Mauro Brambilla era disperato.

Era solo il secondo giorno del mese e già era in debito di tremila euro. L’affitto della libreria da pagare, i due ragazzi che servivano alla cassa e l’aiutavano a mettere in ordine i libri. Fatture, spese.

Eppure non era sempre stato così: la libreria gli era stata lasciata dal padre, erano in attività da quarant’anni. Ancora si ricordava di quando gli studenti andavano a ritirare i libri con le cedole. Poi li aveva visti crescere e molti erano diventati clienti. Il suo ruolo non era solo di vendere libri, ma diffondere cultura. Quante volte gli avevano chiesto consigli e lui aveva indirizzato i fedeli clienti a storie d’amore struggenti, a thriller mozzafiato, saggi, viaggi in astronave verso galassie sconosciute.

Si facevano sempre più radi, gli abituali.

Fu proprio quando era seduto alla scrivania di fianco alla cassa, con i conti da pagare sparsi sul tavolo, che il telefono squillò.

“Ciao Mauro, sono Ernesto delle Edizioni Tarterini.”

“Ciao Ernesto” disse Brambilla con voce quasi rassegnata.

“Abbiamo per le mani un autore coi fiocchi, è un emergente. Come sai la nostra linea editoriale si basa sui giovani talenti, con qualcosa da dire. Romualdo Talecchi è uno di questi, pesca le sue storie nel sociale, non si tira indietro se c’è da fare una denuncia aperta a quello che non va nella nostra società. E scrive da Dio, ti tiene incollato alle pagine. Cavolo, non mi capitava una cosa del genere da anni, sono eccitatissimo. Averlo in una piccola casa editrice come la nostra è un onore sai…”

Uno squillo di telefono.

“Aspetta Ernesto, mi chiamano sull’altra linea. Ti posso mettere in attesa?”

“Ma certo, fai pure. Io non scappo.”

“Pronto?” chiese Mauro attivando la linea due.

“Ecciao, so’ Robberto della Trombazzoli, te volevo di’ che c’abbiamo na bbomba, ‘na autrice americana de zozzi che stiamo promuovendo in tutta Italia. Aho, questa alla tipa delle sfumature ce fa un baffo, siamo su tutti i giornali, ne vendemo ‘na caterva…”

“Roberto, ma non avevi l’accento milanese l’ultima volta che abbiamo parlato?”

Dopo una pausa di silenzio, “Perché nun sei er Giacomino della libreria de Trastevere?”

“No, sono Mauro Brambilla, Libreria Brambilla in corso Magenta a Milano.”

“Ah, scusa, è che ci stanno cambiando i territori di vendita, è tutto un casino. Io comunque sono di Lodi, tanto per intenderci.”

“Ok, mi dicevi?”

“Ah, sì. Questa americana. La Trombazzoli ci sta investendo, pubblicità, radio, la facciamo diventare il fenomeno dell’anno. Il libro manco l’ho letto, ma uhe, Brambilla, son palanche. Di questa ne vendiamo come le brioches la mattina. Glielo facciamo vedere noi il tabac del moru alla Sfumata.”

“Ma che genere è?” chiese Mauro.

“Mah, le solite cose, maschio alfa che tromba, nerbate sul sedere, donnina indifesa, insomma quella roba là. Ci facciamo sponsorizzare anche dalla Intima di Corinto e da La Smeralda. Mutandine bagnate come se piovesse…”

“Non saprei…”

“Mauro, non fare il ciula, questo è l’affare del secolo. Ti aiutiamo anche con la vetrina. Tutta dedicata a quel libro, e poi ti faccio lo sconto, lo sai. Dai, mettiamo giù un ordine per mille libri, anzi no, facciamo duemila, tanto vanno via in una settimana. Son tre giorni che sono attaccato al telefono, qua passiamo il milione di copie senza battere ciglio.”

Rassegnato, Mauro guardò i conti da pagare sparsi sulla scrivania e rispose, “Ok, mandameli” e poi chiuse la comunicazione. Riprese il dialogo con Ernesto che era sull’altra linea, in paziente attesa.

“Ernesto, ci sei?”

“E certo, e dove devo andare?”

“Senti, di quell’autore che mi dicevi, mandamene cinque copie e vediamo come va. Li metto vicino alla cassa, così i clienti lo vedono.”

“Grazie, grazie Mauro! Sei un amico. Se non ci fossero delle librerie storiche come la tua, che ancora guardano alla cultura, le piccole case editrici come la mia andrebbero gambe all’aria. Sei un grande, te li mando oggi stesso.”

Mauro non seppe cosa rispondere. Ripose il telefono, pensò per un istante a suo padre e si asciugò le lacrime, che in quel momento scendevano copiose.

OoO

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Colette Kebell, l’autrice del racconto, la trovate su Amazon

Ogni riferimento a case editrici esistenti è puramente casuale