Un romanzo lungo un anno, e un po’ di più, che nasce dall’incontro casuale fra il cittadino Pietro e la coppia di montanari Lisa e Vanni.
Mentre il rapporto fra i tre cresce fino a diventare amicizia e le ore passate insieme alla casa sull’altipiano si moltiplicano, l’ambiente circostante diviene lo spunto per raccontare una storia che risale indietro di milioni di anni, poi di secoli e infine di qualche decennio, delineando il ricco quanto complesso rapporto fra gli umani e la montagna.
Vanni e Lisa parlano di un contesto che amano, di cui si sentono parte e che per loro non è solo una realtà inanimata. Pietro, che aveva sempre considerato quei territori poco più che luoghi di piacevole attività all’aperto, inizia a cercare i segni del passato descritto dai due, trovandosi a infine scoprire anche qualcosa di nuovo dentro di sé.
Questo romanzo fa parte della serie “L’anima della montagna”.
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Primavera, estate, autunno, inverno: momenti su una linea circolare senza fine, che scandiscono l’anno, e non solo. Sulle montagne, le stagioni hanno bellezza e fascino unici, ma possono racchiudere in sé anche un’altra storia, una storia antica di milioni d’anni, che parte da ere remote, attraversando il tempo della terra, quello della natura e quello degli umani.
Ha modo di accorgersene Pietro, abitante della città che ogni tanto ama camminare in montagna, il quale, durante un’escursione che minaccia di finire male, fa un incontro capace di fargli scoprire, a poco a poco, un universo nuovo e differente, un altro modo di guardare la realtà e, forse, di trovare un’«anima» dove mai avrebbe immaginato che se ne potesse celare una.
La collana “L’anima della montagna” presenta storie di natura e storie di persone in quel contesto unico che sono le Terre Alte.
Bellezza incontaminata che si alterna a scenari di abbandono. Tempi millenari che intersecano esistenze brevi. Uomini e donne che tentano di mantenere in vita un passato scomparso, o che rimangono stregati dall’equilibro che lì ancora esiste con l’ambiente circostante, fra scenari che appagano gli occhi e lo spirito.
Un luogo ove ogni essere è davvero “vivente” e in relazione con tutti gli altri. Un luogo in cui forse scoprire che la stessa montagna non è soltanto la realtà inanimata cui siamo soliti pensare.
Una serie di libri indipendenti l’uno dall’altro, ma accomunati dalla montagna, che non è semplice sfondo, bensì protagonista.
Bröwa vive in montagna, nel paese dove da generazioni è radicata la sua famiglia. Scrive romanzi che raccontano natura e persone delle sue terre, le montagne da cui l’autore trae idee, ispirazione e storie, sia quelle più realistiche sia quelle frutto dell’immaginazione. Le vite degli alberi, i ricordi degli uomini, grandezza e declino di un ambiente unico, mondi sconosciuti ma forse non tanto lontani sono tutti accomunati dalla sfolgorante bellezza e dalla forza vitale che contraddistinguono delle Terre Alte.
Bröwa è uno pseudonimo, ma non è usato per nascondere l’identità, bensì per affermarla. Nel patois parlato in valle è, infatti, il soprannome tradizionale di famiglia, un ulteriore modo per sottolineare lo legame con la montagna e la gratitudine verso le proprie radici.
Ha iniziato a pubblicare nel 2019.
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