Marco Carrera, il protagonista del nuovo romanzo di Sandro Veronesi, è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce altri personaggi indimenticabili, che abitano un’architettura romanzesca perfetta. Un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo. Un romanzo potentissimo, che incanta e commuove, sulla forza struggente della vita.

Titolo: Il Colibrì.
Autore: Sandro Veronesi.
Genere: Narrativa contemporanea.
Editore: La nave di Teseo.
Prezzo: euro 9,99 (eBook); euro 19 (cartaceo).
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Il film può essere acquistato in streaming a noleggio:

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Ieri sera ho visto il film su Rakuten, oggi finisco il libro, mi mancano pochissime pagine. Ho aspettato molto per leggerlo: seguo diverse pagine di lettori e all’uscita ci sono state reazioni molto controverse. Poiché si tratta di un libro vincitore di uno dei premi più prestigiosi in Italia, non ho potuto fare a meno di pensare che molti dei pareri negativi provenissero da persone legate in qualche modo agli altri scrittori che non ce l’avevano fatta e alle rispettive case editrici (sono sempre più convinta – sì, ok, non ci vuole molto – che in quelle pagine si annidino persone che cercano di orientare i gusti della gente). Ho quindi acquistato il libro, parecchio tempo fa, e lasciato decantare le critiche favorevoli, non molte, e sfavorevoli, parecchie. E ho fatto bene. Il libro è bello, costruito in modo accattivante, mettendo insieme varie tecniche: il narratore in terza persona si alterna alla prima persona, introdotta con l’espediente dello scambio epistolare (ci sono molte email tra il protagonista e la donna di cui è innamorato da sempre e tra lui e il fratello); e poi ci sono i dialoghi tra il protagonista e lo psicoterapeuta che si sviluppano come un botta e risposta, senza interferenze da parte del narratore, ci sono solo loro e le loro parole. Nel titolo e nel riferimento c’è tutta la storia di Marco, un uomo la cui vita è un tumulto continuo, ma che nel suo eterno agitarsi resta sempre lì, e non solo in senso geografico, ma anche nel mondo interiore: come il colibrì, che sbatte le ali in modo frenetico per restare fermo dov’è. Il film rende molto bene, in un alternarsi di flashback e presente, fino alla scena finale, struggente, in cui tutti i rapporti si ricompongono. Inutile aggiungere che gli attori sono tutti bravi, ma Favino è superlativo, dall’inizio alla fine.

Nata a L’Aquila, vi è rimasta fino al 1970, anno in cui si è trasferita con la famiglia a Hartford, nel Connecticut, nella parte nord-orientale degli Stati Uniti. Dopo aver frequentato il liceo classico nella città d’origine, ha completato gli studi superiori negli USA, frequentando l’ultimo anno di high school. Una volta ottenuto il diploma, si è iscritta alla University of Connecticut, dove ha conseguito un B.A. (Bachelor of Arts) in Lingue e Letterature Straniere Moderne e un M.A. (Master of Arts) in Letteratura Comparata.
Attualmente vive Viterbo, dove ha insegnato in un Liceo Classico-Linguistico fino a Settembre 2020, dopo aver insegnato per diversi anni anche alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito e all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo come docente a contratto.
Ha al suo attivo la pubblicazione della traduzione di una selezione di racconti dello scrittore americano Thomas C. Wolfe, dal titolo Il bambino perduto, pubblicato dalla casa editrice La Caravella Editrice, di Viterbo nel 2009; la traduzione di una selezione di poesie dalla raccolta Interlunar, di Margaret Atwood (1939- ), pubblicate dal Centro Culturale L’Ortica di Forlì con il titolo Interlunare nel 2014; la pubblicazione di racconti in alcune antologie per i tipi di Laura Capone Editore, La Caravella Editrice, Giulio Perrone Editore, Edizioni EEE, Historica, GOX, Jona Editore, in alcuni casi come risultato di concorsi letterari; e, infine, la pubblicazione della raccolta di racconti Belle ombre imperfette, per i tipi di EEE-Edizioni Tripla E, nel 2019, raccolta che, nello stesso anno, si è classificata seconda nel premio letterario EquiLibri ed era tra le opere finaliste del Premio Residenze Gregoriane e nel 2021 ha ricevuto il Premio Speciale Amarganta team del Premio Letterario Amarganta. Nel 2022 ha pubblicato il romanzo I punti ciechi, EEE- Edizioni Tripla E, premiato con una Menzione d’Onore come inedito al Premio Letterario Residenze Gregoriane. Sempre nel 2022 ha pubblicato il saggio Walter Serner e la Tigre Il romanzo di un dadaista, per i tipi di Rosabianca Edizioni.
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