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Che cosa si vince? Una copia del romance storico “Il posto del mio cuore”, di Emily Pigozzi. Il vincitore / la vincitrice potrà scegliere: ebook, o cartaceo!

Intanto, lasciamo che sia proprio Emily a presentarvi il suo romanzo.

Vi parlo oggi del mio ultimo “nato”: “Il posto del mio cuore”.
È un romanzo storico, anche se parla di storia recente. Un romanzo d’amore, ma non solo. Una storia di vita e d’anima.

La protagonista, Alma Libera, è una ragazza nata durante la seconda guerra mondiale, in un paesino della pianura emiliana. Per lei la vita sembra già scritta: la fabbrica, la campagna, la bocca chiusa, i tortellini la domenica. Ma Alma inizierà presto a farsi delle domande: chi sono io? Cosa desidero? Questo la porterà lontano, alla ricerca di se stessa, tra amori sbagliati, voglia di riscatto, passioni e avventure… per capire, forse, che la salvezza del suo cuore è nel luogo da cui è partita, dove c’è qualcuno che non ha mai smesso di amarla e di aspettarla.

Tante sono le figure da conoscere, e che si muovono attorno alla protagonista segnando la sua strada: dalle amiche omosessuali Amabile e Marcella, all’enigmatico Adriano, al tormentato Claudio. Su tutte, regna il cuore appassionato di Alma Libera.

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Vi abbiamo incuriosito? Certo che sì.

Il posto del mio cuoreBassa emiliana, anni ’50. Alma Libera Tondelli è una ragazza di paese. Sognatrice e inquieta, Alma sembra avere un destino già scritto: la vita di campagna, il lavoro in fabbrica, la messa della domenica. Fulvio, limpido e sincero, la ama da sempre, ma arrendersi al suo amore significherebbe rinunciare ai sogni di libertà che da sempre tormentano il suo spirito. Dalle campagne emiliane del dopoguerra alla Bologna del sessantotto, passando per la Roma del cinema e della Dolce vita, pur plasmata dagli uomini della sua vita Alma cercherà se stessa e la sua vera strada, mentre al paese qualcuno continuerà ad amarla in silenzio… Perché, come le predisse la Delfina, l’indovina che ha popolato le sue fantasie di adolescente, in lei “ci sono le luci e le ombre, e la salvezza del cuore, spesso, è nel luogo in cui si parte”.

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Abbiamo già avuto ospite Emily qualche tempo fa nel nostro blog, però siamo sempre curiose e… diciamola tutta: amiamo farci i fatti degli autori che seguiamo.

INTERVISTA SEMISERIA:

Colore preferito. Tutti! Amo i colori vivaci, ma anche quelli più neutri. Non saprei decidere.

Cibo preferito. Pizza, lasagne, gelato, cioccolato…tutto quello che fa ingrassare!

In cucina, come te la cavi? Non amo cucinare: faccio l’indispensabile e non ho mai ucciso nessuno con le mie pietanze, diciamolo. Però preferisco mangiare…

Status sentimentale. Sposatissima! Mi sono fidanzata giovane, e sposata a soli 18 anni.

Attrici preferite. Monica Vitti, Anna Magnani, Diane Keaton, Natalie Portman.

Attori preferiti. Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Robin Williams.

L’uomo che vorresti essere. Non ci ho mai pensato. Mi viene in mente il grande Sandro Pertini.

Tornassi a nascere, uomo o donna, e perché. Assolutamente donna! Siamo un guazzabuglio complicato, ma vuoi mettere come percepiamo la vita?

Serie Tv preferita. Queer as folk, un vero culto per me, e tra quelle attualmente in onda sono una affezionata di Grey’s Anatomy.

Genere di lettura preferito. Narrativa non di genere, Rosa, storico.

Scrittore preferito. Tanti! Cito Haruki Murakami, Dacia Maraini, Irene Nemirovsky.

Musa ispiratrice. La vita.

Genere musicale preferito. Anche qui, parecchi: rock, cantautori italiani della vecchia scuola, melodramma, operetta, pop anni ottanta.

Cantante preferito. L’inarrivabile Freddie Mercury.

Band musicale preferita. Ovviamente i Queen!

Social network: sì o no? Sì, con qualche piccola riserva.

Ok, ci siamo scaldati. Passiamo alle cose serie!

INTERVISTA SERIA:

Perché scrivere? Come è nata questa “necessità” e quando? È nata quando ero bambina: mi piace pensare che sia nata con me, con il desiderio di leggere, conoscere, esprimermi. Ho iniziato con la poesia, da piccolissima, ma ho sempre desiderato scrivere narrativa.

Come scrivi? Carta e penna, moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, ipad, iphone? Tutto! Le stesure le faccio al pc: sono pigra, e ho tutto comodo, scrivo più velocemente, ho correttore, dizionario…ho però un quadernetto molto confuso dove appunto idee, abbozzi di capitoli e trame, e ovviamente non possono mancare gli appunti dell’iphone e fogli volanti ovunque!

C’è un momento particolare nella giornata in cui prediligi scrivere i tuoi romanzi? La notte: è sempre stata un momento speciale di creatività e raccoglimento per me.

Che cosa significa per te “scrivere”? Dare sfogo alla mia anima.

Ami quello che scrivi, sempre, dopo che l’hai scritto? Non sono ciecamente innamorata di ciò che faccio: i difetti li vedo! Però tendenzialmente voglio bene ai miei scritti, ecco.

Rileggi mai i tuoi libri, dopo averli pubblicati? A fatica: vedo sempre mille difetti (quelli che magari non ho visto prima) e ho una sorta di pudore nel rileggermi dopo la pubblicazione. Però mi obbligo a farlo, almeno una volta.

Quanto c’è di autobiografico nei tuoi libri? Le emozioni, e i flussi di coscienza.

Quando scrivi, ti diverti, oppure soffri? Quando la trama fluisce e non sono troppo stanca, mi diverto. Altrimenti soffro un po’, ma fa parte del gioco.

Trovi che nel corso degli anni la tua scrittura sia cambiata? E se sì, in che modo? Spero si stia evolvendo in meglio, ma credo di avere ancora molta strada da fare.

Come riesci a conciliare vita privata e vita creativa? Faccio molta fatica: sfrutto i momenti liberi, e dormo un po’ meno di quanto vorrei…

La scrittura ti crea mai problemi nella vita quotidiana? Non è facile far arrivare agli altri la nostra passione, far capire veramente cosa facciamo e perché: a volte mi sembra quasi di dovermi giustificare, e non è piacevole! Per il resto, naturalmente, il problema è il tempo per riuscire a conciliare il tutto.

Gli amici/i parenti ti sostengono, oppure ti guardano come se fossi un alieno? Decisamente alieno: è un terreno sul quale purtroppo ci incontriamo di rado. Pazienza: qualcuno coi pieni per terra ci vuole!

Nello scrivere un romanzo, navighi a vista come insegna Cotroneo, oppure usi la scrittura architettonica, metodica consigliata invece da Bregola? Navigo a vista… anche se Davide Bregola è un amico, spero che non me ne vorrà. Io però vado a istinto, sempre, in tutte le cose: non saprei fare altro.

Quando scrivi, lo fai con costanza, come faceva Trollope, oppure ti lasci trascinare dall’incostanza dell’ispirazione? Con costanza. Sono molto pigra, e per  non perdermi mi impongo dei ritmi precisi, specie durante la prima stesura.

Tutti dicono che per scrivere bisogna prima leggere. Sei un lettore assiduo? Leggi tanto? Quanti libri all’anno? Leggo moltissimo: leggere è sempre stato un piacere animale per me, un vero istinto. Prima di diventare mamma leggevo un libro alla settimana, più vari copioni teatrali. Ora un pochino meno…

Qual è il genere letterario che prediligi? È lo stesso genere che scrivi, o è differente? E se sì, perché? Sì, è lo stesso. È quello che amo da lettrice, nel quale mi sento a mio agio: la letteratura femminile, dal rosa alla narrativa non di genere.

Autori e autrici che ti rappresentano, o che ami particolarmente. Citane due italiani e due stranieri. Posso pensare a Banana Yoshimoto, Anne Tyler, Alda Merini, Elsa Morante.

Di gran voga alla fine degli Anni Novanta, più recentemente messi al bando da molte polemiche in rete e non solo: cosa puoi dire dei corsi di scrittura creativa che proliferano un po’ ovunque? Sei favorevole, o contraria? Favorevole, tutto sommato: diciamo che confrontarsi su qualcosa che si vuole fare, cercare metodi e magari poi decidere se applicarli o meno, non fa mai male. Il talento non si insegna, ma si può affinare.

Dei tuoi romanzi precedenti, ce n’è uno che prediligi e senti più tuo? Se sì, qual è? Vuoi descrivercelo e parlarci delle emozioni che ti ha suscitato scriverlo? Prediligere forse no: per me sono tutti speciali, portano dentro una parte importante del mio cuore. Però è innegabile che in “Un qualunque respiro”, il mio primo romanzo, ci sia tantissimo di me: una sorta di passaggio obbligato per un autore, forse. Ma scriverlo è stato incredibilmente terapeutico: un’esperienza molto forte.

Hai partecipato a concorsi letterari? Li trovi utili a chi vuole emergere e farsi valere? Non ho mai partecipato a concorsi, perché spesso li ritengo impegnativi dal punto di vista economico, e non so mai se il gioco vale la candela. Non ne ho un’opinione negativa, comunque: possono essere un bel banco di prova.

A cosa stai lavorando, ultimamente, e quando uscirà il tuo nuovo romanzo? Vuoi parlarcene? Sto lavorando a un paio di romance contemporanei: sono già terminati, e li sto limando e sistemando. Spero di pubblicarli a breve! Il mio ultimo progetto però è un romanzo storico, anzi, due, e nel cassetto ci sono molte idee.

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Emily Pigozzi nel nostro blog: https://babettebrown.it/?s=Emily+Pigozzi