Lisa Ghilarducci si presenta:
Scrivo romanzi e, occasionalmente, sceneggiature.
Recito in teatro e in progetti cinematografici indipendenti. Ho studiato tanti stili di danza diversi e di recente ho anche cominciato le lezioni di canto. Di sicuro mi capita di rado di annoiarmi.
Sono convinta che sia il corpo a fare tutto il lavoro; soprattutto quello sano. Quindi, quando sono troppo sedentaria, mi ribello e tento di mettermi in movimento per recuperare uno straccio di senso.
Amo leggere, ballare, cantare, passeggiare col cane e coccolare la gatta. E, naturalmente, adoro scrivere.
QUI trovate i miei libri.

1.     Due righe per presentarsi?
Scrivo romanzi rosa contemporanei con protagoniste toste che risultano difficili da corteggiare (non sono molto simpatiche, insomma).
Sono architetto, ma ho esercitato la professione solo per alcuni anni prima di dedicarmi alla recitazione e alla scrittura.
Adesso la creatività può invadere la mia giornata senza il minimo ritegno e io, di conseguenza, sono più felice.

2.     Che genere scrive? Oppure, svolazza di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Scrivo rosa contemporaneo. Non sono affatto leggiadra perché non ho ancora avuto il coraggio di muovermi nemmeno da questo sottogenere nonostante adori leggere, fra i rosa, anche i fantasy e gli storici.

3.     Come scrive? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Tecnologia. Adoro Scrivener e di tanto in tanto uso anche Dragon Naturally Speaking per le dettature. Questo succede però solo quando sono abbastanza lanciata nella storia da non perdere il tiro della narrazione passando da una tecnica all’altra.
In borsa ho sempre un quadernino che mi piace (l’apprezzamento estetico e tattile è un requisito fondamentale) su cui prendere appunti.
Ma lo uso di rado perché di solito, quando mi arrivano le idee, sono a pochi passi dalla postazione di lavoro.
Però, rispetto al passato, sono diventata brava a trascrivere al computer qualunque intuizione o nuova idea che mi sono appuntata mentre passeggiavo con il cane in pineta.
E lo faccio niente meno che in un file che sono in grado di rintracciare! Roba inaudita fino a un paio d’anni fa.

4.     Quando scrive? Allodola, o gufo?
Nata gufo, trasformata in allodola.

5.     Coinvolta sempre in quello che scrive, oppure distaccata?
Sono sempre molto coinvolta sennò non mi diverto. Addirittura mi illudo di poter capire se la storia ha un potenziale basandomi su quanto mi diverto a scriverla. Magari non è una regola tanto saggia, ma per ora non so riferirmi a qualcosa di più efficace.

6.     Scaletta ferrea, o sturm und drang? Cotroneo, o Bregola?
Sturm und Drang. Giardiniera, insomma, alla maniera di George R. R. Martin.
Scoprire cosa accade, e soprattutto come, mentre le pagine appaiono sul mio computer è, per me, la parte più esaltante di questo lavoro.
Tutto questo ovviamente vale solo fino a quando non mi impantano. Quando invece mi accorgo di non avere un luogo in cui andare a trovare le risposte di cui ho bisogno l’atmosfera si fa subito più tesa.
Per fortuna mi è capitato solo una volta di incartarmi sul serio e, per ancora maggiore fortuna, i miei personaggi hanno saputo superare la cortina dei miei pregiudizi per mostrarmi cosa volevano vivere.
Subito dopo mi sono innamorata di nuovo del processo e della travagliata storia d’amore di cui ero testimone.

7.     Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Nata “quando-posso” poi diventata metodica.

8.     Ama sempre quello che ha scritto (dopo aver terminato la stesura)?
Non direi ma, a dire il vero, ricordo poco.
A volte però le mie lettrici citano qualcosa che mi dicono di aver trovato in uno dei miei romanzi e la cosa, prima mi sorprende, poi mi gratifica.

9.  Siamo curiosi: c’è qualcosa di autobiografico in ciò che scrive?
Probabilmente c’è qualcosa del mio vissuto in tutti i miei lavori, ma raramente racconto eventi che si sono davvero verificati.
Alcune dinamiche che ho vissuto sono riemerse nelle mie storie, però la situazione in cui il personaggio viveva l’esperienza era molto diversa da quella di partenza.
Forse uso la scrittura per esplorare nuove possibilità. Così fornisco a eventi dolorosi e irrisolti un finale diverso.

10.  Legge molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Sì, molto. Non tanto quanto alcune mie lettrici però perché scrivere, e soprattutto correggere, mi prende talmente tante ore che mi rimane solo il tempo che mi ritaglio in ogni micropausa della giornata e la notte prima di andare a letto. Ho tolto la lettura della mattina appena sveglia perché rischio di planare davanti al computer troppo tardi.

11.  I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Perché no? Solo che non ho tanta voglia di impazzire per partecipare, perché gli esiti non credo siano incoraggianti per una persona che scrive puro intrattenimento rosa.

12.  Progetti per il futuro?
Troppi. Tutti stimolanti, ma davvero troppi.
Storie nuove da scrivere (fra cui anche un paio di serie); fare i miei audiolibri; far tradurre in inglese la Trilogia della Notte; esplorare il mercato anglofono; diventare una marketer migliore; rendere lo spazio delle letture rosa del sabato mattina, il #LisaRosaLive, un luogo interessante e divertente in cui fare una capatina.
Risultato? La mia giornata sembra inconcludente anche quando riesco a spuntare alcune voci solo perché ne ho troppe e sembrano tutte urgenti.
Però faccio quello che amo e che mi diverte quindi sono felice anche nei momenti complicati.