“L’amore è fatto di devozione e dolore, significa soffrire e riemergere dalla sofferenza.”
Gaia Martinelli, veterinario specializzato in pet therapy, ha una nuova sfida da affrontare: una piccola paziente che non parla più in seguito allo spaventoso incendio in cui hanno perso la vita entrambi i genitori. Nella moderna clinica milanese in cui verrà assunta, Gaia dovrà confrontarsi con Matteo Roversi, affermato chirurgo ricostruttivo che ha fatto del lavoro la sua missione. Quest’ultimo non le renderà la vita facile, tanto meno lo faranno coloro che hanno deciso che la vita della bambina rappresenta una minaccia.
TITOLO: Come il cielo a mezzanotte.
AUTRICE: Adele Vieri Castellano.
GENERE: Romance con sfumature thriller.
SERIE: autoconclusivo.
EDITORE: Self-Publishing.
PREZZO: euro 2,99 (eBook); euro 9,99 (copertina flessibile).
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Mi piace quando all’inizio i due fanno scintille per poi arrivare all’amore! Sì, c’è il lieto fine: c’è scritto a chiare lettere nel genere “romance”. Storico, contemporaneo, con sfumature e contaminazioni (giallo, avventura, fantascienza, distopia, eccetera), ma sempre con il “vissero felici e contenti” come finale obbligato. Insomma, quando sono stanca (qualche volta) o mi fa male un ginocchio (sempre), prendo un romance e torna il sorriso. E il ginocchio fa meno male. Devo consigliare la cura al mio ortopedico, il dottor Michele Paciotti, che è anche molto carino.
Ai due angoli del ring troviamo:
Gaia Martinelli, veterinaria. È specializzata nella pet therapy e lavora con l’ausilio di due cani: una border collie aggraziata e dolcissima, di nome Bice (molto milanese), adatta per un primo approccio con bambini in tenera età e Zar, un colossale pastore del Caucaso incrociato con non si sa chi, ma con la personalità di un setter irlandese e il naso di un bracco italiano. Buono come il pane, adora il contatto umano, anche con gli sconosciuti, e non conosce cattiveria alcuna. Adora la zuppa di lenticchie, un piatto poco da cane, e questo ha suscitato le risa convulse della mia Bonnie, setterina ligia alla dieta (imposta, che sto a inventarmi).
Matteo Roversi, medico specializzato in chirurgia ricostruttiva, lavora in una clinica milanese. Bravissimo, un genio, ma privo di doti sociali e terrore del personale medico e infermieristico. È oppresso dal ricordo della moglie, uccisa durante una missione in Darfur per conto di un’associazione internazionale. Insieme all’amore della sua vita, ha perso anche un figlio, di cui Emma era incinta.
Il casus belli: Zar ha un incontro di tipo ravvicinato con l’automobile del medico e questo non è un bel modo per fare amicizia. Gaia e Matteo se ne dicono di tutti i colori e si separano rimpiangendo i tempi in cui ci si lasciava con la fatidica frase “Domani, alle sei, dietro il convento delle Carmelitane scalze”.
Il fatto è che i due devono collaborare: la pet therapy può essere l’unico metodo rimasto, dopo i tanti tentati, per far tornare a parlare la piccola Sonia de Riso. La bambina ha perso i genitori nell’incendio (doloso, ma questo lo sappiamo solo noi lettori) della sua casa. Anche lei è rimasta ferita alle gambe. Il chirurgo l’ha guarita, ma niente ha potuto per ridarle la parola.
Non vogliono, ma devono: Gaia e Matteo affrontano fianco a fianco le difficoltà di quel caso unico, cominciano a conoscersi e apprezzarsi. Non sanno che gli assassini sono sulle tracce di Sonia e che intendono ucciderla, prima che la bambina riacquisti la parola e ricordi quello che è accaduto ai suoi genitori.
Amo i romance con sfumature di altro genere, in questo caso la storia d’amore (ricordatevi di fare attenzione a una seconda coppia, adorabile, e a qualche comparsata dei nostri amati eroi della serie Legio Patria Nostra) si sposa con ampie sfumature thriller, che la rendono più gustosa e appassionante.
Cinque stelline.
Copia acquistata.
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