Nata a Savona, Fiorenza Pistocchi (QUI i suoi libri) risiede a Pioltello. In passato ha collaborato con case editrici del Gruppo Edumond, DeAgostini, Atlas, per pubblicazioni a carattere didattico, rivolte ai bambini delle scuole primarie.
Neos Edizioni ha stampato una serie di romanzi gialli ambientati a Noli.
È curatrice per Neos Edizioni delle sei edizioni dell’antologia Natale a Milano; l’ultima (Libro Giallo) curata con Gian Luca Margheriti.
A settembre 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo a sfondo storico: Il cuore tenace della lavanda; a novembre 2019, il secondo, I colori del buio.
Nel 2020 ha partecipato con alcuni racconti alle antologie Nulla più come prima sul dopo-Covid19 e Sotto mentite spoglie per il progetto TutTo SotTo, entrambe di Neos edizioni.

Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo giallo/noir ambientato a Milano: Il tocco del piccolo angelo.
Nel 2022 ha partecipato all’antologia 18 monumenti per Milano e all’edizione Sotto Zero di TutTo SotTo.
Sostiene che ha iniziato a scrivere romanzi e racconti per mettersi alla prova, quasi una sfida, dopo aver letto tanto. La sfida, da una pubblicazione all’altra, si è trasformata in una passione. Ora la scrittura è diventata una necessità.

Bene arrivata. Due righe per presentarti?
Ciao a tutti, grazie a te per l’ospitalità. Sono Fiorenza Pistocchi, sono nata a Savona, ma abito a Pioltello, vicino a Milano, perciò vivo nella struggente e continua nostalgia del mare, che solo poche volte all’anno riesco a placare con qualche soggiorno nel Ponente Ligure. Ho iniziato a scrivere perché volevo mettermi alla prova, dopo aver letto tanti libri di ogni genere letterario, ma con una particolare predilezione per i gialli/noir.

Che genere scrivi? Oppure, svolazzi di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Scrivo prevalentemente gialli (sette su nove libri pubblicati – sei tra i gialli sono ambientati in Liguria… mare, mare, mare…), ma mi piace molto addentrarmi anche in argomenti storici, cosa che richiede più tempo per effettuare le ricerche necessarie. Ho scritto un romanzo sulle ragazzine che raccoglievano la lavanda al Colle di Nava più di 100 anni fa, e un altro ambientato a Pioltello nel periodo della deportazione, quando dalla stazioncina del paese passavano i treni diretti ai campi di sterminio.
Non mi dispiacerebbe svolazzare ma, visto che scrivere un romanzo giallo o uno a sfondo storico richiede dedizione e duro lavoro, oltre che parecchio tempo, non ho provato ancora a cimentarmi in altri generi, tipo memoir o sentimentali. Ma non è detto che non ci provi, prima o poi, anche perché scrivere per me è diventato necessario, quasi come cibo e aria.

Come scrivi? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
Computer, computer! Ma a volte un’illuminazione, un’idea improvvisa, una frase… che magari mi vengono in mente di notte o mentre faccio la doccia, me le appunto su dei vecchi quaderni o su dei foglietti, che poi ricopio sui vecchi quaderni.

Quando scrivi? Allodola, o gufo?
Né l’una, né l’altro. La mattina presto ho da fare e la sera mi viene l’abbiocco… piuttosto preferisco il dopo pranzo, quando non ho intorno nessuno e posso armeggiare al computer come voglio.

Coinvolta/o sempre in quello che scrivi, oppure distaccata/o?
Coinvolta sempre, perché in quello che scrivo metto molto di me, cerco di comunicare un messaggio, il significato prevale sulla tecnica della scrittura, che poi metto a punto con un preciso e ossessivo ricontrollo

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
La scaletta è necessaria quando scrivo dei gialli perché il “meccanismo a orologeria” di un giallo deve essere ben studiato: non si possono deludere i lettori, ormai sgamati, con una trama troppo semplice in cui si scopra troppo presto chi è il colpevole. Mentre quando scrivo romanzi a sfondo storico mi sento più libera, i vincoli sono dati dal rispetto del contesto storico.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”
Quando posso… infatti non sono capace di rispettare i dettami di Stephen King, quando dice che lo scrittore deve scrivere almeno 2000 parole al giorno e non deve alzarsi dalla scrivania finché non l’ha fatto. Soprattutto scrivo quando l’idea si è ben sviluppata nella mente, se non sono convinta non scrivo

Leggi molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Leggo molto, compro un sacco di libri e leggo anche quelli presi in prestito in biblioteca. Sul comodino ho sempre una pila di libri in ordine di acquisto, che ogni tanto scompagino per leggere quelli che m’intrigano di più. Conduco anche il gruppo di lettura della biblioteca di Pioltello e per ogni incontro preparo domande utili alla discussione sul libro letto da tutti. Un’attività di confronto tra lettori che mi piace molto

I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Ogni tanto partecipo a un concorso letterario e qualche volta mi sono anche piazzata bene, ma non ho il tempo di seguire tutti quelli che vengono proposti, sono troppi. Non sono molto fiduciosa sull’onestà dei giudizi né sulla qualità delle giurie…

Progetti per il futuro?
Il mio ultimo romanzo, che viene pubblicato adesso, “Angeli su fondo nero”, ha per il momento chiuso la fase noir. Sono al lavoro su un romanzo a sfondo storico, ambientato tra il 1943 e il 1945 in Liguria… il mare c’entra sempre.