Proseguono i regali per le festività. Questa volta, tocca a un piccante racconto di Macrina Mirti. La seconda puntata domani. Buon anno a tutti!

L’immagine è volutamente fuorviante…
È STATA GIULIA
di Macrina Mirti
Giorno di
Natale. Il momento drammatico e traumatico, che cerco, come ogni anno, di
evitare, è arrivato. Non è che abbia nulla contro i pranzi in famiglia, a parte
l’essere vegetariana e il fatto che mia madre e il parentado siano dediti al
cannibalismo più spinto. Quello che mi fa penare moltissimo è non avere uno
straccio di fidanzato al mio fianco. Nessuno degli uomini che saltuariamente
frequento si è offerto di accompagnarmi, quindi dovrò accettare i soliti risolini
di commiserazione con cui zia Lavinia mi chiederà: – Allora, Sara, ma quando lo
trovi un marito?

So che mia
madre ci soffre da morire, soprattutto da quando mio padre non c’è più. Lei,
all’età mia, era già sposata con prole. Io, invece… Inutile che tenti di spiegare
agli altri che ho una laurea, un master e un lavoro impegnativo. Non ho avuto
ancora il tempo di cercarmi un vero fidanzato. Mia cugina Giulia, che di uomini
se ne intende, racconta a tutti che, se vado avanti di questo passo, a forza di
non usare ciò che Dio mi ha dato, in quel posto mi ci verrà la muffa. Così, lo
scorso Natale, mi ha regalato un paio di palline della geisha, tanto per
tenermi in esercizio. Ho trovato il pensiero piuttosto umiliante. Ho nascosto
gli ovoli nel cassetto e me li sono dimenticati. Solo, mi dispiace che mi abbia
fatto un regalo del genere. Avrei preferito un bel libro, ma mia cugina questo
non lo può capire.
Il pranzo è
di un’angoscia mortale. A rendere ancora più tragica la situazione c’è il nuovo
fidanzato che Giulia sfoggia come un abito firmato. Si tratta di Guido
Rambaldi, il figlio del farmacista del quartiere e farmacista lui stesso. Bel
ragazzo, atletico e sorridente, intelligente, scapolo e di famiglia danarosa.
Un ottimo partito, insomma. Purtroppo per me, vederlo arrivare a casa con
Giulia è stato un brutto colpo. Mi piaceva, ero convinta che il mio sentimento
fosse ricambiato. Ne ero così certa, che avevo persino informato mamma della
situazione. E invece, che cosa mi fa quella brutta stronza? Mastico amaro per
tutto il pranzo, sorridendo forzatamente a zie, cugini e nipoti che allietano
la tavolata. Cerco solo di evitare Giulia e i suoi occhi che mi trapassano con
strali di trionfo. Me lo ha fatto apposta, quella strega! Mamma lo ha detto a
zia Lavinia che lo detto a lei, che si è affrettata a soffiarmelo. Dopo il
canonico scambio dei regali, prendo a pretesto un improvviso mal di testa per andarmi
a rinchiudere nella stanza di quando ero ragazza, che mia madre ha conservato
intatta come fosse un santuario. Giulia mi raggiunge subito dopo: – Il mio
regalo – sorride tendendomi un pacchetto con un grande fiocco dorato.
– Grazie –
rispondo, anche se avrei voglia di strozzarla.
 Ma la strega è inesorabile:- Non lo apri?-
domanda.
Mi vedo
costretta a fare buon viso a cattiva sorte. Scarto con grazia il pacchetto e…
sorpresa! Rimango a contemplare senza fiato il regalo. Questa volta, la cara
ragazza mi ha regalato un fallo di lattice.
– È l’ultimo
modello!- sussurra in risposta al mio sguardo rabbioso e scappa via prima che
abbia il tempo di proferire una sola parola. Rimango attonita, immobile nel
centro della stanza con il mio fallo tra le mani. Guido Rambaldi sceglie
proprio questo grave momento per spalancare la porta. Rimane per un istante
fermo sull’uscio, gli occhi fissi su di me e sull’attrezzo che stringo tra le
mani. Poi sussurra:
– Scusa,
Sara, cercavo il bagno.