Non è sabato se non c’è L’Artiglio Rosa!

Eli Easton, Il Leone e il Corvo (Dreamspinner Press)

Nell’Inghilterra medievale il dovere è tutto, l’onore personale vale più della vita stessa e l’omosessualità non è tollerata né da Dio né dalla società.

Sir Christian Brandon è cresciuto in una famiglia che lo ha sempre odiato per la sua insolita bellezza e per le sue origini. Essendo il più piccolo di sei rozzi fratellastri, ha imparato a sopravvivere usando l’astuzia e le sue doti da stratega, guadagnandosi il soprannome di Corvo.

Sir William Corbett, un imponente e feroce guerriero conosciuto come il Leone, sopprime i suoi desideri contro natura da tutta la vita. È determinato a incarnare il proprio ideale di cavaliere valoroso. Quando decide di mettersi in viaggio per salvare la sorella dal marito violento, è costretto ad affidarsi all’aiuto di Sir Christian. Il loro accordo metterà alla prova ogni briciola della sua fibra morale e, alla fine, la sua concezione di cosa significhino dovere, onore e amore.

Un romanzo storico m/m * * * *

La Easton è una delle mie autrici preferite, ma questo romanzo è un po’ diverso da tutti quelli che ho letto in precedenza. Innanzitutto non è un romance ed è ambientato nell’Inghilterra medievale. Ciò vuol dire che in circa 150 pagine narra tutta la vita dei due protagonisti e deve fare i conti con la mentalità dell’epoca, che considerava l’omosessualità un peccato mortale e un comportamento contro natura, oltre che un reato (per la verità in quel paese è stata reato fino agli anni Sessanta del Novecento). La conseguenza è che i gay vivevano per forza di cose nell’ipocrisia e nel nascondimento, pena la morte.

La trama ha aspetti violenti e non posso dire di aver gradito il finale. Però senza dubbio la Easton è una grande scrittrice.

A. E. Wasp, Spezzati (Veterans Affairs, Volume Primo) – Quixote Edizioni

Rimasto ferito in un traumatico incidente, Ethan, capo ranch, fatica a creare un nuovo posto per sé nel mondo che ama. Spezzato in diversi modi sia dall’amore che da dolorose perdite, ha intenzione di andare avanti da solo, fino a quando non incontra il nuovo tirocinante, Jake. Appena congedato dall’esercito, e dopo essere stato danneggiato dalla guerra, Jake è tornato a lavorare in un ranch, seguendo lo stile di vita con il quale è cresciuto. Ma non è più la persona di un tempo e non è più sicuro di ciò che vuole. Possono due uomini spezzati aiutarsi l’un l’altro a guarire, e creare una nuova vita assieme?

Un racconto molto interessante * * * *

È il racconto delle seconde occasioni: Ethan di 40 anni e Jake di 25 si incontrano quando, per diverse ragioni, sono stati spezzati dalla vita e si innamorano. Le difficoltà sono varie e numerose, ma in qualche modo si avvieranno a superarle. Insieme.

Bello, ma il finale per certi aspetti aperto è un po’ deludente. A meno che, naturalmente, sia previsto un seguito.

Ottima la cura nella stampa, molto insolita in questi tempi cialtroni.

Bronwin Scott, Lezioni di francese (Serie Le Mogli Fedeli, Volume Primo) – HarperCollins Italia

Londra, 1821 – Dopo un imbarazzante incidente durante la sua prima Stagione tre anni addietro, Claire Welton ha pensato che la sua migliore opzione fosse divenire invisibile, confondendosi con la tappezzeria a ogni evento mondano. Tuttavia, quando la vita di una delle sue più care amiche viene sconvolta in modo inaspettato, si rende d’un tratto conto di essere stanca di rimanere sempre nell’ombra a guardare il luccicante mondo del ton danzare intorno a lei e che è giunto il momento di lottare per ciò che desidera, o meglio per chi desidera. Da anni è infatti innamorata di Jonathon Lashley, il quale non ha però mai mostrato particolare interesse per lei e che oltretutto pare stia per fare una proposta di matrimonio a un’altra e ottenere un prestigioso incarico diplomatico a Vienna. Claire potrebbe perderlo per sempre… oppure cercare di conquistarlo accettando di impartirgli lezioni private di francese.

Sconcertante * *

Di regola Bronwyn Scott mi piace, ma questo romanzo è davvero troppo inverosimile: il comportamento di Claire potrebbe capirsi (forse) in un contemporaneo, non sullo sfondo del 1821. E il finale è un concentrato di assurdità.

Le recensioni de L’Artiglio Rosa