Erotico sì o erotico no? Esiste un erotico adatto anche ai palati più raffinati o, qualunque sforzo faccia chi scrive, il genere continuerà a essere considerato pornografia? E voi, come vi rapportate al genere?

I pareri sono diversi. Quello su cui la maggior parte degli interventi concorda è che l’erotismo va bene, purché non ci siano volgarità. Come Babette Brown fa notare, però, se si dà un’occhiata alle classifiche di Amazon, a vendere di più è proprio il “pecoreccio”.
Le opinioni delle autrici che hanno risposto al quesito sono molte e differenti tra loro. C’è chi, come Ilaria Carioti e Sonia Morganti, ogni volta che deve scrivere una scena d’amore un po’ intensa è in preda ai sudori freddi e chi, come Mila Orlando, pensa che la scrittura erotica non sia nelle sue corde.
Secondo Amalia Frontali e Maria Masella  il pecoreccio è noioso, poco interessante e alcune volte sfocia nel comico, mentre Antonella Sacco non ama l’erotismo, non lo legge e non lo scrive e Angelique Gagliolo pensa che scrivere scene troppo esplicite non abbia senso, dato che non aggiungono molto alla trama.
Fernanda Romani e Sarah Berardinello sono sulla stessa lunghezza d’onda. Non amano particolarmente l’erotico, anche se, all’occorrenza, qualche scena esplicita l’hanno scritta, ma trovano più interessanti le situazioni che si vengono a creare nei romanzi M/M.
Emy Mars, invece, pensa che le scene esplicite siano utili all’approfondimento del carattere dei personaggi, mentre Elena Taroni Dardi, Clara Cerri, Mary Thorn &Anne Went e Laura Caroniti  credono che, se l’erotismo ha un senso nella storia, è utile e deve essere scritto, beninteso da una buona penna, purché, come sottolineano Lily Carpenetti e Roberta Martinetti, non ci siano volgarità.
Laura Gay confessa che i suoi romanzi hanno subito una mutazione, diventando sempre più hot, ma spera con buon gusto, stile  e bella scrittura. Sulla stessa linea è Aina Sensi che ha le idee ben chiare in proposito. Secondo lei, infatti, “un erotico di qualità sa sfidare la mente quanto sollecitare il corpo.” Lucia Eva Sistro concorda e aggiunge che per scrivere erotico bisognerebbe anche possedere “una certa leggerezza poetica”.
Laura Nottari ha idee molto precise sulla scrittura erotica: “Erotismo è saper coinvolgere senza essere necessariamente volgari o beceri. È alludere, non dire nulla di esplicito, ma riuscire a far capire tutto lo stesso. Se un autore/autrice ci riesce, per me ha fatto bingo.” Inutile dire che, a suo parere,  “bingo” l’hanno fatto in pochi.
Laura Caroniti stigmatizza, e a ragione, alcuni atteggiamenti moraleggianti che la lasciano perplessa. Un po’ come Macrini Mirti la quale confessa che, quando ha iniziato a scrivere erotico, ha dovuto cambiare nome, perché la cosa avrebbe generato scandalo nella scuola in cui lavora.
Linda Lercari, che pure ha scritto alcuni romanzi erotici di classe, rivela che scrivere scene esplicite le costa una fatica enorme, ma che il segreto di un buon romanzo erotico è scrivere di “situazioni super hot con stile”.
Per finire, il parere di un maschietto, Stefano di Marino che ci dice di aver scritto un gran numero di storie con intermezzi erotici; trattandosi di serie al maschile, però, l’argomento viene avvicinato da un punto di vista diverso. Come gran parte delle autrici, crede che “l’erotismo sia una questione di cervello. Di sensazioni e spunti. Si può mettere sulla pagina anche una scena molto spinta, ma evitando di usare termini volgari.”
Concludendo, ciò che è emerso dal nostro lungo mercoledì è che autrici e autori non hanno nulla contro l’erotismo in sé, in molte/i lo scrivono, ma guai a cadere nel pecoreccio. L’argomento deve essere sempre trattato con stile, senza volgarità e, soprattutto, deve essere aderente alla storia narrata.

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