Mariangela Camocardi, la Regina del romance storico italiano, ci racconta il “dietro le quinte” de “Il mio primo ballo“.

Un ballo delle debuttanti organizzato nella Stresa già mondana della Belle Époque, alla vigilia di un nuovo secolo che si apre alla modernità sotto ogni aspetto della vita. L’emozione di un sogno accarezzato da tante giovani donne che si preparano a partecipare a un evento che si annuncia memorabile. Contemporaneamente si delineano tra le protagoniste della storia sogni più intimi che scaturiscono dalla sfera dei sentimenti, nel sottofondo di rivalità e conflitti personali che si contrappongono al romanticismo e all’amore. Sono protagonisti anche i pregiudizi e il perbenismo di una società arroccata negli standard anacronistici del proprio tempo, e che osteggia il rinnovamento sociale che ormai incalza, rivoluzionando i vecchi cliché destinati a tramontare.

Questo romanzo è nato del tutto casualmente da un incontro altrettanto casuale con l’amica Giovanna Pratesi. Lei è presidente di APEVCO (Associazione No Profit Eventi Verbano Cusio Ossola) e organizza ogni anno il Ballo Debuttanti di Stresa.

Ci siamo conosciute in gioventù e poi, come spesso capita, ciascuna di noi ha seguito la propria strada e i propri interessi. Confesso che è stato bello rivederci, e se io mi muovo tra cento impegni diversi, lei è un vulcano di idee e, credetemi, trasmette entusiasmo in dosi industriali quando è coinvolta in un qualunque progetto.

Giovanna aveva un sogno: un romanzo che raccontasse un ballo delle debuttanti (quello di Stresa che organizza lei è il più antico d’Italia) e tutto quello che ne anima la messa in onda. Mi ha chiesto se me la sentivo di scriverlo: ho accettato, ovviamente. Era inizio estate 2016 e per una di quelle strane coincidenze che coincidenze non sono affatto, non ero alle prese con uno dei miei romanzi da consegnare all’editore entro una certa scadenza. Ho tratteggiato la sinossi della storia, con Nora, la protagonista, e Umberto, ufficiale di cavalleria, che ne è attratto dal loro incontro in battello. Cuori destinati a innamorarsi, mentre si delinea un evento memorabile che farà sognare le ragazze del Regno Italico.

Siamo alla vigilia del nuovo secolo e tra Nora e la cugina Elvadia, che l’ha sempre osteggiata, si riapre il conflitto, reso anche più aspro da contrasti scaturiti dalla sfera dei sentimenti. Il conformismo, e soprattutto i pregiudizi di una società che non vorrebbe arrendersi all’avvento della modernità, condizionano il romanticismo e l’amore tra Nora e Umberto. La storia è intrigante, con le rivalità e gli equivoci che ne scandiscono i vari passaggi, ma è anche rappresentativa di coloro che ne furono parte, i nostri predecessori, tenacemente arroccati agli standard anacronistici del proprio tempo. Ma il rinnovamento incalza, rivoluzionando i vecchi cliché che hanno imboccato il viale del tramonto…

Da subito – era comunque scontato – è fluita tra me e Giovanna una sinergia capace di far convergere le nostre potenzialità su un obiettivo concreto come la storia accennata più sopra. I protagonisti ruotano intorno a un eccitante ballo delle debuttanti che si terrà nell’aristocratica dimora della Duchessa di Genova, a Stresa, nell’ultimo anno del 1800, periodo storico che, inutile ribadirlo, adoro. Ho ambientato la Serie Venus (Mondadori) in quegli anni, e conosco in modo approfondito l’effervescente Belle Époque, per cui Il mio primo ballo potrebbe essere l’ideale spin-off degli altri quattro romanzi pubblicati. Nel dipanarsi della trama mi sono divertita a mescolare la Storia con le vicende dei miei protagonisti, facendo interagire i personaggi inventati con personaggi autentici, realmente vissuti, luoghi immaginari e luoghi che all’epoca esistevano davvero, alcuni ormai scomparsi e dimenticati. Sono una romanziera, d’altronde, e manipolare la realtà, trasformandola in un racconto ricco di colpi di scena, fa parte del mio mestiere. Amo concedermi licenze letterarie come queste, a beneficio del lettore, è implicito.

Stresa, come set del romanzo, è perfetta. Incastonata nello splendido golfo Borromeo, in quel favoloso epilogo di fine secolo rappresentava una meta turistica di prestigio. Eventi quali il Concorso Ippico, le regate, oltre a diverse altre pregevoli iniziative all’insegna della mondanità, proiettavano questo gioiello del Lago Maggiore sulla scena internazionale. Chi poteva permetterselo costruì ville da sogno in tale amena località. L’elenco delle celebrità che la visitarono sarebbe interminabile, basti dire che il mite clima lacustre, il patrimonio paesaggistico, l’atmosfera rilassante che accentua il fascino delle sue rive, attirarono aristocratici, eroi del Risorgimento, scrittori, artisti, musicisti, intellettuali e chiunque apprezzasse la bellezza offerta ai loro occhi da scorci spettacolari unici al mondo.

Il ballo delle debuttanti che di capitolo in capitolo si sviluppa tra le pagine del romanzo, si svolge all’interno di Palazzo Bolongaro, dentro il quale sono entrata in punta di piedi, quasi a passo di danza, solo con la fantasia. Era la fastosa residenza delle L. A. R. i Duchi di Genova. La duchessa era l’amatissima madre della regina Margherita di Savoia, e ricordarla mi è parso doveroso. Il palazzo è tuttora la bellissima costruzione che potrete ammirare, se vi recate a Stresa.

Anche l’Hotel des Iles Borromees era già in funzione, accogliendo i turisti facoltosi che volevano esplorare la città. L’hotel disponeva di molti servizi per gli ospiti, era fornito di telegrafo e di un ufficio della diligenza svizzero. Tra le personalità che vi presero alloggio vi fu la Granduchessa di Russia, Alessandra, figlia della regina Vittoria e moglie dello zar Nicola Romanov. La sua firma e la data 14 giugno 1870 sono incise sul vetro di una finestra, a perenne ricordo dell’illustre dama.

Esisteva il Regio Verbano Yacht Club – fondato nel 1895 – dove già allora si praticano le attività agonistiche lacustri. Il circolo nautico ottenne il patronato dei Duchi di Genova e per questo poté fregiarsi del titolo di Regio. La Villa de Martini, in una sala della quale nel mio romanzo si tiene un mondano tè pomeridiano tra signore altolocate, fu abbattuta qualche anno dopo e al suo posto fu eretto l’Hotel Regina Palace in cui attualmente viene organizzato da Giovanna Pratesi il Ballo Debuttanti Stresa, evento diventato di livello nazionale.

La copertina del libro è stata ideata da mia figlia Monica, e poi elaborata graficamente da Giovanna stessa.

Che altro dire prima di raccontare come abbiamo pensato di creare una pièce teatrale? Che le donne, quando decidono di fare squadra, producono risultati che dal modesto punto di vista della sottoscritta, fanno un gran bene al cuore. Nostro e altrui.

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