Luke Preston è un designer ansioso, che farfuglia poesie quando è preso dal panico e che è appena fuggito da una relazione di violenze psicologiche. Nel tentativo di riprendere il controllo della propria vita, accetta di ristrutturare la vecchia e trascurata casa al mare di un calciatore professionista e della sua fidanzata. Sebbene la sua passione sia la letteratura e non lo sport, concentrarsi sul nuovo progetto basta a calmare la sua ansia, almeno finché il lavoro che ha accettato non si rivela più complicato del previsto.  Costretto a stare in panchina dopo un serio infortunio, il famoso calciatore Michael Martinez sceglie la sua casa al mare come il luogo perfetto per riprendersi. Ristrutturare potrebbe essere il diversivo di cui ha bisogno per distrarsi dall’infortunio al ginocchio, ma non ha messo in preventivo di innamorarsi del bel designer dalle abitudini bizzarre. Sfortunatamente, Luke non è disposto a stare con un uomo che fa di tutto per nascondere una parte di sé. Avere una brillante carriera sportiva è tutto quello per cui Michael ha sempre vissuto, ma dovrà rivedere i suoi piani e trovare le parole giuste se vorrà costruire qualcosa di più che una casa al mare con Luke.

Le parole giuste di Lane Hayes è un buon romanzo MM, con una dose calibrata di romanticismo, storia piacevole, divertenti siparietti ironici tra personaggi, caratterizzazione ben impostata. Un romanzo che si può leggere in un pomeriggio per trascorrere con esso qualche ora in relax e sorrisi, perché ne sa evocare parecchi. Mi sarebbe piaciuto moltissimo, però, se prima non avessi letto un altro romanzo, molto – forse troppo – simile e con gli stessi argomenti: Tigri e Diavoli di Sean Kennedy.

Le analogie sono davvero numerose:

un protagonista un po’ ansioso che fa fatica a tenere la bocca chiusa e blatera a non finire in entrambi i romanzi, in quello di Lane Hayes con l’unica caratteristica che diversifica i due personaggi: l’occasionale vezzo di citare versi di poesie;

un secondo protagonista, campione di football australiano nel primo, di calcio nel secondo, infortunato e a riposo e soprattutto gay ma non dichiarato, con il pericolo che questa sua condizione, se rivelata, danneggi la sua carriera di atleta in entrambi i romanzi;

il primo personaggio, gay dichiarato e orgoglioso, che per amore del secondo (terrorizzato all’idea che la famiglia lo scopra), è costretto a nascondersi nuovamente e a vivere con vergogna questo “sporco segreto” in entrambi i romanzi;

un manager che farà di tutto per coprire la loro storia e che non disdegnerà persino di rendere la vita dell’amante del suo atleta difficile in entrambi i romanzi.

Unica differenza:

la storia di Lane Hayes finisce con il “coming-out” pubblico e la conferenza stampa nella quale l’atleta si dichiara gay e innamorato;

quella di Sean Kennedy invece da quel momento prende una virata ancor più profonda mostrando quella che è la vita di chi vive accanto a una celebrità con alti e bassi in una relazione che rischia di rompersi in ogni momento proprio a causa della sovraesposizione della coppia stessa.

In pratica, dove il primo romanzo finisce restando una piacevole storia senza particolare spessore, quello di Sean Kennedy contiene anche un forte messaggio e il tentativo di analisi di un mondo e di un modo di vivere particolari e lontani dall’esistenza comune.

Se non avessi letto “Tigri e Diavoli” di Sean Kennedy, avrei apprezzato di più “Le parole giuste” di Lane Hayes. Ma siccome oltre tutto T&D è uno dei miei MM preferiti, ahimè, sono costretta a considerare questa prova un po’ modesta. Un buon romanzo, ben scritto, ben tradotto da Veronica Zana, non c’è che dire, ma…

Valutazione quattro stelline.