Nella sua prima vita Carmen Casanova era una grafica editoriale. Poi una brutta esperienza ha cambiato tutto e ora è socia di uno studio legale specializzato nella difesa delle donne. Finché non viene avvicinata da una cliente misteriosa, vittima di violenze domestiche. Sembrerebbe una storia tristemente comune, se il marito non facesse parte di un clan mafioso.
Il procuratore aggiunto Luigi Lo Presti vive sotto scorta da quando ha mandato in prigione il primogenito di quello stesso clan e hanno cercato di ucciderlo.
È a lui che Carmen si rivolge, perché sa che la sua cliente avrà bisogno della protezione della Direzione Distrettuale Antimafia.
Inizia così una collaborazione che li porterà sempre più vicini. Ad accompagnarli, quasi come una colonna sonora dello spirito, le canzoni di Battiato che arrivano ad alto volume dal bar dietro il palazzo di giustizia. Ma è giusto abbandonarsi all’amore (come nel Giappone delle geishe), se sei nel mirino di un clan mafioso? Lo Presti sembra pensare di no, ma le circostanze potrebbero smentirlo.

Titolo: Questa ginnastica chiamata amore. Sì, c’entra Battiato.

Autrice: Miss Black.

Genere: Romance contemporaneo.

Tematiche: indagini, femminicidio, mafia.

Editore: Little Black Tales.

Prezzo: euro 2,99 (eBook). Si trova anche su Kindle Unlimited.

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In Italia ogni tre giorni una donna moriva per mano di un uomo a lei vicino: mariti, ex, fidanzati, familiari di vario tipo. Erano i cosiddetti femminicidi. Poi c’erano gli omicidi normali, ma da quelli le donne erano quasi immuni.

Miss Black si cimenta con uno dei drammi del nostro tempo e ne ricava una delle storie migliori consegnate finora al suo vasto pubblico di lettori.

Carmen Casanova (è un tipino tosto, meglio non fare battute sul cognome!) lavora come avvocata specializzata nella difesa delle donne vittime di violenza. Nel suo passato un’aggressione dalla quale si è salvata ferendo l’uomo che voleva ucciderla.
Luigi Lo Presti, procuratore aggiunto alla Direzione Distrettuale Antimafia, vive da tre anni sotto scorta dopo aver mandato a processo e fatto condannare al 41 bis Fabrizio Iacono, primogenito del boss Giuseppe. Che ha provato a farlo ammazzare, senza successo. Sul corpo di Lo Presti è rimasta una lunga cicatrice a ricordargli l’agguato.

Una sera, mentre esce dallo studio, Carmen viene fermata da una donna. Alta, bella, labbra rifatte, abbigliamento costoso, grandi occhiali scuri che le coprono buona parte del viso.
“Mio marito mi gonfia di botte” dice.
Un altro caso di violenza domestica. Carmen ne ha trattati nel corso della sua carriera… ma questa volta c’è qualcosa di speciale, che viene fuori nel corso di altri incontri. Il marito è Salvatore Iacono, secondogenito di Giuseppe. E questo vuol dire che non basta notificare la notizia di reato e andare avanti come negli altri casi di lesioni personali e maltrattamenti contro familiari e conviventi. Il caso ha già fatto scappare a gambe levate due paladine dei diritti femminili. Carmen si rende conto del pericolo che corre e decide di rivolgersi al procuratore Lo Presti.

Siamo agli inizi di una vicenda che ci tiene con il fiato sospeso fino alla conclusione. Miss Black ci si muove straordinariamente a suo agio, dimostrando ancora una volta che un romance può veicolare argomenti complessi e importanti.

Ricco il parterre di personaggi secondari, da Benedetta Momoli, l’assistente di Carmen, agli uomini della scorta di Lo Presti; dalla vicequestrice Assunta Spotorno al tenente colonnello Antonio Virdis della Guardia di Finanza. Ciascuno di loro è delineato con cura e risalta vivido ai nostri occhi. Anche se la parte del leone, ovviamente, la fanno i protagonisti, cui la sorte benigna (nelle vesti di Miss Black) regala una delicata storia d’amore.
Una buona, ottima prova per l’autrice.