In Valli come la mia i soprannomi di famiglia sono ancora usatissimi, per gli autoctoni decisamente più comuni dei cognomi anagrafici.
Le origini dei soprannomi si perdono in lontane notti dei tempi, alcuni sono poco gradevoli e non ripetibili, qualcuno è descrittivo, deriva da luoghi, aspetto fisico o professione, altri rimandano ad avi noti.

Il mio è tutto sommato accettabile, poiché la “Bröwa” è una minestra di farina, un cibo tipico della zona – e non solo – che veniva cucinato soprattutto in inverno, quando non era possibile trovare erbe e verdure che di solito arricchiscono le minestre.

Perché questo nome ci sia stato appioppato o da quando mi è ignoto, e nemmeno i più anziani lo ricordano, ma per me è parte del legame che sento con la mia terra, un elemento di identità. Così, quando ho iniziato a pubblicare, ho scelto proprio Bröwa come pseudonimo: scrivo romanzi legati alle mie valli, meglio dichiararlo fin dalla copertina.

Questa la ricetta:
Minestra di farina bianca detta Bruot o Bröwa

Prendere alcuni cucchiai di farina bianca, aggiungere un po’ di latte tiepido, mescolare senza far venire grumi.
Aggiungere altro latte con sale e burro e rimescolare su fuoco basso. Far cuocere per un quarto d’ora-venti minuti. Lasciare intiepidire; quando si forma una pellicina sopra, aggiungere un cucchiaio di latte freddo.

Nota del Redattore: e se aggiungessimo qualche crostino di pane abbrustolito? Un filo d’olio? Del formaggio?

A proposito di inverni in cui non si trovano erbe e verdure per le minestre, ecco l’ultimo romanzo di E.C. Bröwa: Quei giorni d’inverno.

Infiniti sono i sentieri della montagna. Quelli di Pier e Lothar si incontrano quando una furiosa tormenta li intrappola fra le mura d’una baita solitaria. Il pianoro immenso tutt’intorno diventa la prigione dei due uomini e la bellezza sfolgorante che li circonda assume il volto della paura, mentre la neve cresce, i soccorsi non arrivano e la disperazione si fa strada.
Di fronte all’inverno della montagna, la presunta superiorità degli umani sulla natura viene d’un tratto ridimensionata, i ruoli si invertono e le certezze si frantumano.
Quando tutte le regole ordinarie della vita sono messe in discussione, quanto sappiamo davvero degli altri e di noi stessi?

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