Acireale, Sicilia. Un efferato delitto sconvolge l’abulica routine quotidiana: Don Mario Spina, canonico della basilica di San Pietro, viene ritrovato senza vita all’interno della sacrestia, ucciso con decine di colpi d’arma da taglio. Inoltre, da un’antica credenza sono state trafugate le spoglie del maggiore artista locale, Paolo Vasta. L’ispettore di polizia Luigi Traversa, da poco arrivato dal Veneto, si ritrova a indagare su un delitto a tratti inspiegabile. Chi è stato a compiere quell’orrendo crimine? E quale misterioso passato nasconde il poliziotto, giunto all’improvviso in città? Quattordici giorni serviranno a Traversa per risolvere il caso, togliendo una spina alla volta da quel pericoloso fico d’India tutto siciliano che, una volta ripulito, mostrerà all’ispettore la terrificante verità.
Titolo: Quattordici spine.
Autore: Rosario Russo.
Genere: giallo.
Editore: Algra.
Prezzo: euro 11,90 (cartaceo).
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Quattordici spine è un giallo che si inserisce in una tradizione, quella del giallo di ambientazione siciliana, che annovera alcuni degli scrittori più rappresentativi del Novecento italiano. Il titolo non è soltanto un rimando alla Sicilia nella quale si svolgono le vicende, ma anche una metafora delle difficoltà che dovranno essere superate per giungere alla soluzione del caso.
Uno dei punti di forza di questa lettura sono senz’altro le descrizioni: accurate, soggettive, immersive. L’ambientazione accoglie il lettore nella realtà di Acireale, preparandolo per un giallo d’ambiente in grande stile: la cittadina, con le sue strade e vicoli, i palazzi, la piazza e persino il mercato.
Il libro è chiaramente ispirato a “Il giorno della civetta”, che viene continuamente citato anche testualmente. Il protagonista di “Quattordici Spine”, l’ispettore Luigi Traversa, viene dalla veneta Feltre e si è trasferito ad Acireale per lasciarsi alle spalle un episodio difficile: come non pensare subito al Capitano Bellodi di sciasciana memoria?
Insomma, le premesse erano ottime per un romanzo che non fosse meramente un giallo d’ambiente, ma qualcosa di più profondo, che magari portasse con sé una riflessione su quell’ambiente o sulla natura di certe dinamiche sociali e di potere. Nell’intreccio, però, di tutto questo emerge molto poco e la storia rimane un giallo di intrattenimento, senza troppe pretese.
Se l’ambientazione è ben caratterizzata, i personaggi invece restano sullo sfondo e non rimangono particolarmente impressi, anzi a volte scivolano in veri e propri stereotipi che stancano il lettore. Lo stesso Traversa, solitario, un po’ scontroso, amante delle donne e del bere non è certo un personaggio innovativo.
Lo stile e la lingua sono molto fluidi e veloci, e rendono questa lettura perfetta per momenti di svago e disimpegno. L’inserimento di modi di dire e parole in dialetto non disturba, anzi dà colore.
Consigliato agli amanti dei gialli, che cercano una lettura leggera.
Tre stelline e mezzo.
Copia fornita dall’Autore.
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