«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».

Titolo: Fiori sopra l’inferno.
Autrice: Ilaria Tuti.
Genere: Giallo.
Editore: Longanesi.
Prezzo: euro 8,99 (eBook); euro 14,36 (cartaceo).

Era dai tempi de “L’ombra del vento”, di Zafon, che non facevo più le ore piccole per leggere un romanzo. Sono stata felice che “Fiori sopra l’inferno” mi abbia costretta ad addormentarmi con la luce accesa e il Kindle tra le mani. Bella forza, è un giallo, mi direte voi. Manco pe’ gnente, vi rispondo io. Quello che mi ha spinta a continuare a leggere, nonostante gli occhi mi si chiudessero dal sonno, non è stata la curiosità di scoprire chi fosse l’assassino. A dire il vero, da giallista esperta avevo già capito quasi tutto fin dalle prime pagine. Non vi scandalizzate se vi dico che il bello della storia non consiste nello smascherare il colpevole, ma nella magia che da essa emana. Volete sapere perché? Bene. Ve lo dirò.

“Fiori sopra l’inferno” è una storia magica, per una serie di motivi che passo a elencarvi:

1)    Ilaria Tuti è una perla rara nel nostro panorama editoriale, nel senso che è una scrittrice che possiede una cassetta degli attrezzi completa. Un periodare che non stanca, composto per lo più da frasi brevi, precise, dalla struttura armoniosa e dal lessico elegante. Un fraseggio musicale, oserei dire.

2)    Nel romanzo, l’autrice è riuscita a dare vita a una serie di personaggi dall’umanità intensa: fragile e disperata, ma anche forte. Come, per esempio, la sua protagonista, il Commissario Teresa Battaglia: una donna non più giovane, mai stata bella e alle prese con una dolorosa malattia. Nonostante ciò, come lei stessa si autodefinisce, Teresa è una “guerriera”.

3)    Mi è piaciuta l’intensità dei sentimenti che la storia comunica. I delitti sono orribili, ma ciò che muove i fili della trama non è il delitto in sé, ma i sentimenti che dietro di esso si celano.

4)    Infine, come se tutto ciò non bastasse, Ilaria Tuti possiede anche la capacità di inserire splendide descrizioni di paesaggi naturali, che non solo non appesantiscono il testo, ma hanno il merito di trasportare il lettore in un mondo crudele, eppure fatato.

Che altro dire? Leggetelo, appassionatevi e, casomai, appuntatevi qualche frase. Ce ne sono di stupende.

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 Macrina Mirti pubblica anche con il nome di Maria Cristina Grella.