Valeria Corciolani, La mossa della cernia
Un anziano pasticcere, affascinante e volitivo. Due amiche ricche di inventiva e spirito d’osservazione, un commissario avvolto in colonne sonore, un granitico ispettore, un’agente scelto che ingoia lacrime con pene d’amore e un libraio che non sopporta i crimini sul congiuntivo. Uno spettacolare concorso che coinvolge cuochi di tutte le nazionalità nella cornice di una cittadina ligure, luminosa e variabile come il cielo di primavera. Ma ecco che l’apparente tranquillità viene spezzata dall’ombra nera di una morte misteriosa. Le due amiche Guia e Lucia si trovano, loro malgrado, coinvolte in questo strano caso dai contorni esoterici, che pare sfuggire alle normali procedure investigative, in un crescendo di colpi di scena. Ma come sempre la realtà è mutevole e imprevedibile, capace di celare la soluzione dove meno te l’aspetti. Tra false piste, illeciti convegni amorosi, mercato di opere d’arte e burrascose vicende familiari, Valeria Corciolani ci regala un altro giallo coinvolgente e ci riporta alle atmosfere chiavaresi, con alcuni dei personaggi già incontrati e amati in “Lacrime di coccodrillo” e nel racconto “Pesto dolce”.
Delizioso * * * *
Delizioso romanzo corale, spesso molto divertente, talora commovente, dove tornano personaggi già conosciuti in precedenza, mentre ne vengono introdotti altri nuovi.
Molti sono i pregi della Corciolani: innanzitutto sa gestire una trama complessa, compresi alcuni filoni gialli. Poi sa svegliare in chi legge l’interesse per gli ambiti più diversi: innanzitutto l’alta pasticceria (solo a leggere si aumenta di vari chili, anche se non mi sono neanche azzardata a provare neppure una sola ricetta: tutta roba troppo raffinata per le mie doti di cuoca), poi l’arte e il restauro, poi la musica sia classica che leggera. E tutto su un sfondo italiano ben noto all’autrice, che ci abita: Chiavari. Una scelta originale, insolita fra le giovani scrittrici italiane.
P.S. Emma, una stella in meno per la mancanza di una seconda correzione di bozze. E magari addirittura di una terza.
OoO
Mariella Mogni, Concerto a due voci
E se un giorno una passione vissuta finora solo tra le pagine di un libro diventasse realtà? Viola ha trentaquattro anni, un gatto, un fidanzato – che va e viene da ormai quattro anni – e ha all’attivo due libri che le hanno regalato qualche soldo e un po’ di notorietà. Viola è infatti una scrittrice di romanzi erotici. Ma, inquieta e vulcanica, ama lanciarsi sempre in nuove sfide e, per il suo prossimo lavoro, ha deciso di cimentarsi con qualcosa di diverso: un giallo, ambientato nella Venezia caotica e trasgressiva del Carnevale. Sbarcata in Laguna, carica di bagagli e aspettative, alla ricerca di spunti per la sua storia, Viola sarà presto turbata da un incontro. Un incontro con un uomo perfetto, sicuro di sé come solo le persone ricche e potenti sanno essere e dal nome altisonante, che cela però più di un’ombra nel suo presente come nel suo passato. Misurato in ogni suo gesto e arroccato dietro un’apparente pacatezza, saprà però trascinare Viola al centro di una vertiginosa e travolgente passione che nemmeno la sua più fervida fantasia da scrittrice avrebbe potuto immaginare. Protagonista e, al tempo stesso, spettatrice illustre e silenziosa di tutto il racconto è una magica e sensuale Venezia.
Una bella sorpresa * * * *
Sono una lettrice di erotici un po’ moralista e puritana: una contraddizione in termini, lo so. Quindi niente bondage e sadomaso, niente pasticci sessuali all’interno della famiglia, addirittura niente adulterio. Sono approdata a questo romanzo breve in modo un po’ casuale, in un’estate dominata dal NA, e, considerati i miei gusti, l’inizio non prometteva bene: infatti Viola e Manfredi hanno entrambi un legame stabile, ma aperto (che per Manfredi è addirittura il matrimonio) e quindi vengono da un passato pieno di storie brevi e senza importanza, nate solo dall’attrazione fisica. Stavolta, però, li attende qualcosa di nuovo che rivoluzionerà la loro vita.
Fuori dal comune il modo in cui la Mogni approfondisce le psicologie e rende verosimile l’evoluzione della vicenda, senza mai scadere nel ginecologico o nel ripetitivo. Ottima la tecnica narrativa, buono lo stile. Insomma mi è piaciuto molto.
P.S. Unico difetto: niente profilattici?!
OoO
Reduce da una tormentata storia d’amore, Jilly Lovitz vola a Tokyo dalla sorella Summer per trovare un po’ di serenità e una spalla su cui piangere. Due mesi in una delle metropoli più affascinanti del mondo dovrebbero aiutarla a sfogare la propria frustrazione. Non sa però che quello da cui dovrà salvarsi è qualcosa di più che una cocente delusione amorosa. A quanto pare sua sorella e suo cognato devono averla combinata grossa se sono finiti nel mirino della mafia locale, ma per poco non è Jilly a farne le spese. A salvarle la vita sarà Reno, un uomo del Comitato sexy e imprevedibile, che aveva già incontrato in passato e per il quale aveva avuto un’attrazione fugace quanto fulminante. Ora Jilly e Reno si ritrovano loro malgrado a essere le pedine in una scacchiera pericolosa, intorno alla quale si fa sempre più pericoloso giocare, tra assassini, rapimenti, vendette. Un gioco rischioso, su un terreno caldo come il fuoco, ma scivoloso come una lastra di ghiaccio.
Un romanzo sospeso tra pericolo e attrazione, suspense e erotismo, per una storia rocambolesca e coinvolgente, dove non sempre quello che appare corrisponde alla verità.
Uno spin-off***
Più che il quinto della serie Ice sembra uno spin-off: il comitato è in smantellamento, pare, e la vicenda si sviluppa mettendo al centro, oltre ai protagonisti, complesse vicende riguardanti la Yakuza, dove non si sa mai con certezza chi siano gli amici e chi i nemici, riproponendo in salsa orientale l’evoluzione della mafia italiana piuttosto che di quella giapponese (oppure le cose sono sempre le stesse sotto ogni cielo?).
Interessante la storia d’amore, anche se la figura di Jilly sembra oscillare fra la donna-oca e quella tosta, senza che l’autrice si decida mai a scegliere. Certo ci sono alcune scene d’effetto, anche se due crepuscoli degli dei mi sembrano a dir poco eccessivi.
Grazie mille alla lettura sensibile e accurata dell’Artiglio Rosa di Teresa Siciliano. E grazie mille al ricco e accattivante blog di Babette Brown.
Vi abbraccio
Valeria
Grazie, Valeria, a nome di entrambe.
Grazie, anche se con molto ritardo, per la bella recensione di Concerto a due voci. Ne sono onorata.