Oltre che saggista, criminologa, studiosa di pedagogia, sono anche   insegnante e quindi, quotidianamente sono impegnata con le ragazze e i ragazzi che rappresentano il mio fulcro di indagine psicopedagogica per affrontare le dinamiche educative più adatte alla loro crescita. Ho scritto molti libri che parlano del loro vivere quotidiano e delle modalità in cui il mondo dei ragazzi di muove e si manifesta. Essere pedagogista mi ha aiutata ad approfondire certi aspetti dell’insegnamento e del mondo educativo e formativo. In particolare sto approfondendo molto alcune tematiche e problematiche sociali su cui scrivo diversi articoli in alcuni blog, magazine online e riviste di settore: il bullismo, il cyberbullismo, il revenge porn, la ludopatia, le dipendenze da alcol e sostanze, le sette, la didattica a distanza, l’agenda 2030, la mindfulness.
In questo libro, Il sole nascosto, ho svolto uno studio psicologico del comportamento dei giovani, dei bambini di varie età, come   rispondono   alle sollecitazioni del mondo esterno, delle famiglie, dell’ambiente che li circonda esaminando tutte quelle   conseguenze, sia   positive che negative, che poi vanno ad influire sulle loro reazioni e sul loro comportamento. Il sole nascosto rappresenta una parte di me, di ciò che da anni vivo quotidianamente. Il titolo è emblematico dello stato d’animo di alcuni alunni in un determinato periodo difficile della loro piccola vita. Inizialmente avevo intitolato il libro Ogni Bambino una storia, poi questo mi sembrava quasi un sottotitolo. Maria, una delle mie amiche storiche, mi diceva di scegliere un titolo più incisivo, però non mi veniva in mente niente. Poi una sera all’improvviso, mentre ero al telefono con lei, ho avuto l’illuminazione: Il sole nascosto ho detto a voce alta a Maria, ecco il titolo! Sì, ha asserito lei, mi piace! Ottimo! Ho sentito che questo titolo era perfetto per questo breve testo. Ho immaginato le bambine e i bambini che non possono mai vedere il sole, che non hanno luce e chiarezza nelle loro piccole vite. Esistenze a metà nelle ombre, prive di un bel sole vivo a riscaldarle, periodi di ammassi di nuvole dense a oscurare il disco dorato. Il sole nascosto è un piccolo libro che si legge tutto d’un fiato, come ha sottolineato la giornalista Gilda Ricci che ne ha scritto la prefazione. L’estate è la stagione giusta per farsi rapire da un libro che devo dire sta avendo riscontri positivi, piace per l’immediatezza della narrazione, per la semplicità con cui racconto eventi anche drammatici, per la capacità di offrire alle bambine/i dei risvolti positivi, per insegnare loro a essere resilienti. La resilienza rappresenta il paradigma fondamentale della nostra esistenza, un’ancora per la sopravvivenza, per ripensare a noi stessi in altre dimensioni. Nella nostra società liquida, per dirla con Zygmunt Bauman, bisogna saper passare velocemente da una situazione all’altra, con flessibilità, pensiero critico e divergente.

Si comprende bene che stiamo parlando di un testo di psicopedagogia che ha lo scopo di testimoniare lo sforzo, molto importante e significativo   del lavoro degli insegnanti. Un lavoro che è fondamentale per comprendere queste dinamiche comportamentali che a volte lasciano i genitori anche spiazzati da alcune reazioni dei loro figli che sembrerebbero, in apparenza, (solo in apparenza però) incomprensibili. Noi docenti abbiamo il segreto professionale, pertanto nessuno parla mai concretamente di come viviamo il quotidiano rapporto con le alunne e gli alunni. C’è un velo di silenzio sugli aspetti più problematici, personali e intimi. Ho voluto portarli alla luce attraverso piccole storie che ho romanzato, inventate sì ma con un fondo di realtà. Fatti che succedono ovunque nel mondo e che spesso fanno sentire gli insegnanti coinvolti profondamente anche a livello emotivo.Narro 15 storie che mi hanno particolarmente colpita in forma romanzata. Mi è capitato di trovarmi ad   aiutare personalmente   qualche bambino o bambina   che si trovasse in   difficoltà. L’ho fatto a volte mediante un grande impegno prolungato nel tempo, altre con una breve ma significativa frase di incoraggiamento. Una parola di un insegnante può orientare il percorso e le scelte dei ragazzi. Penso che il lavoro dei docenti non sia compreso davvero dalla società che ci circonda e che qualche volta venga anche sottovalutato. Non viene compreso il lavoro svolto dietro le quinte. Generalmente si pensa solo all’apprendimento sul piano cognitivo, quando in realtà c’è molto altro. Anche nel passato i docenti erano così vicini ai ragazzi come lo sono oggi. Forse in modo diverso. Ricordo mio padre che durante il trafitto da casa a scuola, si fermava a raccogliere qualche ragazzo che stava lavorando nel campo dei genitori.
Spero di essere riuscita a raccontare la sofferenza dell’età dello sviluppo, in genere poco indagata. La storia insegna a ricordare, a capire il passato per conoscere e ‘riconoscere’ le dinamiche del presente.
E così per riconoscere le dinamiche del comportamento di giovani a volte sarebbe buona cosa ritornare indietro a noi stessi, a pensare come eravamo da ragazzi   e forse   questo potrebbe essere utile nel rapporto con loro, invece di tenerli sempre un po’ a distanza, di ignorare i loro segnali che   ci comunicano sempre qualcosa- e a volte proprio i loro disagi, come spiego nel libro.

Un libro, un diario, un percorso, un viaggio negli occhi e nei cuori di bambini diversi ma simili nel vissuto del dolore e della sofferenza interiore Occorre saper leggere gli sguardi e non solo gli occhi, saper vivere empaticamente l’altro nel quale ci specchiamo per capire, comprendere, a volte sbagliare, altre riuscire a condividere gioie e dolori del nostro e del loro essere bambino. Un vero manuale di psicopedagogia questo di Chiara Vergani, condensato nelle quindici storie che ora su queste pagine hanno voce e anima, a cui l’autrice ha saputo in modo magistrale offrire la vera rinascita per nuove e serene adolescenze , vite mature e consapevoli di chi sarà a le grata per sempre – Gilda Ricci

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