Londra, 1874. Margaret Prior, giovane donna di buona famiglia, decide di prestare opera di volontariato nella prigione femminile di Millbank e portare conforto alle detenute costrette a una vita dietro le sbarre. Tra queste incontra la bellissima e conturbante Selina Davves, una medium dal volto d’angelo ma dotata di poteri soprannaturali. L’attrazione tra le due donne è palpabile, ma a mano a mano che le visite di Margaret alla prigione s’infittiscono, misteriosi eventi le accadono: un lucchetto sparito dalla sua stanza, fiori che appaiono dal nulla, quella donna che sembra sapere ogni cosa di lei e del suo passato e che, soprattutto, sembra innamorata di lei.

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Sarah Waters, autrice abituata a esplorare ogni più riposta sfumatura delle relazioni femminili, affronta in questo romanzo una nuova storia vittoriana dal sapore gotico. Un romanzo scritto sotto forma di diario, che denota una precisa scelta: una narrazione intimista, non adatta per tutti i gusti.
Ambientata nella Londra della seconda metà dell’800, la storia ha due protagoniste: Margareth, trentenne di buona famiglia, e Selina, di diversi anni più giovane, nota medium. Quest’ultima è in prigione, condannata a cinque anni per aggressione, e Margareth fa parte delle volontarie che si dedicano a visitare le carcerate per alleviare la loro solitudine e incoraggiarle a tornare sulla retta via.
Attraverso i diari delle due donne, conosciamo la loro voce, con una differenza fondamentale: quello di Margareth riguarda il presente e inizia nel momento del loro incontro, mentre quello di Selina risale a due anni prima e racconta cosa l’ha portata a finire in prigione.

La maggior parte della narrazione è affidata a Margareth, donna colta e sensibile che si trova ad affrontare la miseria umana dei penitenziari ottocenteschi e ce ne restituisce nel dettaglio ogni odore, ogni silenzio, ogni triste sguardo. In quel derelitto concentrato di sofferenza e mancanza di ogni umana compassione, dove le detenute sono costrette a stare sempre in silenzio, al punto che disimparano a parlare, questa giovane donna che sta cercando di abituarsi al vuoto della sua vita, dove ha perso tutto ciò che la illuminava, incontra Selina.
La medium brilla di luce propria in quel luogo oscuro e le affinità tra di loro sono tali che l’attrazione diventa inevitabile.

Margareth è una donna molto sola. Istruita, in un mondo che non chiede alle donne di esserlo, ha perso il suo unico punto di riferimento, il padre, ed è oppressa da una madre prepotente e piagnucolosa che la vorrebbe più frivola e superficiale, malgrado alla sua età non possa più ambire al matrimonio. Lei reagisce come può, ma non è facile per una persona già caduta una volta negli abissi della depressione. Nelle sue giornate grigie si fa strada il fascino di Selina, i cui modi garbati e il linguaggio sensibile insinuano crepe sempre più profonde nella corazza di precauzioni che le sono state imposte quando ha accettato di diventare una visitatrice.

Selina si proclama innocente, come la maggior parte delle detenute, ma la sua motivazione è fuori dal comune, poiché afferma che il responsabile è uno spirito. Lei è una medium di grande reputazione, nessun altro oserebbe portare a propria discolpa un argomento tanto bizzarro.
Un romanzo popolato di spettri, non tutti provenienti dall’aldilà. Quasi tutti i personaggi, in maggioranza femminili, si portano dietro sogni, incubi, sensi di colpa, speranze vane, felicità perdute, rimpianti che sfiniscono l’anima.
E mentre Margareth continua ad andare nel carcere, portando la sua opera di conforto, imparando a muoversi, a trovare le parole giuste, a centellinare le proprie azioni e a cercare di moderare i propri slanci emotivi verso i poveri esseri ai quali è stata tolta l’umanità, non riesce a resistere alla seduzione disperata di Selina, colei che la porta a coltivare sentimenti che si era preclusa.
Selina è l’ardore di una nuova speranza, la fonte alla quale l’animo assetato di Margareth ambisce.

Non è facile parlare di questo libro evitando di rivelare particolari significativi.
Selina emana il fascino della libertà inseguita con ferocia, Margareth, immersa com’è nella propria solitudine, anela all’incontro con un’anima affine.
Davvero può essere Selina la risposta?
Entrambe si dibattono in una società che ha creato mille gabbie per le donne ed è piena di donne che quelle gabbie le difendono con le unghie e con i denti.
Margareth non riesce a staccarsi da quel carcere dove figure femminili, ridotte a povere anime sorvegliate con crudeltà, trascinano la loro esistenza. In realtà la persona da cui non riesce a staccarsi è Selina. Cosa le porterà quel sentimento proibito? Segnerà la sua rovina oppure la sua rinascita?

Un romanzo dove ogni aspetto è centellinato con cura. Procede un passo alla volta, immergendoci nelle descrizioni dettagliate di ambienti tetri, di atmosfere nebbiose e umide, di sensazioni che emergono poco a poco, di sentimenti che, pagina dopo pagina, diventano passione. Una narrazione che sa diventare immersiva, totalizzante, ma di certo inadatta a chi non apprezza il lento procedere di una storia che ha bisogno di premesse, particolari, sussurri, per esprimere tutto il proprio fascino.
Il fascino di una strada lunga e tortuosa, dove emergere dalla nebbia significa trovare artigli che lacerano il cuore.

Cinque stelline.
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