La Hazard Edizioni propone per Novembre 2017 il primo volume di una miniserie di due: “La Musa Dimenticata, la storia di Hoffmann”. Si tratta di un fumetto che nasce con l’intento di omaggiare il “dio dei manga” Osamu Tezuka: una storia originale, con un cast di personaggi ispirati graficamente agli archetipi tezukiani. Pur omaggiando il maestro giapponese, le autrici hanno realizzato l’opera perché fosse fruibile da parte di tutti, Tezuka fan e non, grazie alle molteplici chiavi di lettura.
Quel che il lettore si troverà davanti è pertanto un romanzo grafico di genere storico fantastico. Nella Germania del secondo Reich, fra Lubecca e Amburgo, ha inizio la storia di un artista e della sua musa. La Musa dimenticata.
Quasi novant’anni fa nasceva un uomo, in Giappone, destinato a contribuire in maniera determinante alla cultura del proprio paese. Si chiamava Osamu Tezuka e oggi in patria è ricordato come il “Manga no kamisama”, ossia il “dio dei manga”.
Osamu Tezuka, infatti, pur laureandosi e specializzandosi in medicina, abbraccerà la carriera del “mangaka”, il fumettista, arrivando a pubblicare nel corso della sua vita più di 400 volumi e producendo decine di serie animate grazie alla propria casa di produzione, la Mushi production.
Alcune di queste serie animate sono state trasmesse in Italia dagli anni Settanta in poi, motivo per cui i titoli possono suonare familiari: “Kimba il leone bianco”, “Astroboy”, “la Principessa Zaffiro”.
In Italia è anche possibile leggere diversi suoi manga (la saga de “La Fenice”, “Budda” e “Black Jack” tra gli altri), in particolare grazie ad Hazard Edizioni, che da vent’anni si propone di diffondere l’opera del maestro nel Belpaese curandone le edizioni italiane. L’importanza dell’operato di Osamu Tezuka per i manga, e in definitiva per la cultura giapponese, è un fatto acclarato e comprovato.
Io e Deda Daniels, già prima di fondare nel 2007 il sito italiano ufficiale di Osamu Tezuka, avevamo intenzione di rendere omaggio all’opera del maestro ed è stato naturale pensare di farlo attraverso un fumetto realizzato da noi. Ma come evitare che quest’impresa si risolvesse in una contaminazione un po’ meccanica di trame, personaggi e tematiche tezukiane?
Abbiamo deciso di rivolgerci al cuore di Osamu Tezuka. Appassionate da sempre di questo autore, eravamo a conoscenza del suo rigore nella documentazione, della dedizione al proprio lavoro, della curiosità viva e aperta a tutte le possibili fonti d’ispirazione. L’arte, il cinema, la letteratura, la vita, la storia e la proiezione nel futuro: tutto confluiva in un grande magma creativo e in perpetua ebollizione nella mente di Osamushi.
Per arrivare a Tezuka, siamo partite dalla casuale lettura di un articolo su una rivista, che ricordava un evento minore di un passato non troppo lontano: la storia di Sylvette e di Picasso. La giovane Sylvette David in breve tempo comparve e disparve dalla vita di Picasso, lasciando memoria di sé in una quarantina di opere del genio spagnolo. Che fine aveva fatto quella musa dimenticata?
Un artista, la sua musa. Il tema arte-vita ha dato origine a un primo nucleo narrativo, che si è arricchito in oltre dieci anni di un’ambientazione precisa (le città anseatiche), di un’epoca definita (la Germania del secondo Ottocento), di archetipi riconoscibili (il mentore, l’amica e l’amico d’infanzia, l’antagonista, alleati e nemici), per i quali potevamo attingere, nella rappresentazione grafica, ai particolari somatici dei personaggi di Osamu Tezuka.
A Emilia Cinzia Perri, la sceneggiatrice, è spettata la documentazione storica e d’ambiente, quindi il sopralluogo sul campo, le ricerche in biblioteca, lo studio delle basi della lingua dei personaggi (il tedesco) e l’architettura della trama, organizzata per pagine e vignette.
A Deda Daniels, la disegnatrice, è toccata la ricerca iconografica, le citazioni tratte dalle opere d’arte e lo studio dell’impaginazione (che doveva ricordare quella di Tezuka, ma non ripeterla pedissequamente), quindi creare una grafica che rendesse riconoscibile da un lato l’ispirazione “tezukiana” dei personaggi e dall’altro la loro completa autonomia dal modello. Non ultimo, il colore che arricchisse la chiave emotiva della storia.
Il risultato è un’opera rivolta a tutti: anche chi è ignaro delle trame e dei personaggi di Tezuka non avrà alcuna difficoltà a fruire del fumetto che lo omaggia, trovandosi di fronte a un romanzo grafico di genere storico fantastico. Ma certo, chi già conosce Tezuka avrà una chiave di lettura in più. E speriamo che il nostro lavoro, magari, incuriosisca qualcuno ad approfondire la conoscenza del maestro.
Un’impresa, una sfida, un’avventura, un viaggio senza fine. Tutto questo e molto di più è per noi “La Musa dimenticata”. Osamu Tezuka non ha mai smesso di sperimentare nel corso della sua carriera, amava le sfide e così abbiamo fatto noi.
Questo per noi significava andare al cuore di Tezuka.
1867, Germania del Nord.
È l’alba lungo la spiaggia, non lontano da Lubecca; qui un vecchio pescatore attende pacifico che qualche pesce abbocchi al suo amo. Dei monelli, però, gli rubano quanto ha appena pescato. Tra questi c’è un bambino, che si sta avvicinando lungo la battigia. Credendolo l’ennesimo ladruncolo, l’anziano pescatore comincia a correre verso di lui, minaccioso. Il bambino, a sua volta, fugge di riflesso. Questo strano inseguimento termina nel momento in cui il vecchio si accorge di camminare su un disegno che lo stesso bambino stava tracciando con un ramo, poco prima, sulla sabbia. L’uomo trova il disegno davvero singolare, motivo per cui cerca di attirare il piccolo con una ciotola di zuppa fumante.
Lo stratagemma ottiene il risultato sperato e il vecchio riesce a scambiare due parole con il bambino, il quale si dimostra da subito bizzoso, diffidente e pieno di rabbia, ma anche orgoglioso di chiamarsi “Markus e basta”. Eppure Andres Hoffmann, pescatore dal passato misterioso, fin da subito intuisce ciò che lo accomuna a Markus.
In quei segni incerti tracciati sulla sabbia, in quel carattere ribelle, il vecchio ha forse intravisto un talento degno di essere coltivato; decide perciò di prendersene cura. Riuscirà il giovane Markus, insofferente delle regole e della disciplina, a trovare la sua strada nella Germania di Otto von Bismarck?
Titolo: La Musa dimenticata, la storia di Hoffmann (primo volume di due previsti).
Autrici: Emilia Cinzia Perri, Deda Daniels.
Editore: Hazard Edizioni, Milano, novembre 2017.
Prezzo: euro 12,00 (misure: 17 x 24 cm, 112 pagine a colori. Brossura, cucito a colori con alette).
Emilia Cinzia Perri
Nata a Cosenza, vive tra Roma e Bologna. Da sempre appassionata di fumetti, cinema e letteratura, nel 2005 sceneggia l’albo “Korea 2145”, su disegni di Enzo Troiano, vincendo il premio Carlo Boscarato, categoria miglior esordio. Insegna nei licei, pubblica racconti in antologie edite da Delos Books, Alcheringa, Plesio. Nel 2016 sceneggia per Kleiner Flug l’albo “Salomè”, disegni di Silvia Vanni. Nel 2017 esce per Watson Edizioni “Un fantasma molto affamato”, il suo primo romanzo.
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Deda Daniels
Nata in quel di Trinacria, risiede a Singapore. Laureata in Animazione presso l’Academy of Art di San Francisco, lavora fino al 2006 su progetti targati Disney, Mattel, Hasbro, Pixar e Nickelodeon (Story Artist, Storyboard artist e product designer). Pubblica nel 2008 con Jar Edizioni il saggio “Gashapon Hunter”. In Italia lavora a “Isa e Bea – Streghe tra noi” e sul magazine “La Principessa del Cuore”, testi di Simona Calavetta. Dal 2010 insegna nella Scuola di Interactive & Digital Media di Singapore e si dedica ai webcomics “Il Pirata Baldassarre”, “Il Fiore e il Naso” e “Il Marchio di Caino”.
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