Appassionata lettrice, Loriana Lucciarini fin da piccola è affascinata dalla magia racchiusa nei libri e l’idea di generare emozioni con le parole la spinge verso la scrittura.
Narratrice di storie di carta e inchiostro, spazia tra romance, fantasy, favole, approfondimento sociale, mainstream, poesia; negli anni ha pubblicato con Arpeggio Libero editore, Le Mezzelane casa editrice, Villaggio Maori edizioni, La Strada per Babilonia edizioni e nella collana de Gli Scrittori della porta accanto.
Curatrice di progetti solidali, scrive per le testate web de Gli Scrittori della porta accanto, Letteratura e cultura al femminile, Protagonista donna.
Presente in varie antologie di narrativa e di versi poetici, con gli ultimi lavori, vira verso il giallo e il thriller.
Il suo sito web QUI.

Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Intanto un saluto a tutte e a tutti e grazie per avermi accolta in questo spazio virtuale letterario. Non sono connotata su un genere, dalla prosa passo anche alla poesia. Ciò accade perché sono le storie che vengono a me per farsi raccontare, così per animarle di vita di carta e inchiostro cerco la forma letteraria migliore per loro.

Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Appunto idee, bozze di testo, passaggi di paragrafi o poesie su block notes virtuale o reale… quello che trovo sottomano per non farmi sfuggire nulla! Tuttavia, per la stesura del testo, scrivo rigorosamente al computer perché mi aiuta a fluidificare la scrittura, a dare consecutio.

C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
In realtà no: scrivo quando sono libera, anche in mezzo alla confusione o in pausa pranzo…
Ovviamente non è facile, ma la scrittura è parte di me; sono abituata a strappare momenti al caos degli impegni quotidiani per ritagliare uno spazio tutto mio. Purtroppo, da quando mi hanno diagnosticato la fibromialgia, tutto si è complicato: uno dei sintomi di questa malattia è la “fibrofog”, cioè la fibronebbia, che corrisponde a una nebbia mentale che impedisce la concentrazione e confonde nozioni e ricordi. Quando la mia mente è così offuscata, mio malgrado, devo rinunciare a scrivere perché rischio di passare ore su un singolo testo, senza produrre nulla di buono. A maggior ragione, approfitto di ogni momento buono e sono diventata la regina del cogli l’attimo! 😛

Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Entrambe le cose. Partecipo emotivamente a ciò che scrivo, non solo quando trasformo le idee in parole ma anche nei momenti precedenti o, se si tratta di lavori particolarmente impegnativi, anche nei giorni prima. In pratica mi immedesimo nelle atmosfere e nei personaggi, un po’ come fa un attore; questo per me è l’unico modo per entrare nella testa dei singoli protagonisti, tratteggiarne pregi, difetti, stato emotivo e pensieri.

Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Parto sempre organizzatissima con trama definita suddivisa in capitoli, personaggi e ambientazione già strutturati… ma poi il caos regna sovrano e procedo “a vista”. Fra personaggi che si rivelano diversi da quanto stabilito, nuove scene nate sull’onda emotiva, situazioni che sembrano poco plausibili e quindi da riorganizzare… il caos regna sovrano! Con l’esperienza maturata in anni di scrittura ho capito che questo è il mio modus operandi, nonostante tutto. Così so che devo fermarmi per mettermi in ascolto della storia: se permetto alle vicende di prendere il giusto corso, trovo anche le giuste soluzioni narrative. Certo, è un lavorone, ma è l’unico modo che ho per essere soddisfatta di me: se alla rilettura ciò che ho scritto “vibra”, so che finalmente funziona.

Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Scrivo quasi ogni giorno, spesso saltando da un progetto all’altro. Infatti, negli ultimi anni mi è capitato di portare avanti progetti narrativi in contemporanea, tanto da ritrovarmi la mattina a raccontare scene fantasy e, il pomeriggio, descrivere di inseguimenti di volanti di polizia…

Ama quello che scrive, sempre, dopo che lo ha scritto?
Sì. Anche se, passati anni, rischio di sentirlo distante da me.

Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Sì… e tutte le volte provo l’impulso di modificare qualcosa! 😀
Non mi sento sola, so che molti scrittori provano quello che provo io; credo dipenda dal fatto che siamo persone in continuo mutamento, diverse giorno per giorno. Comunque sono brava e resisto: non tocco ciò che già stato pubblicato, rivolgo la mia energia a nuovi progetti.

C’è qualcosa di autobiografico nel suoi libri?
La vita che vivo e che mi circonda permea ciò che sono e, dal momento che sono io che scrivo, certamente nei miei lavori c’è una parte di me o della mia esperienza personale. Però non sempre le vicende che narro sono autobiografiche, ma avendone io fatta sintesi narrativa, ne faccio parte e me ne sento parte.

Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è una lettrice assidua? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Sono stata un’avida lettrice fin da bambina. Anzi, è stata proprio la magia della lettura a spingermi verso la scrittura perché volevo anche io incantare con le parole, così come lo avevano fatto le scrittrici e gli scrittori con me.
Lo scorso anno sono arrivata a circa quota cinquanta libri letti; negli ultimi mesi invece ho rallentato, impegnata a concludere alcuni progetti letterari.

Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
All’inizio ho partecipato a numerosi concorsi di prosa e poesia, da quelli “istituzionali” ai più matti come, ad esempio, le Olimpiadi letterarie di mEEtale che mi hanno visto raggiungere la medaglia di bronzo dopo un calendario di prove letterarie di ogni tipo (dal tautogramma alla poesia in rima, dalla storia breve in 300 parole a racconti imposti per tema e genere letterario). Oppure come il “Ping Pong”: un concorso in cui si veniva abbinati a un coautore sconosciuto per scrivere un romanzo completamente al buio, senza poter concordare trama o sviluppi; proprio lì ho incontrato Laura Bassutti, che è diventata una mia cara amica e con cui ho scritto il mio ultimo romanzo “Un lungo ritorno”.
Questo tipo di concorsi sono state esperienze fantastiche, mi hanno stimolata, divertita, sono state utili  a confrontarmi con altri scrittori, a essere valutata da occhi esterni e critici e, non ultimo, a prendere fiducia nelle mie capacità. In alcuni di questi sono stata anche premiata, sia in prosa che in poesia. Purtroppo negli ultimi anni non ne faccio quasi più perché non riesco a stare dietro alle scadenze e spesso mi dimentico, arrivando a bando chiuso. Ad ogni modo, partecipando e mettendomi alla prova ho scoperto che sono predisposta alle collaborazioni sinergiche, così in questi ultimi anni, oltre ad aver ideato iniziative letterarie solidali e di beneficienza, ho dato vita a progetti letterari con alcuni coautori: Sabrina Cau, Laura Bassutti, Vito Introna, Maria Sabina Coluccia.

A cosa sta lavorando ultimamente?
Ho concluso e tra poche settimane uscirà in digitale con marchio Delos, il romanzo fantasy dal titolo «I custodi di Heloyin e l’ultima progenie».
Nel frattempo ho ultimato «I racconti del Tao» una raccolta di storie realizzate a quattro mani con Maria Sabina Coluccia, che vedrà la luce nei prossimi mesi.
Insieme a Vito Introna abbiamo trovato casa al giallo scritto a quattro mani: «Alla ricerca dei Lestrigoni» sarà pubblicato nel 2021 con la Bertoni Editore.
Per ultimo, sto partendo per la revisione finale di un thriller/noir che è stato per me particolarmente complicato scrivere ma che, dopo aver fronteggiato i miei limiti e mille difficoltà, ho finalmente terminato. Sono già soddisfatta per aver vinto questa scommessa con me stessa ma farò di più e cercherò di portarlo a pubblicazione entro la fine di questo 2020. Appuntatevi il titolo: «Il sussurro del lago», spero di farvelo trovare presto sugli store online.
Tanti altri progetti bollono in pentola ma, come dicevo prima, il tempo è tiranno e strappare momenti alla scrittura non è facile. Lo faccio comunque ogni giorno, determinata a non lasciarmi sopraffare dalla quotidianità, perché scrivere per me è oasi di pace, cura e nutrimento per la mia anima.
Grazie per avermi ospitato e per questa interessante intervista, spero di avervi incuriosito e fatto scoprire un po’ dei miei mondi letterari fatti di carta e inchiostro… a presto!

Friulana – nata a Udine un sabato mattina di febbraio soleggiato e freddo –, Laura Bassutti vive fra Italia e Spagna.
Molti anni fa, sua nonna materna le regalò il primo libro Vacanze sull’Isola dei Gabbiani di Astrid Líndgren: da quel momento è iniziata la sua passione per la lettura e la scrittura.
Scrive per raccontare, raccontarsi, sognare e capire.
Ha pubblicato romanzi e racconti con diverse case editrici, partecipato a diversi premi letterari, scritto per la rivista Confidenze e, quando trova il tempo per farlo, cura il blog “Parliamo di Libri”.

Sabrina Cau vive in Sardegna, ha compiuto studi scientifici e da sempre ha la passione per la scrittura.
Ha lavorato per alcuni giornali regionali. Come autrice ha pubblicato: Conversazioni semiserie sulla legge dell’attrazionecon Sandra Lussu (2013, Ilmiolibro.it), La via della creazione consapevole con Sandra Lussu e l’autore best seller Paolo Marrone (2014, Youcanprint).
Di prossima pubblicazione Figli di Tselem con Sandra Lussu.