Due amiche inseparabili si trasferiscono a Kyoto per inseguire il loro sogno di diventare maiko, ma decidono di coltivare passioni diverse pur vivendo sotto lo stesso tetto.

Avevo preso la solenne decisione di non leggere più le recensioni di Wired, perché dicevano sempre peste e corna di tutte le serie che mi erano piaciute! Perciò è stato con una certa apprensione che sono andata a leggere (ma solo perché era tra le altre) la recensione di THE MAKANAI, cooking for the Maiko House. Serie giapponese su Netflix che non ho ancora terminato, ma che mi sta piacendo tanto.

Avvertenza: se non riuscite a sopportare sorrisi e rapporti delicati, non è per voi. Se avete bisogno del colpo di scena, del TATATATAN! che fa venire il colpo al cuore, non è per voi.

THE MAKANAI parla di due ragazzine che partono per Kioto con il sogno di diventare Maiko, lo stadio iniziale che le porterà a diventare Geiko. Entrano in una Casa per Maiko gestita da due ex Geiko, una delle quali con figlia, in modo molto famigliare, quasi materno. Solo una delle due però ha il talento per diventare Maiko. L’altra, Kiyo, sembra destinata a tornare al paesello. L’improvvisa assenza della makanai, la cuoca della casa, la porta alla realizzazione che quello è il suo vero talento: la cucina. E mentre attorno a lei le apprendiste maiko, le maiko e le geiko vivono la loro vita di artiste, tra lezioni, trucco, vestizioni, lei vive felicemente la propria tra il mercato e la cucina, appagata dell’apprezzamento delle altre, quando mangiano i suoi cibi.

Non so come finisca, mi mancano ancora degli episodi, ma devo dire che mi piace tanto. È un prodotto delizioso, che apre a un mondo di delicatezza e cortesia forse stilizzata ma molto rasserenante (anche se, tra le varie maiko, geiko ed ex, non manca qualche turbamento). In originale giapponese con sottotitoli. Qui sotto il trailer.

P.S: i sottotitoli nel trailer sono in inglese, ma naturalmente sono disponibili anche in italiano.

Di Roberta Ciuffi segnaliamo il romance storico “L’INTRUSA”.

Chi è la nuova Contessa di Kilham? Una nullità, la giudicherebbe il mondo elegante in cui è nato suo marito. Non ha debuttato, non sa danzare, non sa suonare uno strumento né dipingere acquerelli o cavalcare… Non possiede nessuna delle qualità che fanno di una donna una signora. A parte che non c’è alcun dubbio che lo sia. E adesso è la signora di Kilham Court.

Il piccolo fantasma grigio: è così che i ragazzi e le ragazze di Kilham Court chiamano quella bambina sempre vestita di scuro, con la cuffia grigia che le copre i capelli e la faccia. Quasi nessuno l’ha mai vista in volto e pochi conoscono il suo nome. Sanno soltanto che è nipote di Dorcas la Pazza, una vecchia ossessionata da una religione inflessibile e inclemente, di cui spesso le spalle della bambina fanno le spese. Ma il piccolo fantasma grigio coltiva un sogno. Ogni volta che i ragazzi di Kilham Court sfilano per il villaggio, il suo cuore batte alla vista del giovanissimo Conte di Kilham e la voce che le dice che un giorno lo sposerà riesce anche a coprire quella cattiva della nonna.
Sono passati gli anni e la vita non è stata generosa con lei. La morte di suo marito e poi quella del suo bambino l’hanno precipitata nell’abiezione, da cui solo la bontà di una donna caritatevole è riuscita a tirarla fuori. Adesso non è più il piccolo fantasma grigio. Non è più Nan Martìn, nipote di Dorcas la Pazza. Il suo nome è Hannah Wallace, anzi, Mrs. Wallace per i soldati ricoverati nelle tende ospedale di Scutari. Una distinta vedova, parente di Mrs. Field, la moglie di un rinomato medico militare. Nessuno però sa nulla di lei, non più di quanto ne sapessero gli abitanti del suo villaggio. A parte i suoi amici Field, nessuno conosce il baratro da cui si è dovuta risollevare, per arrivare fin lì. Sanno soltanto che è una donna bellissima e sono tutti un po’ innamorati di lei. E un giorno, in uno di quegli ospedali infestati dalla sporcizia, dal colera e dall’indifferenza di chirurghi frettolosi, su una branda Hannah riconosce il sogno della sua infanzia. Anthony Bellamy, Conte di Kilham ha subito una ferita e rischia di perdere una gamba. Adesso Hannah sa che i sogni sono solo sogni e tuttavia, a volte, imprevedibilmente, possono realizzarsi. Ma a che costo? A costo di mentire, di nascondere il proprio passato? Di essere accolta come un’usurpatrice, un’intrusa in un mondo che non le appartiene? E a rischio di essere smascherata e, chissà, allontanata per sempre dall’uomo che ama. Ma c’è un’altra cosa che Hannah sa: e cioè, che quello è un miracolo e i miracoli non si rifiutano…

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