Quando scriviamo il primo vero libro, i consigli arrivano da tutti i lati.
In California, la professoressa di scrittura creativa mi ripeteva continuamente di scrivere di quello che sapevo.
Invece, io volevo scrivere di quello che sentivo e il risultato è stato Love Thy Sister.
Il mio primo libro, farcito come un tacchino natalizio con tutti i ricordi, i desideri e i rimpianti della mia vita all’estero. Ho disseminato nella storia briciole dei miei sogni più profondi, perché fra il girovagare e gli amori persi e ritrovati, l’unica costante è stata la voglia di vedere il mio capolavoro letterario nella vetrina di una libreria italiana.

Love Thy sister (Mina #1)

Si dice che i guai non vengano mai soli, che piova sempre sul bagnato e che non si debba mai lasciare la strada vecchia per la nuova… Già, perché si sa quello che si lascia e mai i casini in cui ci si trova.
E Mina Calvi, italiana d’origine ormai trapiantata, con suo sommo disappunto, in California, ne sa qualcosa. Anzi, ne sa fin troppo.
Da sempre impulsiva e incostante, si è ritrovata a vivere con una sorella iperprotettiva nell’idilliaca Orange County, dove l’Italia è solo un ricordo e un lavoro stabile che tenga conto del suo caratteraccio… un miraggio.
Ma tutti i problemi volano fuori dalla finestra nel momento in cui l’azienda di sua sorella viene scossa da un omicidio e la sua vita dalla rivelazione di un segreto di famiglia simile a un’atomica gettata in cantina.
Nemmeno l’aiuto e il conforto di Brian Starrs, il bel californiano dagli occhi azzurri, riescono a proteggerla dalla rete di tradimenti, slealtà e bugie in cui è rimasta incastrata e da cui emergere sembra impossibile.
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Bosom Bodies (Mina #2)

Cosa non si fa per amicizia?
Be’, evitare di finire nei guai accusati di aggressione, contrabbando e omicidio, sarebbe un buon inizio. E anche non lasciarsi coinvolgere in una fuga rocambolesca, con tanto di assassini alle calcagna e un cavaliere in sella a una moto scintillante, che di principe azzurro non ha neanche il nome dato che si chiama Diego, aiuterebbe molto.
Eppure, Mina, diventata ormai l’annoiata titolare dell’impero informatico di famiglia, finisce in un incubo fatto di tette finte e omicidi in riva al mare, senza capirne il come o il perché.
Sa solo che la direttrice del ristorante in cui si è ritrovata a lavorare è stata uccisa e che il suo Maggiolino risulta essere il mezzo utilizzato per l’omicidio. Come? Non lo sa.
Ma se non risolve il mistero in fretta, il prossimo cadavere sulla spiaggia dorata, potrebbe essere il suo.
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