Damen è un guerriero e un eroe per il suo popolo, nonché il legittimo erede al trono di Akielos. Ma quando il fratellastro si impadronisce del potere, Damen viene catturato, privato del suo nome e spedito a servire il principe di una nazione nemica come schiavo di piacere.
Bellissimo, manipolatore e pericoloso, il suo nuovo padrone, il principe Laurent di Vere, rappresenta tutto il peggio della corte di quel paese. Ma all’interno di quella letale ragnatela politica niente è come sembra, e quando Damen si trova, suo malgrado, invischiato nelle macchinazioni per il raggiungimento del potere, è costretto a collaborare con Laurent per sopravvivere e salvare la sua casa.

Per il giovane condottiero, a quel punto, vige una sola regola: non rivelare mai, in nessun caso, la propria identità, perché l’uomo da cui dipende è anche colui che, più di chiunque altro, ha motivo di odiarlo…

Titolo: Il Principe Prigioniero (Serie Captive Prince, Volume I).
Autore: C. S. Pacat.
Genere: Fantasy. Romance M/M.
Editore: Triskell Edizioni.
Prezzo: euro 4,49 (eBook).

 Quando ho iniziato questo libro mi aspettavo una storia di tradimenti e di intrighi, ma non mi aspettavo che il fulcro di questo primo episodio fosse lo scontro di personalità tra i due protagonisti.

Il fascino della storia è lì, nel costante e interminabile duello tra Damen e Laurent, gli opposti che, in attesa dell’inevitabile attrazione, per il momento non fanno altro che respingersi ferocemente.

La personalità più intrigante è quella di Laurent: perfido, calcolatore, capace di mettere in atto strategie che non prevedono soltanto un secondo fine ma vanno anche oltre. Un personaggio pieno di sfaccettature, ma di una tale arroganza e crudeltà da farmelo detestare per buona parte del libro.

Io sono una tradizionalista, per me un eroe deve incarnare valori positivi e, fin dal principio, il mio eroe è stato Damen. Forte, coraggioso, onesto, un guerriero abituato a parlare in modo schietto e ad affrontare i nemici a viso aperto. Purtroppo quelli come lui cadono spesso dall’onestà all’ingenuità.

É stata pura ingenuità, da parte sua, non accorgersi del nido di vipere in cui viveva e l’ha pagata cara.

Laurent, invece, è vigile, sempre all’erta, sempre con la mente in movimento, pronto a cogliere ogni occasione e a contrastare qualsiasi manovra con intelligenza e astuzia.

Due uomini così diversi possono solo scatenare scintille nel  momento in cui si trovano ad affrontarsi.

Un valore aggiunto è rappresentato dalla scelta dell’autrice di raccontare tutta la storia dal punto di vista di Damen. Una decisione assolutamente brillante, che ci fa stare costantemente sulle spine nell’intento di capire cosa passa per la testa di Laurent. Lui è il mistero da scoprire, colui che non è mai come sembra. La sua ambiguità è intrigante, ci afferra e ci conduce al guinzaglio, proprio come fa lui con  il suo schiavo. Tentiamo di cogliere un barlume di verità dietro a ogni sua scelleratezza mentre ogni gesto generoso è una minuscola luce che ci attrae senza speranza. Qual è il vero Laurent?  Il ragazzo crudele e viziato, oppure il principe che rischia tutto per ripagare un debito d’onore? Forse entrambi, o forse c’è molto di più dietro la maschera di noia e perfidia con cui si mostra al mondo.

Non ci è dato saperlo. La geniale assenza del suo punto di vista ci costringe a immaginare, osservare, spiare ogni sua mossa nell’ansia di vederlo svelarci qualcosa di sé. Tutto ciò che possiamo fare è scoprirlo, a poco a poco, con gli occhi di Damen, partecipi del suo stupore, della sua  indignazione, della sua sofferenza.

Questo primo episodio è una lettura affascinante, che ci trasporta in due mondi distinti, ma con caratteristiche simili. Tutti i popoli presenti in questo mosaico di regni sono bisessuali, considerano normale la schiavitù, ma si differenziano in altre usanze e soprattutto per l’abbigliamento e il gusto estetico. La narrazione ci fa scoprire  a poco a poco le differenze, senza frastornarci con  grandi quantità di informazioni, cosa che apprezzo sempre. Le descrizioni sono efficaci, mai prolisse, e lo stile asciutto dell’autrice si sposa alla perfezione con una storia raccontata attraverso i fatti. Le emozioni che ne derivano sono forti, catturano il lettore in una spirale di pahos dalla quale è impossibile uscire.

Ammiro la mente che ha tessuto con abilità questo romanzo e  mi rammarico che, ancora una volta, un ottimo libro, o una serie di libri, venga relegato nella nicchia della narrativa M/M. Dovrebbe essere considerato, semplicemente, ottima narrativa: ben scritta, coinvolgente, cesellata con cura.

Aspettare il secondo episodio sarà una tortura, ma una tortura irrinunciabile.

Cinque stelline.

Gli articoli di e per Fernanda Romani