Ciao Charlotte, benvenuta nel salotto virtuale di Babette Brown Legge per Voi. Per l’occasione ci siamo trasferiti in un attico con vista sull’Upper East Side. Accomodati pure in veranda.

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«George, per favore ostriche e champagne» sorrido al domestico, ammirandone il portamento elegante non meno del sorriso assassino.

Olyvia Cardoso: come nasce questa protagonista in perenne lotta con la propria immagine?

Venivo da due romanzi brevi (Ghiaccio Bollente e Scritto sulla Pelle) e avevo assoluto bisogno di approfondire maggiormente i personaggi, di costruire una trama complessa, di dare spessore alla narrazione. Volevo una protagonista con cui le lettrici potessero legare anche solo per solidarietà… Alla fine è nata Olyvia: una ragazza con un passato crudo, che ha generato in lei quelle insicurezze che ogni donna ha provato almeno una volta nella vita. Chi non si è mai guardata allo specchio e ha detto: «Non mi posso vedere»? Ovviamente ho dovuto giustificare questo disagio persistente in età adulta con una trama e altri personaggi secondari.

Il punto focale di Olyvia, su cui lavora alacremente con Wilma, la sua eccentrica analista, non è la sua percezione fisica, ma l’incapacità di guardarsi allo specchio con obiettività. Nonostante la dieta, la dura ginnastica e i sacrifici, le è stata inculcata una percezione di sé così negativa che non riesce a venirne a capo.

Non nego che nel periodo in cui scrivevo avevo preso sedici chili. Sondare le insicurezze di Olyvia era un po’ come psicanalizzarmi.

Il romance viene definito lettura leggera, eppure, sempre più spesso queste storie nascondono un messaggio che va al di là del semplice rapporto di coppia. In Lady O tu ne hai inserito qualcuno?

Non scrivo con l’idea di lasciare un messaggio. Scrivo e basta. Mi sembrerebbe “pretenzioso” dirlo. Non sono io che giudico il mio lavoro, sono gli altri. Se scrivessi solo per me terrei tutto nel pc. D’altro canto scrivo con l’idea di una donna che lotta come una tigre per superare i suoi problemi. Che cade e si rialza sempre. A volte, temo che le donne di oggi siano così oberate tra lavoro e famiglia che si dimentichino di sondare la forza che hanno dentro. Forse è questo il mio messaggio, ma me ne accorgo solo alla fine.

Perché New York?

Perché è una città che amo e in continuo cambiamento. Ogni volta che la visito è diversa. Personalmente mi permette di “ambientarvi” le personalità più disparate: dalla timida Olyvia che si diverte a vedere i bambini che si arrampicano sulla statua di Alice; alla sfacciata Lady O che visita il Museo del Sesso. O, come  vedremo, Kathleen che ha la sede della sua multinazionale nel Financial District.

Continuiamo a parlare di Olyvia, un personaggio dalle molte sfaccettature, una ragazza in perenne conflitto con la madre. Perché questa scelta?

Perché adoro infilare un “cattivo” nella narrazione. Mi piace mettere alla prova i protagonisti e di solito… “ci vado giù pesante”. La perfida Ophelia è nata proprio sulla scia della remissiva bontà di Olyvia. Ho banchettato con il bisogno di affetto della povera ragazza. Quando costruisco un personaggio complesso o comunque con una psicologia articolata, ritengo che la mia debba essere una scelta giustificata, altrimenti quel personaggio ha delle turbe mentali gratuite. E quello è tutto un altro paio di maniche.

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Sette amiche legate tra di loro come sorelle. Può un’amicizia sostituire un legame familiare?

Mah… Non credo. Avendo fratelli e sorelle, ammetto che creare una connessione come quella di sangue è molto, molto difficile. Manca quel pregresso insito nella famiglia stessa, il sapere senza bisogno di dire perché si è vissuto insieme. È vero, però, che in USA i rapporti amicali e famigliari sono molto diversi rispetto ai nostri e io ne ho approfittato.

Come mai hai scelto di legare queste sette ragazze ai peccati capitali?

Volevo eroine che resistessero là dove tutti cedono. Sono un’ammiratrice incallita e leggo tutto, ma proprio tutto delle regine delle serie americane, principalmente Phillips e Kleypas. Perché non provarci? Solo che avevo bisogno di qualcosa che mi spingesse a raccontare storie diverse tra loro, mantenendo uno schema romance. Mi sono chiesta “C’è qualcosa di più aberrante dei vizi capitali? Quanto deve essere forte una persona per resistere?” Ed ecco le mie sette eroine!

Parliamo di Gerard: è il classico charming prince, sebbene con qualche scheletro nell’armadio da farsi perdonare. Scusa, ma non è un periodo in cui vanno di moda i bad boys? Non ti senti contro corrente?

(ride come una matta) Adoro essere un salmone in amore! Sono proprio gli scheletri nell’armadio di Gerard che lo portano a essere l’uomo che vuole conquistare Olyvia e che hanno fatto della pazienza e del rispetto le sue doti principali.

«Quando sono tornato dal collegio, non sono andato a fare baldoria a Miami come tutti gli altri. Sono andato via con mio padre un intero week-end» inizia. Getta le carte nel cestino poi si volta verso di me, rivolgendomi tutta la sua attenzione. «È sempre stato uno di quei padri poco presenti, eppure ha sempre avuto la facoltà di rendere il tempo insieme di qualità» sorride. «In quella sorta di vacanza gli parlai di tutti i miei dubbi, e lui mi disse che dovevo rispondere a una sola, unica domanda…» Mi guarda così intensamente da darmi le vertigini. «Che tipo di uomo vuoi diventare?» cita poi.

È un uomo alfa in tutto e per tutto, solo che si ricorda chi era e cosa ha fatto e Olyvia accentua il tutto perché gli fa vedere quali possono essere le conseguenze di determinati comportamenti. Ci sono ferite inferte che rimangono aperte una vita e lui vuole cicatrizzarle a tutti i costi perché se ne assume la responsabilità (anche se non è tutta colpa sua, ovviamente).

Il prossimo protagonista sarà un bad boy, certo sempre per i miei canoni. Non mi spingo mai oltre un certo confine. Quando scrivo, sogno, come Olyvia, e non sogno di certo un fedifrago arrogante e borioso al mio fianco.

Cosa legge Charlotte Lays? A parte Phillips e Kleypas?

Di tutto. Principalmente romance, ma ogni tanto intercalo con del sano, adrenalinico e machiavellico Thriller.

Auto-pubblicazione, o Casa editrice? Tu sei una delle tante autrici che non si fermano alla Casa editrice ma si mettono alla prova anche pubblicando da sole. Come mai questa scelta?

Tecnicamente sono un’autrice “ibrida”: vado sia a benzina che a gas (altra risata. Simpatica, gioviale Charlotte!). La scelta è presto spiegata: Lady O è stata mandata in visione a diverse CE. Nessuna ha dato risposta. Sinceramente sono contenta, nel mio piccolo, quindi perché fermarmi? Ho assunto editor, grafica e curatrice e ho ingranato la prima.

Inutile girarci intorno: il sogno di vedersi spalmata come Nutella nelle librerie italiane c’è e rimane lì, per ora. “Chi vuol esser lieto sia, di doman non v’è certezza” diceva un toscanaccio come me 😉  staremo a vedere.

charlotteLa tua reazione nel leggere una recensione negativa, ma costruttiva?

G.R.A.Z.I.E., poi la trascrivo in un file che ho nel pc, intitolato “Learn More”. Ho sempre dichiarato che i professori che più ho adorato nella mia carriera di studi sono quelli che non mi hanno mai regalato niente. L’occhio critico, ma giusto è una manna dal cielo in tutti i campi della vita.

Il genere che non scriveresti mai e perché.

Ora come ora ti rispondo Horror. Ti pare che ci siano pochi “orrori” nella vita reale? Stirare, fare i conti di fine mese, i suoceri… mi bastano quelli che ho, grazie! (Adesso sogghigna, tanto per cambiare). Non ci scordiamo della massima di Lorenzo Il Magnifico.

Un consiglio che ti senti di dare a chi si avvicina alla scrittura?

Respirate profondamente. Espirate. Dante, Manzoni, Pirandello, Austen… ok, ma lasciateli lì. Forse voi scriverete il capolavoro del secolo (e ve lo auguro con tutto il cuore), ma intanto il vostro libro va scritto, editato, corretto, riscritto. Riletto ancora, controllato di refusi e di veridicità delle affermazioni, corretto un’altra volta e riscritto.

Ogni libro è come un figlio e i figli sono pezzi de’ core che una madre “dona” al mondo. Lo scambio di insegnamento è vicendevole. Così anche nella scrittura. Quindi, umiltà e manuali di scrittura a go-go, insieme a una sana dose di autocritica e a una buona corazza, perché in effetti non sempre le critiche saranno costruttive, ma imparerete a scinderle dal vero.

Scegli un personaggio al quale ti senti particolarmente vicino e spiegaci perché.

Alice Parker di Torna con me e Resta con me. La mia pantera si è guadagnata il mio rispetto e la mia stima incondizionata. È un amalgama di determinazione e dolcezza.

Cosa trovi di difficile, quando inizi una nuova storia?

L’incipit. I primi due capitoli li modifico spesso. Devono avere il mordente giusto per “acchiappare” il lettore che ti acquista solo se l’estratto che ha scaricato l’ha convinto.

La parte che preferisci in un nuovo progetto?

La costruzione psicologica dei personaggi. Sono quelli che fanno la differenza. La trama sì, ok… MA scrivo romance e non posso abbattere gli schemi di base, e sarà molto difficile che scriva qualcosa che non sia già stato sviscerato “nei secoli dei secoli”. Quindi gioco sui personaggi, sul loro carattere, sulle debolezze e i punti di forza.

Sfreghi la lampada di Aladino e… tre desideri si realizzano. Quali?

Nei miei romanzi se una donna sfrega qualcosa porta sempre a qualcosa di buono! Quindi, sogniamo!

Che almeno un romanzo abbia successo, ma non solo qui in Italia. Che venga tradotto anche in Burundi! Se poi i diritti venissero acquistati da una casa cinematografica, voglio il veto sulla scelta del fustacchione (chi viene con me? 😀 )

Il metabolismo di una cinquenne che mangia e si spalma sul divano, in alternanza.

“Il Premio Strega è per intellettuali e io sono una cantastorie” dice Sveva Casati Modignani. Eppure, sogno da sempre che un romanzo rosa (di chiunque, non mio, intendiamoci), vinca uno Strega. Dici che ho esagerato? 😀

Ringrazio Charlotte Lays per averci fatto compagnia, ora possiamo chiamare George… e i suoi amici per altro champagne e altre ostriche.

La recensione a “Lady O”, il nuovo romanzo di Charlotte Lays è stata pubblicata sabato scorso.

MADDALENA CAFARO

Maddalena Cafaro gestisce la Rubrica di recensioni e interviste  “L’Angolo di Maddalena”.

I suoi romanzi li potete trovare QUI.