«Uno è un caso, due una fatalità, quattro fanno una maledizione.»
Così il maresciallo Quirino Vergassola dice al suo amico Nemo Rossini, giornalista, di fronte all’ultimo cadavere affiorato dalle acque del Tevere. Tutti senzatetto, apparentemente suicidi, ma tutti indossano una tunica bianca, sul petto portano lettere marchiate a fuoco e gli esami tossicologici evidenziano tracce di assenzio. L’unico testimone della loro morte è un altro clochard, che affida al suo talento per il disegno il compito di lanciare l’allarme: a Roma, di notte, qualcuno accompagna i condannati a un sacrificio rituale. Un’indagine complessa, quella che il maresciallo Vergassola si trova tra le mani mentre a Roma impazza il Carnevale. Ben presto si rende conto che nulla è come appare e i più sospettabili sono, forse, innocenti.

Un thriller carico di tensione, un intreccio le cui tessere si incastrano a una a una fino a formare un disegno cupo e illuminante al tempo stesso.

Titolo: Tutte feriscono, l’ultima uccide.
Autrici: Laura Costantini e Loredana Falcone.
Genere: Thriller.
Editore: Edizioni Il Vento Antico.
Prezzo: euro 3,10 (eBook); euro 16,99 (cartaceo).
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Una catena di delitti che s’ispira a un antico mito dove riecheggiano voci di oracoli, profezie di sacerdotesse vergini e patti di sangue.
Da questa idea Laura Costantini e Loredana Falcone hanno sviluppato un thriller dove la protagonista, prima di tutto, è Roma. Roma, il suo antico splendore e il suo respiro quotidiano, la sua gente e i suoi numerosi ponti sul Tevere.
Ogni capitolo del romanzo porta il nome di uno di questi ponti e, a mano a mano che la storia procede, ciò che vediamo scorrere davanti ai nostri occhi non è il Tevere, non è la Città Eterna, ma il suo tessuto vitale. Le sue strade, i suoi vicoli, i suoi abitanti, le pulsioni nascoste e l’umanità dimenticata, la sofferenza e la quotidianità fatta di gesti semplici e crucci nascosti. Dai senzatetto che cercano rifugio in ogni anfratto, agli esponenti della “buona società”, passando per i giornalisti che fiutano la notizia fino agli investigatori che frugano nel buio, ogni personaggio è un tassello utile non solo a costruire la vicenda, ma anche a rendere viva una città che non è solo cartolina.

Al centro di tutto questo troviamo Monica, proveniente da una famiglia benestante, che si è trasferita a Roma in cerca del padre, scomparso anni prima. Lei è convinta che sia diventato uno dei tanti senzatetto che popolano la capitale e si è gettata a capofitto nel volontariato, non solo perché naturalmente portata a sostenere il prossimo, ma soprattutto nella speranza di ritrovare l’uomo che non ha mai perso il suo affetto, malgrado abbia abbandonato la famiglia.
Quando iniziano i ritrovamenti dei morti nelle acque del Tevere, entrano in scena il  maresciallo Vergassola e il giornalista Rossini, tipica coppia di amici uniti dal ritrovarsi a scavare nelle pieghe delle debolezze umane, seppure per  esigenze diverse. Si incontrano, si scontrano in gustosi battibecchi e spesso si ritrovano a scambiarsi informazioni, frutto di anni di esperienza sul campo e di un innegabile fiuto.

A poco a poco, il romanzo si popola di personaggi, ognuno con la propria interiorità, messa a nudo senza fretta, lasciando che sia la storia a raccontare di sé, facendo uscire allo scoperto desideri e frustrazioni, meschinità e slanci emotivi.
Assistiamo così ai dubbi di Monica, che si barcamena tra due uomini senza riuscire a decidere che cosa vuole; partecipiamo al dramma di un testimone che non vuole rivelarsi, ma lascia tracce evidenti nel disperato tentativo di accusare chi si cela dietro ai delitti; tremiamo per i senzatetto che vengono sacrificati in nome di uno scopo giudicato superiore.

Le abili mani di Costantini & Falcone hanno non solo creato un intreccio credibile e ben strutturato, dove i colpi di scena e le informazioni sono ben dosate e capitano sempre al momento giusto, ma hanno costruito una vicenda fatta di persone, esseri umani di cui sentiamo la stanchezza, la sofferenza o la follia come tratti caratteriali tangibili, realistici, scaturiti dall’anima non da figure di carta.
Una lettura piacevole e appassionante, sostenuta da un’ottima scrittura.
E, come ciliegina sulla torta, alla fine del romanzo troviamo una ricetta, creata da una delle due autrici, Loredana Falcone, appassionata di cucina (*). Quale migliore conclusione, dopo aver camminato lungo le strade di Roma, che godersi un piatto di pasta ispirato ai cibi dell’antica Città Eterna?

Cinque stelline.
Copia fornita dalle autrici.

(*) QUI trovate il suo libro di cucina e ricordi “Da me a te: tutto il cielo, tutte le stelle e tutte le patatine”.