone il commissario Castigliego al fianco dell’arcivescovo Delfo Furiesi, vero uomo di Dio, di spirito, di preghiera, ma pure scaltro e temibile che si è ritirato nel convento al Palatino dopo essere andato in pensione. Furiesi comprende presto la portata del complotto che sta prendendo forma e coinvolge il poliziotto nella battaglia per fermare i responsabili prima che riescano a mettere le mani sul papato.

Titolo: Roma e i figli del male. La notte del commissario Castigliego.
Autore: Alessandro Maurizi.
Genere: Noir.
Editore: Fratelli Frilli Editori. Tascabili.
Prezzo: euro 4,99 (eBook); euro 10,96 (cartaceo).

Confesso: questo noir è stato per me una vera, piacevole sorpresa. Ben scritto e documentato, mai sopra le righe, tratta uno degli argomenti più scottanti e delicati degli ultimi anni, quello della pedofilia tra i sacerdoti.

In una Roma mai tanto vera: afosa, appiccicosa, sconquassata dai temporali, il commissario Manuel Castigliego si trova a indagare sulla denuncia di un ragazzino, Emanuele Gigli, che gli rivela di aver subito abusi da parte del vescovo Domenico Casiraghi. Fin dall’inizio, l’indagine si rivela complicata, perché, come tutti noi ben sappiamo, quando si toccano determinati poteri, fortissimi e corrotti, il fuoco di sbarramento che si alza a loro protezione è imponente. Come se tutto ciò non bastasse, il papa sta morendo e tale situazione ha aperto in Vaticano un pericoloso vuoto di potere. L’accusato, poi, viene considerato da tutti un benefattore dell’umanità, dato che ha lavorato per anni in Brasile, dove si è occupato di una missione per salvare i bambini di strada. Bambini che poi venivano portati in Italia per essere adottati, non senza aver subito (e continuare a subire) ripetuti ricatti e molestie.

Una parte importante nella storia l’ha anche il procuratore Sveva Goldoni “una sciagurata smaniosa della verità”, che sostiene con fermezza Castigliego nella sua impari lotta per la giustizia.

Ho definito la storia un noir e non un giallo perché il lettore sa già, a metà del romanzo, chi sono assassini e mandanti, ma non è questo ciò che interessa all’autore, quanto piuttosto lo svolgimento di un’indagine che procede nonostante tutto e tutti.

Ho amato la Roma di Maurizi, una Roma che ho riconosciuto per la prima volta come la città di mio padre, dove ho vissuto gran parte della mia giovinezza. Questa Roma non è quella del centro né quella dei quartieri alti, ma è la Roma delle borgate, la Roma del Quadraro. Una città che difficilmente entra nelle storie degli autori più noti.

Oltre all’ambiente, anche i personaggi sono ben delineati. Mi è piaciuto il commissario Castigliego, bello e impossibile, ma serio e determinato nella sua disarmante normalità, che ha deciso di trascorrere la vita insieme al gatto Salgado (meraviglioso micione); e ho provato stima e simpatia per la sua squadra, in particolare per la dottoressa Goldoni, sempre pronta a fornire il supporto morale e concreto di cui il commissario ha bisogno. Anche la storia di contorno, che riguarda i rapporti che coinvolgono un ispettore della squadra, sua moglie e il vescovo Casiraghi è intrigante. Non vi dirò altro, per non spoilerare.

Concludendo, davvero un bel noir, da leggere se vi piacciono le storie coinvolgenti, ben scritte e con un forte riferimento alla realtà.

Cinque, meritatissime, stelline.

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