Valeria Corciolani è una scrittrice insolita e originale nel panorama letterario italiano. Ha cominciato con Emma books, ma per l’ultimo titolo è passata ad Amazon publishing. Sulla carta chiunque penserebbe che i suoi romanzi non mi siano congeniali. E avrebbe ragione. Perché nulla al mondo mi attira di meno dei romanzi corali. E invece chissà perché la Corciolani è riuscita a sedurmi contro ogni aspettativa. Vediamo perché.

Il morso del ramarro, 2015

La sinossi

Tre ricchi rampolli annoiati che scelgono il furto d’appartamento per dare un guizzo d’adrenalina alle loro giornate vuote. Un professore raffinato e burbero, un farmacista latin lover, un capitano in pensione e un vispo pescatore decisi a portare a termine la loro impresa in barba all’età. Una badante peruviana che non sa più quale sia su casa. Un giovane medico del pronto soccorso alle prese con un inquietante mistero. Una mamma single alle prese con ex marito fedifrago, suocera complice, zia anziana, nuovi amori, figlia adolescente e due gemellini terribili. Persone diverse, ma con una cosa, anzi un luogo, in comune: la palazzina liberty in cui vivono, in una cittadina di mare. Lì prendono vita e si snodano le loro storie, i personaggi si annodano, i sentimenti si chiariscono e ci accompagnano con gustosa ironia alla soluzione dell’enigma. Che era partito da un semplice ciondolo. A forma di ramarro.

Ed ecco la mia recensione:

Un romanzo corale****

Non un romance e neppure un rosa, piuttosto un romanzo corale, dove numerose storie più o meno comuni si succedono in un incessante girotondo (che l’autrice sottolinea con l’espediente di far cominciare ogni capitolo con l’ultima parola del capitolo precedente). Per i miei gusti insoddisfacente il finale-non-finale, che forse vuole fare riferimento alla vita reale, che non ha davvero un inizio e una fine, ma è solo continuo scorrere.

OoO

Pesto dolce. La ricetta delle possibilità, 2015

La sinossi

[Ingredienti] 1 anziano e affascinante pasticcere che sa trovare quello che cerca; 1 ragazza svuotata come un bastoncino di vaniglia a cui è stato raschiato via tutto il morbido del cuore; 1 giovane enologo sbatacchiato nel frullio degli eventi; Una manciata di vecchietti che riequilibrano i sapori con il gusto dei ricordi; 1 cena che rimescola fatalmente il tutto [Preparazione] Margherita è piuttosto sbadata, ma, sinceramente, non pensava di esserlo così tanto da perdere l’amore e l’occasione della sua vita subito dopo averli trovati. Lui, Mattia Rambaldi, è l’amore della sua vita: uno scarmigliato enologo con il corrucciato profilo del David di Michelangelo. Si sono conosciuti alla Pasticceria Merello, dove Margherita è stata assunta spinta dalla meta limpida di fare della pasticceria il suo mondo. Con Mattia si sono messi insieme martedì 12 maggio alle 20.45. Alle 18.25 di mercoledì 13 maggio Mattia non era già più suo. Ora lei, Margherita, ha l’occasione della sua vita: creare una ricetta per sedurre il palato del famoso critico Leopoldo Rigoni Baldini e schizzare nel firmamento dei Maestri Pasticceri. Purtroppo il cuore, svuotandosi, si è trascinato dietro pure mente e fantasia, e a Margherita l’idea di questo nuovo dolce non sboccia proprio. Ma le cittadine di provincia affacciate sul mare sanno essere prodighe di fortuiti incontri, saporite amicizie e gustose sorprese. [Rimedio] È la ricetta per chi non vuole lasciarsi spegnere dalle difficoltà e fa tesoro del passato per avventurarsi nella vita con curiosità, ottimismo e un pizzico di fantasia.

Ed ecco la mia recensione:

Cinque stelle per l’originalità*****

L’ho dovuto leggere due volte, perché il primo impatto è stato tremendo. A cominciare dallo scoprire che il pesto dolce non ha niente a che fare con basilico, parmigiano e pecorino. Confesso che avevo chiuso il reader e deciso di lasciar perdere la recensione. Perché si tratta di un racconto lungo neanche 40 pagine, ma affollato di personaggi. Per giunta almeno alcuni sono usciti dal romanzo Il morso del ramarro e atterrati qua, confusi fra quelli nuovi. Poi ci sono vari refusi: il più divertente mi sembra “è” sempre minuscolo, anche all’inizio della frase. Poi il lessico è spesso insolito: masticato e ghiaioso riferiti a persone, cremosa a risata e poi espressioni tipo sanfason, pontone e ganache che non capivo proprio cosa fossero (beh, alla fine ho capito che ganache dev’essere un tipo di crema). Ogni tanto sembra di stare dentro Il diavolo veste Prada, oppure dentro Mystic Pizza, con Margherita che cerca di impressionare il celebre giornalista-masterchef. Non parliamo di Mattia che non potrebbe essere più scemo, quando prima si concede con Amanda una pausa di riflessione di SETTE anni (lenti i tipi!) e poi rompe il fidanzamento con Margherita neanche ventiquattr’ore dopo averlo iniziato (lento o veloce?).

Naturalmente, è chiaro, non avevo capito che si trattava di un racconto ironico e brillante, ma alla fine ci sono arrivata. Era ora? Beh, meglio tardi che mai.

Molto significativo il messaggio di base: l’elogio della pazienza e insieme degli imprevisti.

OoO

Lacrime di coccodrillo, 2016

La sinossi

“Guia deve badare ai piccoli Elia ed Emma, Lucia è alle prese con la traduzione dell’ennesimo romanzo e l’agenzia di catering appena avviata le assorbe più del dovuto. Nulla però può impedire alle due amiche di preoccuparsi per Betti. Soprattutto da quando ha preso a frequentare Raul, ribattezzato non a caso fecalomo, “la vera essenza del bastardo”. Quando, dopo due giorni di inspiegabile silenzio, finalmente Betti si fa viva, è in preda al panico: il fecalomo è morto e ad ammazzarlo è stato proprio lei, con una dose eccessiva di… Guttalax! Ma Betti è tutto fuorché un’assassina e così le tre amiche – Lucia con il suo senso pratico, Guia grazie all’intuito e alla sensibilità e Betti, be’… Betti resta Betti anche in simili frangenti – si ritroveranno ad aiutare l’affascinante commissario Lanzi e l’ispettore Olivari a indagare su un caso che si rivelerà ben più di un affare di cuore. Perché Raul non si chiamava Raul, per cominciare, e aveva una moglie, un vagone di amanti e soprattutto un potente e losco magistrato come padre…In una silenziosa cittadina di mare, con l’aria salata che avvolge i colli fitti di ulivi, tra gli stretti carruggi, i moli, la spiaggia di ciottoli, proprio quando i turisti fanno i bagagli e arriva l’inverno, si arrotola una vicenda che aggancia, mescola e arruffa le vite delle tre amiche, avvolgendo nelle sue spire chiunque capiti a tiro.”

Ed ecco la mia recensione:

Il solito romanzo originale****

Confesso che per le prime 150 pagine ero pressoché disperata e ho mandato un po’ di accidenti all’autrice (speriamo che non la raggiungano!), mentre trafficavo con decine e decine di personaggi e quindi con decine e decine di post-it (per ricordarmi chi è chi e con chi sta, cosa in questo romanzo particolarmente difficoltosa). Poi nella seconda parte ho cominciato a rilassarmi e illudermi che ormai tutto mi fosse chiaro. Ma il finale è risultato di nuovo problematico, complice un abbiocco notturno. Ho provato a rileggere le ultime pagine, ma mi pare che qualche chiarimento in più sarebbe stato opportuno almeno per il filone giallo. Intendiamoci, la Corciolani è sempre stimolante.

OoO

La mossa della cernia, 2016

La sinossi

Un anziano pasticcere, affascinante e volitivo. Due amiche ricche di inventiva e spirito d’osservazione, un commissario avvolto in colonne sonore, un granitico ispettore, un’agente scelto che ingoia lacrime con pene d’amore e un libraio che non sopporta i crimini sul congiuntivo. Uno spettacolare concorso che coinvolge cuochi di tutte le nazionalità nella cornice di una cittadina ligure, luminosa e variabile come il cielo di primavera. Ma ecco che l’apparente tranquillità viene spezzata dall’ombra nera di una morte misteriosa. Le due amiche Guia e Lucia si trovano, loro malgrado, coinvolte in questo strano caso dai contorni esoterici, che pare sfuggire alle normali procedure investigative, in un crescendo di colpi di scena. Ma come sempre la realtà è mutevole e imprevedibile, capace di celare la soluzione dove meno te l’aspetti. Tra false piste, illeciti convegni amorosi, mercato di opere d’arte e burrascose vicende familiari, Valeria Corciolani ci regala un altro giallo coinvolgente e ci riporta alle atmosfere chiavaresi, con alcuni dei personaggi già incontrati e amati in “Lacrime di coccodrillo” e nel racconto “Pesto dolce”.

Ed ecco la mia recensione:

Delizioso****

Delizioso romanzo corale, spesso molto divertente, talora commovente, dove tornano personaggi già conosciuti in precedenza, mentre ne vengono introdotti altri nuovi.

Molti sono i pregi della Corciolani: innanzitutto sa gestire una trama complessa, compresi alcuni filoni gialli. Poi sa svegliare in chi legge l’interesse per gli ambiti più diversi: innanzitutto l’alta pasticceria (solo a leggere si aumenta di vari chili, anche se non mi sono neanche azzardata a provare neppure una sola ricetta: tutta roba troppo raffinata per le mie doti di cuoca), poi l’arte e il restauro, poi la musica sia classica che leggera. E tutto su un sfondo italiano ben noto all’autrice, che ci abita: Chiavari. Una scelta originale, insolita fra le giovani scrittrici italiane.

OoO

Quindi romanzi corali, sempre estremamente intricati, tutti ambientati a Chiavari. Come? Non nella provincia americana? Non in campagna? A Chiavari, nella provincia italiana? Sissignore. Con personaggi tutti italiani? Sissignore. Ohibò!

Lo confesso: ogni volta che ho finito uno di questi romanzi, avevo la testa che mi girava. Anzi mi fumava addirittura.

Ma ne è valsa la pena? Sissignore.

In attesa di Acqua passata.

 

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