Cari amici, come promesso prosegue il nostro tour tra le buone (e le cattive) maniere nel mondo virtuale.
Potreste non trovarvi d’accordo e sarebbe più che normale: Lara Haralds esprime solo il proprio punto di vista, derivante da scivoloni che lei stessa ha compiuto (e da conseguenti lapidazioni virtuali che le stessa ha subito).
Consideratelo quindi un Piccolo Galateo ufficioso, poche indicazioni pratiche bisbigliate da un’amica che vi guarda le spalle. Ogni volta che vi capiterà di commettere uno degli errori elencati sotto, tirate un sospiro di sollievo, perché Lara lo ha commesso ben prima di voi! Di più, Lara è la prima peccatrice rea confessa di condotta disdicevole nel magico mondo del web. La meschina!
L come LAGNA D’AUTORE
Il Web è un posto immenso, bellissimo, bla bla e bla bla, dove la gente va principalmente per esprimersi e comunicare. A volte ciò coincide – purtroppo – con lo sfogarsi, dar corso ai propri pensieri a ruota libera, far bella figura più per il proprio ego che per condividere qualcosa con gli altri.
Per gli scrittori: il mondo non vi odia, il mondo legge poco. Punto.
O meglio, per qualche oscura ragione legge tutto ciò che scrivono gli altri e non è per nulla interessato a ciò che scrivete voi. Punto.
Il mondo legge immondizia zozzona, rende best-seller uno scritto famigerato, dove la protagonista “a avuto un’orgasmo stellare” (gli errori sono voluti…), mentre non comprende il vostro splendido noir distopico, né coglie la raffinatezza delle descrizioni del vostro thriller storico con richiami ai vasi di fiori che adornavano la casa di Albertine nella Recherche proustiana?
Fatevene una ragione.
Non c’è nulla di più controproducente di uno che pretenda di promuovere i suoi libri ammantandosi di spocchia agli occhi del lettore medio, come se solo a costui (o costei) Dante avesse affidato in legato testamentario la missione di portare avanti la Vera Cultura.
Non c’è nulla di più irritante di un autore che piazzi un post dicendo che a lui non interessano le vendite, ma solo arrivare “al cuore dei suoi lettori”. Seeee, magari allora non mettere il libro in vendita e fanne direttamente un cadeaux ai tuoi lettori.
M come MOLESTIA
Spesso in rete vi troverete a confronto con una creatura insulsa e fastidiosa: un Troll.
Il Troll nasce come spirito maligno che popolava le leggende nordiche e si è trasformato ai giorni nostri nel provocatore di professione, colui che accende il PC e si connette alle comunità virtuali solo per sfidare la pazienza, il buon umore e l’educazione altrui.
Reazione più efficace contro un troll: indifferenza, sbadiglio, cipiglio annoiato come se foste il Duca di Ghiaccio e guardaste il mondo attraverso un monocolo.
P come PROMOZIONE
La Promozione è uno degli argomenti che vanno per la maggiore tra chi vende qualcosa in rete, come ad esempio gli scrittori. Qui non segnalerò trucchi che vi garantiranno il sicuro successo, ma cose DA EVITARE perché – fidatevi – possono portare all’effetto contrario.
Ad esempio:
1- Scrivere una mail a una persona che non conoscete comunicandole che è appena uscito un libro bellissimo (il vostro) e che deve assolutamente correre a comprarlo, NON è una buona idea.
2- Scrivere una mail a una persona che non conoscete proponendole di acquistare un libro bellissimo (il vostro) in modo che poi possa farvi anche una “bellissima recensione”, è una PESSIMA idea.
3- Pubblicare un post dove segnalate un libro (il vostro) come “il nuovo fenomeno editoriale” e mettere un link per l’acquisto, ben sapendo che poi il potenziale acquirente vi troverà due recensioni due (e magari o tiepide oppure palesemente fake) NON è consigliabile;
4- Promuovere un libro segnalando che lo stesso è presente in centinaia di classifiche Goodreads (classifiche improbabili – e palesemente fatte in casa, nel senso che ve le siete fatti voi su Goodreads – come “I migliori libri romance con personaggi che fanno il buttafuori in una discoteca di Roma”) può NON essere un granché come pubblicità;
5- E ancora NO all’angustiare il resto del web pubblicando l’aggiornamento quotidiano delle misere vendite sulle piattaforme digitali (tanto per raccattare qualche pacca sulle spalle) e NO viceversa all’angustiare il resto del web condividendo il resoconto dei vostri successi quotidiani in classifica (i primi giorni ci può stare, e anche ogni dieci, venti, trenta giorni, ecc., ma poi sappiamo tutti che le classifiche digitali sono strane e si possono guadagnare anche mille posizioni vendendo una copia ogni cinque giorni…).
R come RECENSIONE (POSITIVA)
È stato già detto e ripetuto, però – essendo una buona regola – la inseriamo anche qui.
Se avete chiesto o trovate per caso un articolo, una recensione, un commento a voi dedicato, sarebbe cortese ringraziare, condividere sui social, far vedere che avete visto e gradito.
Leggervi non è una prescrizione medica né una missione divina. Chi lo ha fatto, ha investito tempo, voglia e vista su di voi. Un “grazie” dovrebbe essere il minimo.
(Sarebbe anche carino che chi chiede e riceve recensioni per i propri libri stimolasse a sua volta la promozioni degli altri autori lasciando rating e recensioni, ma qui si passa a un tema scottante e difficilmente digeribile, ovvero “parlare bene degli altri”…).
R come RECENSIONE (NEGATIVA)
Se avete ricevuto una recensione negativa, sorprendete tutti pubblicizzandola (ovviamente, se non è un commento di soli insulti).
È un’occasione unica per far vedere che: a) non siete il solito autore che si ritiene erede di Dante di cui sopra; b) sapete trarre spunti per migliorare dalle critiche altrui; c) comunque qualcuno vi legge – nel bene o nel male – e trova il tempo per lasciarvi un rating.
Evitate di minacciare di appendere la matita al muro alle prime due stelle che incassate (tutti sanno che non è vero, e poi quando uscirete con uno nuovo libro avrete perso in credibilità) ed evitate di mettere troppo alla gogna chi ha “osato” non riconoscere un capolavoro nel vostro libro. In questo modo rischiate di spaventare ulteriori lettori che avevano voglia di recensirvi e temono ora di non poter esprimersi liberamente.
R come RELIGIONE
Come già segnalato alla voce BAMBINI (vedi prima puntata), questo è un altro degli argomenti scottanti.
C’è chi crede e c’è chi non crede e chi distorce comunque a proprio vantaggio qualcosa in cui altri credono. L’approccio laico potrebbe essere una soluzione coraggiosa: affermare un concetto, attaccare un concetto, concordare o dissentire, assumendone la responsabilità a livello personale e non facendosi scudo di Entità superiori. Pur essendo credente, Lara ha sempre diffidato di quelli che propugnano un’idea solo perché lo dice …, è scritto in…, ecc.
T come TAG
Anche questa è una moda recente: taggare un centinaio di persone per lanciare un’iniziativa personale o per promuovere il proprio libro. Il tag seriale alla lunga diventa fastidioso: un conto è essere taggati in una piccola cerchia di amici per rendervi parte di qualcosa o per un’iniziativa collettiva, un conto è essere infilati in una lista di nomi e costretti a piacizzare o commentare un post che alla fine altro non è che subdolo spam.
E voi? Avete altre voci da proporre per il Galateo Web? Fatevi avanti!
Salve Lara,
tutte buone indicazioni.
In particolare riguardo alle mail di autopromozione, avendone ricevuta qualcuna, confermo non solo la loro inutilità, ma anche l’infinita tristezza di cui sono ammantate XD.
Sul discorso “spocchia” invece non concordo in pieno, personalmente tenderei a scusare volentieri le tracotanze dell’artista se avessi davanti uno che sa davvero usare le parole. 😉
ciao
Lucia
Salve Lucia,
vedo che non sono l’unica a provare tristezza quando ricevo certe e-mail pseudo-promozionali (è come se l’autore per primo non ci credesse, un po’ come un venditore che vuol offrirti qualcosa di nascosto, con la lusinga o la minaccia, nel vicolo buio…).
Per la spocchia, temo che ci sia comunque poca gente in giro che possa permettersela 🙂
Tua Lara