Un po’ di tempo fa il mio “Un Casanova in inverno” mi aveva condotto a teatro e a una piacevole intervista.
L’uscita ufficiale del libro mi ha regalato pochi giorni fa una nuova, magnifica esperienza: sono stata ospite della Taverna La Fenice, un altro degli splendidi luoghi veneziani immortalati nella sua trama; lì finalmente ho potuto fare una bella chiacchierata con uno dei personaggi che vi appaiono, Gennaro Florio.
Devo confessare che in realtà il celebre barman è una mia conoscenza storica: lo intervistai qualche anno dopo l’uscita di “007 – Casino Royale”, occasione in cui divenne “il barman di Daniel Craig” ai tempi in cui lavorava al BBar, il noto locale dell’hotel Bauer.
Inoltre Gennaro tiene da anni una rubrica sui cocktail nell’inserto Corriere del Veneto del quotidiano Corriere della Sera, rubrica che seguo sempre con molto piacere.
Ecco allora che la cena alla Taverna La Fenice diventa occasione per ascoltare aneddoti che solo un eccezionale anfitrione ti può raccontare, accompagnati dalle note del Jazz&Bossa Duo di Teti Cortese e Stefano Ottogalli.
Cercherò qui di riportare alcune delle curiosità che sono emerse tra un cocktail e l’altro.
In occasione dell’8 marzo, il Corriere del Veneto ha ospitato un tuo articolo dedicato ad Ada Coleman, la donna che nel 1903 guidava il sontuoso “American Bar” dell’Hotel Savoy di Londra. Com’è cambiata la presenza della donna nel tuo mestiere al giorno d’oggi?
Le Barmaid, appunto barman al femminile, sono allo stesso livello degli uomini, anzi spesso hanno una migliore creatività e professionalità. Stimo molte colleghe e le seguo tantissimo.
Durante la serata mi hai rivelato di aver creato un particolare cocktail in onore di una donna, una collega di cui ammiravi il lavoro. Puoi raccontare al nostro pubblico di che cocktail si trattava e le scelte particolari che hai fatto per gli ingredienti?
Parliamo dei tempi in cui lavoravo all’Hotel Miramonti Majestic di Cortina d’Ampezzo, ero il primo barman e avevo uno staff fortissimo. Il mio terzo barman era di sesso femminile. Non avevo mai lavorato dietro al banco con una donna ed è stata una esperienza costruttiva, tanto che, in una sera di calma al bar, le chiesi quali fossero i suoi gusti sulle bevande: lei mi parlò di caffè con panna, gin, miele e banana. Così creai un cocktail per lei, il “Casanova”, ottimo di nome e di fatto… la ricetta già la conosci.
Sei un barman di grande esperienza, sempre attento ai gusti della clientela. Mi spiegavi per esempio che, all’inizio del secolo scorso, si preferivano i gusti secchi. Quali sono i gusti di moda al giorno d’oggi?
Come in ogni periodo storico, mode e gusti cambiano. Adesso sono richiesti cocktail più speziati, come il “Moscow Mule”, il “Dark & Stormy” e “gin and tonic” con l’aggiunta di spezie e agrumi. Senza dimenticare il distillato tequila, che sta prendendo piede velocemente nella mixology mondiale. Alla Taverna La Fenice abbiamo puntato sulla Tequila Patrón, super premium con un menù appropriato. Da assaggiare sono la “Margarita de la Patrona”, il “Pulque” o la “Muerte”. Senza dimenticare il “Te Quiero”, che va per la maggiore.
Immagino che la tua passione ti porti a sperimentare nuovi sapori. Ti ritieni più tradizionalista o innovatore?
Un po’ l’uno, un po’ l’altro. Qualche giorno fa, per un party al Museo Peggy Guggenheim di Venezia, ho presentato in un bicchiere da shottino un cocktail con succo di mela verde, zenzero, vodka, lime e tre sfere molecolari al Bitter. L’ho chiamato “Falkenstein” in onore delle opere dell’artista che il museo espone.
Ti sarai accorto che io pratico la Nobile Arte della Pirateria. Saresti così gentile da regalarmi la ricetta di un cocktail adatta alla mia ciurma?
Un bel punch cocktail fa al caso nostro! Bevanda già consumata nel 1600 da marinai e pirati come te durante i loro lunghi viaggi; la storia insegna che, per fare un punch originale, bisogna seguire le cinque dita di una mano: uno il limone, due lo zucchero, tre il rum, quattro la soda, cinque le spezie. La mia ricetta per te è preparata nello shaker con ghiaccio, versando 2 cl di lime, 1 cucchiaino di zucchero liquido, 4 cl di rum scuro, 3 cl di liquore alla cannella. Agitiamo il tutto e serviamo in un tumbler con del ghiaccio. Colmiamo quindi il bicchiere con gingerino. L’ho chiamato “La Piratessa”.
OoO
Salute allora! Se volete anche voi ascoltare le storie di Gennaro Florio assaggiando i suoi fantastici cocktail, potete andare a trovarlo alla Taverna La Fenice. Ovviamente Gennaro, all’inizio di serata, ha preparato il celebre “Casanova” del mio libro, facendomi sentire una scrittrice… coccolata dai miei personaggi!
Ma è fantastico Anna! Io, dopo 15 anni nell’alberghiero ad alti livelli, non i sono mai sognato una cosa simile. E bella intervista.