Sono nato ad Agnore nel 52, l’età degli uomini non è segreta. Sono venuto a Roma per studiare all’Università, dove mi sono laureato in giurisprudenza nel lontano 1976 (42 anni fa !). Mi occupo di problematiche legali presso una società di Roma; lo farò ancora fino a dicembre, poi stop !
Non mi definisco uno scrittore, il libro è nato per gioco: volevo capire se chi scrive una storia  lo fa per gradi, capitolo dopo capitolo oppure l’ha già tutta nella testa prima di cominciare a scrivere. Non uscendo a darmi una risposta soddisfacente, mi sono detto:  “Ora provo e vedo” e mi sono accorto che la prima risposta era quella giusta
Di questo e di altre cose mi piacerebbe parlare sabato prossimo, già so che sarà una bella serata.

Così si presenta Massimo Marinelli che, sabato 3 febbraio, alle 18:30, presenterà il suo romanzo “Via Ultima Costa” all’Enoteca Letteraria di Via delle Quattro Fontane, a Roma.

Si tratta di un testo originale, che rispetta tutti i canoni del romanzo giallo, ma contiene molto altro, per cui tiene alta la tensione e si rivela altamente letterario e intenso.

Titolo: Via Ultima Costa.
Autore: Massimo Marinelli.
Genere: Giallo.
Editore: Iskra.
Prezzo: euro 10,00 (copertina flessibile).

Nel mese di dicembre degli anni Settanta un orribile fatto di sangue sconvolge e divide la comunità di Bosa che si appresta a festeggiare l’imminente e atteso Carnevale. L’indagine è affidata all’ispettore Priamo Melis, uomo dotato di acume investigativo ma di scarso apprezzamento da parte dei notabili del luogo. Nel corso delle indagini l’ispettore Melis dovrà fare i conti con i numerosi tentativi di depistaggio e con l’omertà di alcuni personaggi; questo complicherà ancor di più la vicenda che avrà sviluppi oltremisura tragici.

Dietro le quinte…

“… a proposito di quello che mi hai chiesto ieri sera, ti dico che hai fatto un’osservazione molto acuta: è come se i personaggi principali del libro fossero accomunati da qualcosa che non hanno. Manca loro una vita normale, non hanno famiglia né affetti. Questo ci porta a dire che come persone sono incompiute.
Io ho voluto tratteggiare in questo modo queste figure di uomini soli perché anche il luogo in cui vivono è un luogo incompiuto.
Questo ci costringerebbe ad elencare tutto quello che manca a Bosa per farla diventare ancora più bella, ma  potremo sempre farlo. Quello che mi preme invece sottolineare è il fascino che promana dall’incompiutezza, fascino perchè ognuno di noi è libero di definirla e completarla come meglio crede, quindi la mano dello scittore è più libera…”