I tredici anni della CE presentati in tredici tappe italiane.

Negli ultimi tre anni sono ormai tante le presentazioni letterarie cui ho assistito o che ho condotto, eppure quella di ieri alla Feltrinelli di Bologna è stata diversa da tutte.

Giulio Perrone, fondatore dell’omonima casa editrice insieme a Mariacarmela Leto che ne è il direttore editoriale, ha deciso di portare in tour i suoi primi tredici anni di attività, in altrettante tappe italiane ospitate presso le librerie Feltrinelli delle maggiori città.

L’occasione? Un completo restyling artistico realizzato in collaborazione con l’art director Maurizio Ceccato, già collaboratore di Fazi, Elliot, Ponte alle Grazie, Castelvecchi e molti altri. E i frutti si vedono, eccome, anche a una prima occhiata a quella che è diventata la locandina pubblicitaria del tour: una vecchia schedina calcistica, in cui l’invito al gioco della lettura è rivolto a chi abbia un’età compresa tra i 3 e i 99 anni.

Quel rettangolino di carta dal fascino vintage, tra l’altro, anticipa e coglie appieno due passioni di Giulio Perrone: la fede calcistica e il rispetto per il passato e le sue migliori tradizioni.

Ieri a Bologna, l’editore era accompagnato da tre suoi autori: Alessandro Brusa, poeta di intensa sensibilità a rappresentare la collana Poiesis della CE; l’amico Gianluca Morozzi, nostra gloria cittadina, che nella collana di Perrone Le nuove onde ha pubblicato Forza Bologna! Una vita in rosso e blu, antologia di nove racconti ispirati al calcio; Massimo Torre, scrittore napoletano che con la collana Hinc di Perrone ha voluto condividere un suo particolare romanzo di suspense, La Dora dei miei sogni.

Perrone ha subito raccontato che il recente restyling voluto da lui e da Leto ha portato in certa misura con sé il sapore di una rifondazione della loro casa editrice ed è passato attraverso una costante ricerca di autori dalla voce importante. Pubblicano, o hanno pubblicato, con loro, personaggi di grande spicco della scena letteraria italiana come Rossana Campo, Lidia Ravera, Walter Mauro, Dacia Maraini, Paolo Poli, Ugo Riccarelli, Antonio Tabucchi.

Decisivo però è anche stato il rinnovamento profondo della grafica realizzato con la collaborazione dell’art director Maurizio Ceccato e concretizzatosi in decisioni di qualità strategica: cambio del logo; scelta di non utilizzare immagini nelle copertine, abitudine ormai inveterata delle major, ma solo elaborazioni grafiche che recuperino il design di inizio ‘900 (El Lissitski, Bauhaus, Piet Mondrian, Penguin Publishing); la tipografia a tre colori (nero, rosso e bianco) e l’asprezza della carta non plastificata, nuda e ruvida, con il nome oramai epico di ‘Woodstock della Fedrigoni’; incollatura a mano delle etichette di titolo, nella collana di viaggi Passaggi di dogana, in cui peraltro la bandella di destra contiene un segnalibro staccabile; lavorazione artigianale, ivi compreso il ritorno alla rilegatura a filo refe, come si faceva tanti anni fa.

La Giulio Perrone non è solo una casa editrice, ma, nella sede di Roma, anche un punto di incontro e stimolo alle relazioni di quartiere e di città: un circolo di lettura che conta su una trentina di lettori; un luogo di presentazioni, anche di autori non appartenenti alla scuderia Perrone, di reading, di laboratori di scrittura.

L’editore passa poi la parola a Gianluca Morozzi e Massimo Torre, autori con una lunga serie di collaborazioni con editori di primo piano, che hanno voluto condividere con la Perrone progetti particolari.

Morozzi, accomunato a Perrone da una fede calcistica di vecchia data anche se di oggetto diverso, ha firmato l’antologia Forza Bologna! Una vita in rosso e blu in cui presenta una travolgente carrellata di tipi e situazioni ‘da stadio’, fino a paragonare alcune azioni sportive a consumate tecniche di narrazione.

Massimo Torre – scrittore, sceneggiatore, autore di fiction televisive – esordisce raccontando di Perrone che gli ricorda suo padre, editore anch’egli di qualità, e di se stesso che da autore scrive soltanto i libri che vorrebbe leggere. È questo il caso di La Dora dei miei sogni, che prende spunto da un vero sogno che lo scrittore fece da giovane, innamorandosi perdutamente della protagonista di quel suo sonno. E se si pensa che Dora è una delle prime pazienti di Freud, il grande autore de L’interpretazione dei sogni, be’, direi che il gioco è fatto.

In conclusione, lancio a Giulio Perrone una domanda impertinente: quale sia la forza di attrazione di una casa editrice di indubbia qualità, ma di dimensioni e forza distributiva limitate, nei confronti di autori che già pubblicano con editori maggiori, come peraltro è il caso di Morozzi e di Torre stessi.

Mi risponde, e mi convince, affermando che quegli autori hanno spesso progetti particolari che magari non sono adatti ad altre case editrici e che da lui trovano accoglienza e cura diverse e una ferma volontà di seguire le loro opere nel tempo e non solo per la breve stagione di una novità sugli scaffali delle librerie.

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