A distanza di quattro anni da “King of limbs” la band inglese torna in sala di registrazione.

“Nella storia dei Radiohead, ogni disco rappresenta un’impresa. Per costruire e andare avanti, abbiamo ogni volta demolito tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento. Il processo creativo è sempre stato penoso, tormentato, laborioso” (Thom Yorke)

MILANO – Il loro ultimo album, “King of limbs”,  risale a quattro anni fa. Nonostante questo lungo silenzio discografico, sono una delle band più significative e innovative degli ultimi vent’anni. Gli inglesi Radiohead sono tornati in studio per incidere il nuovo e atteso album. La notizia ‘tranquillizza’ i fans di tutto il mondo di uno dei gruppi rock più amati che con soli otto dischi all’attivo ha venduto oltre trenta milioni di copie.
I tempi per la nuova fatica discografica saranno comunque lunghi. Philip Selway, il batterista della band ha dichiarato ultimamente che non è sicuro di poter affermare che il disco uscirà entro il 2015. Ecco le sue parole: “Sta venendo fuori bene, grazie! Abbiamo lavorato tutto l’autunno fino a poco prima di Natale e ora stiamo solo prendendoci un po’ di tempo per altri progetti. Ci torneremo a marzo e faremo una valutazione di dove siamo arrivati, se siamo entusiasti di ciò che abbiamo fatto finora. Non è per nulla finito tuttavia, quindi abbiamo ancora strada da fare. E’ stato un periodo produttivo, però”.
Il chitarrista-tastierista  Jonny Greenwood  (uno degli artefici delle magie sonore del gruppo, ndr) ha proseguito e puntualizzato lo stato dei lavori: “ Abbiamo registrato per un paio di mesi ed è andata piuttosto bene. Non abbiamo riascoltato ancora niente, quindi per ora siamo tutti molto felici. Ora, credo che ci metteremo ad ascoltare ciò che abbiamo fatto e a vedere se abbiamo ragione ad essere felici. Ma abbiamo lasciato tutto in ordine e messo per bene quando abbiamo finito le ultime registrazioni”.
Di sicuro i Radiohead riusciranno a sorprendere (come hanno sempre fatto nella loro straordinaria carriera) i loro fans con il nuovo album sia per l’originalità dello stile compositivo e per le sonorità che hanno sempre caratterizzato la loro ricerca sonora.

Una band all’avanguardia
Dopo i fenomeni del punk e della new wave in cui emersero figure come i Police e i Talking Heads, dagli anni ’80 in poi pochi gruppi rock hanno saputo rinnovare un linguaggio musicale così amato in tutto il mondo. Una delle band più innovative e originali che si sono formate all’inizio degli anni ’90 sono sicuramente gli inglesi Radiohead. Il primo nucleo del gruppo composto da Thom Yorke e Colin Greenwood prese forma presso la Abingdon School di Oxford nella seconda metà degli anni ’80. Poco tempo dopo entrò nel gruppo come tastierista anche Jonny Greenwood, fratello minore di Colin, ma in seguito diventò la chitarra solista della band. La prima esecuzione dal vivo della band si tenne alla Jericho Tavern di Oxford nel 1986. Dopo aver raggiunto una certa notorietà negli ambienti del college di Oxford, alcune case di discografiche si interessarono al gruppo che già all’epoca aveva un suono e uno stile originali. La Emi lo mise sotto contratto nell’inverno del 1991. Il nome Radiohead fu preso da una canzone dei Talking Heads presente nell’album “True stories”. “Drill”, il primo singolo, in parte influenzato dai Rem, U2, Nirvana e Joy Division,  fu pubblicato nel maggio del 1992 ma non ebbe un successo di vendite. I Radiohead non si persero d’animo e registrarono l’album “Pablo Honey” che fu pubblicato nel febbraio del 1993. Grazie al successo del singolo “Creep”, che è una sorta di inno per una generazione di perdenti ed emarginati, la giovane band inglese raggiunse la notorietà internazionale.
Con il successivo “The Bends” (1995), il suono e le composizioni si fecero più mature e con “Ok Computer” (1997), arrivò la svolta verso sonorità elettroniche e ambient. I Radiohead dopo appena tre album erano considerati come una delle realtà più originali e significative degli anni ’90. Con loro il rock subisce nuove trasformazioni e cambiamenti sia nelle melodie che nella ritmica. L’uso dell’elettronica (che può ricordare l’opera di Brian Eno) è abilmente fuso con una sapiente ricerca melodica che appare creativa e innovativa. Si può in parte affermare che i Radiohead portano avanti il discorso iniziato dai Talking Heads: una sorta di rottura degli stilemi classici del rock’n’roll. Il gruppo di David  Byrne si distinse per la ricerca sonora e per l’uso delle poliritmie africane, mentre la band dei fratelli Greenwood si concentrò sulle atmosfere, sulle sensazioni di tappeti sonori a volte malinconici e decadenti. Con “Kid A” i Radiohead firmarono un altro disco molto ambizioso che li catapultò nel nuovo secolo. Gli ultimi lavori sono “Amnesiac” del 2001, “Hail to the thief” del 2003, “In Rainbow” del 2007 e “King of limbs” del 2011.